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Editoriali

Sinistra in confusione tra Cofferati e Tsipras

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Tempo di lettura 2 minutiCofferati, Civati e Fassina, prove di dimissioni

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di Silvio Rossi

 

Più che dal nemico storico, Berlusconi, colui che con l’unica eccezione del 1996 li aveva sempre battuti alle urne (perché il risultato del 2006 non può certo essere considerato una sua sconfitta), la sinistra italiana, o meglio, ciò che ne rimane, sembra non riuscire a resistere a un premier che, annoverato nelle proprie file, propone ricette decisamente indigeste ai rappresentanti più ortodossi della linea più radicale della gauche nostrana.
Da quando Renzi è al governo SEL ha vissuto una scissione drammatica, con l’addio del capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, la Federazione della Sinistra diminuisce nei sondaggi raggiungendo percentuali imbarazzanti, la sinistra interna del PD con Civati e Fassina subisce umiliazioni continue.
L’ultima in ordine di tempo è la sconfitta di Cofferati alle primarie liguri, sconcertante non tanto per il risultato, solo una parte della vecchia dirigenza non aveva compreso che il “vento” è cambiato e non si possono riproporre vecchie statue di cera per sperare in un successo, ma per la reazione sconclusionata del “cinese” che dopo l’amaro risultato ha fatto come i bambini capricciosi, tornando a casa urlando “con voi non ci gioco più”.
Un atteggiamento criticato da tutti, tranne dal solito sempiterno Fassina, che non perde nessuna occasione per porsi come bastone di traverso rispetto a Renzi, riuscendo ogni volta a essere travolto dalla maggiore esuberanza e convinzione del leader fiorentino.
Cofferati ora si è dimesso, Fassina e Civati minacciano di fare altrettanto, attratti sulla via di Atene dal nuovo messia della sinistra italiana, che come alcuni anni fa, in mancanza di un faro vicino si erano lasciati abbagliare da Zapatero, fino a rimanerne bruciati dall’inconcludenza della sua azione amministrativa. Oggi invece schifano il loro governo e lanciano segnali d’amore verso Tsipras, in attesa di vivere quella che, se Siriza non effettuerà una svolta nella politica annunciata, potrà diventare una nuova tragedia greca.

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