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Editoriali

SIAMO COME GLI SCOIATTOLI?

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SIAMO COME GLI SCOIATTOLI?
DI ROBERTO RAGONE
È del 24 febbraio la notizia, riportata dall’ANSA, che in Italia sarebbe stato individuato uno scoiattolo tutto nostrano, particolarmente in Calabria a Basilicata. Si tratta di un animaletto tutto nero, con il ventre bianco, di una specie endemica, il cui nome scientifico è Sciurus Meridionalis, quindi diverso da quello europeo, detto scoiattolo rosso, Sciurus Vulgaris. Purtroppo questa specie appena individuata è già a rischio di estinzione. La quale estinzione è originata e propiziata non solo dal progressivo degrado dell’ambiente idoneo alla sua esistenza, ma anche, e soprattutto, dall’inserimento in natura da parte dell’uomo di altre specie aggressive, come lo scoiattolo grigio (Sciurus Carolinensis), di provenienza nordamericana, e lo scoiattolo variabile (Callosciurus Finlaysonii), che viene dal sud est asiatico, le quali specie danno luogo ad un vero e proprio inquinamento biologico. Va da sé che in Italia, a chi ama la nostra nazione e la nostra natura, sta a cuore che il nostro ambiente e la nostra fauna possano sopravvivere, non contaminate né estinte da parte di fattori esterni, come, ad esempio, è successo con il lancio di lepri ungheresi e di cinghiali esteuropei, specie più prolifiche e robuste che presto hanno soppiantato le nostre. Il parallelo è presto fatto. Stiamo importando, senza alcuna precauzione, cosiddetti ‘migranti’, con il pretesto che si tratta di persone che fuggono dalla guerra o dalla fame, ciò che copre, invece interessi economici ben precisi e individuabili, propiziati da una politica becera e poco lungimirante – o tale solo per i propri interessi – che afferma, tramite i suoi rappresentanti, che a noi Italiani servirebbero ogni anno 650.000 individui, giusto per far quadrare i conti dell’Ente pensionistico. Il quale Ente non può pretendere di addossare a noi la sua storica mala gestione, durante la quale i fondi per le pensioni di chi ha versato sono stati dirottati sul conto di chi non ne aveva e tuttora non ne ha diritto, oltre che utilizzati per una Cassa Integrazione troppo sfruttata dalle grandi imprese ammanigliate con la politica. Una per tutte la Fiat di Gianni Agnelli. Né il patrimonio immobiliare dell’Ente è stato adeguatamente messo a frutto, usato com’è per varie ‘amicizie’ che sfruttano prezzi di locazioni che definire ‘di favore’ è un pallido eufemismo. Mettiamo nel conto anche il pretesto accampato da alcuni – come l’ineffabile abortista Emma Bonino in televisione, forse rimasta indietro di qualche lustro – che gli Italiani non accettino più alcuni lavori, considerati degradanti, per cui è necessario affidarli a chi viene dall’Africa, nonostante il 40% di disoccupazione giovanile. Così anche la nostra etnia andrà progressivamente ad estinguersi, minacciata da stranieri che fanno figli a ripetizione – quasi tutte le donne che arrivano con il barcone sono incinte, forse degli stessi scafisti, e con lo Ius Soli all’orizzonte, il loro pargoletto scodellato sulla banchina del porto è immediatamente italiano – mentre i nostri giovani hanno problemi a metter su famiglia, perseguitati come sono da leggi vessatorie, da disoccupazione galoppante, da lavori a tempo determinato, – quando ce n’è –  da spese che nessuno si sogna di cercare di rendere ragionevoli, oltre che da una politica che non favorisce l’incremento demografico, come nei paesi nordici, più civili ed evoluti di noi. Noi che viviamo in un paese dove la TAV costa sessantadue milioni a chilometro, contro i 16,6 della Francia, come riportato dal Sole 24 Ore, con un costo totale per 125 chilometri di 7,8 miliardi di euro, cifra che è senz’altro soggetta ad ‘adeguamenti’ nel tempo. Rimane da scoprire dove vada a finire la consistente differenza. Ma un’idea ce l’abbiamo. Insomma, l’importazione di razze dalla pelle scura, senza voler essere razzisti, ma solo oggettivamente realisti, corre il rischio di originare l’estinzione della nostra etnia, riveniente da quella greca e latina, che tanto prestigio ha dato a tutta la nazione nei secoli. A rischio quindi la nostra storia, che tutto il mondo ci invidia, e la nostra cultura, minacciata anche da una islamizzazione galoppante ed aggressiva. Faremo la fine degli scoiattoli? Sic stantibus rebus, per conservare un po’ di latino, cioè, stando così le cose, pare proprio di sì. La basi per la nostra estinzione sono state gettate, propiziate da una moneta unica che è solo un accordo fra banche, che ci ha trasformati tutti in azionisti di una globalizzazione europea che ci ha privati dei diritti più elementari, come quello di decidere della nostra nazione e della nostra vita. Una moneta che moneta non è, non essendo garantita da una adeguata riserva aurea, come di prassi, e che collasserà forse molto presto, appena le varie banche mondiali decideranno di non sostenerla. Azionisti, noi, su cui riversare tutto il debito pubblico, che l’Italia ha deciso di pagare con un chimerico avanzo primario, soluzione condannata dall’eminente economista francese Piketty, secondo il quale così ci vorranno decenni per raggiungere un pareggio di bilancio voluto dall’Europa, e considerato anch’esso una grossa idiozia da parte proprio degli economisti non allineati. Ma di questo nessuno parla. Chi dovrebbe fare i nostri interessi, fa invece quelli di un incombente Nuovo Ordine Mondiale, che ha già posto le basi per il controllo totale dell’Europa e dei suoi cittadini. Faremo la fine dello Sciurus Meridionails, oppure combatteremo per sopravvivere? Dipende solo da noi. 

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