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Cronaca

Si sgonfia la bolla dei testi contro Palamara: emergono contraddizioni anche nelle testimonianze di altri grandi accusatori, a partire dalla toga Amara

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Una relazione del procuratore Barbaro doveva inchiodare l’ex pm, invece pare scagionarlo: “Non tramò per avere il trasferimento del giudice Giordano”

Lo scorso mese di febbraio la Procura di Perugia si è affrettata a risentire i grandi accusatori di Luca Palamara per cercare di rimpolpare le contestazioni di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e corruzione in atti giudiziari. Il 4 febbraio, per esempio, è stato riconvocato Piero Amara, l’avvocato che insieme al collega Giuseppe Calafiore ha patteggiato diversi anni di pena per aver aggiustato processi corrompendo giudici. Davanti ai pm perugini il 4 febbraio è saltato fuori che Palamara avrebbe chiesto notizie su inchieste in corso per conto del suo amico imprenditore Fabrizio Centofanti.

Non solo: per i presunti super testimoni, l’ex pm Stefano Fava (autore dell’esposto contro il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone) e Palamara avrebbero parlato delle indagini in un tennis club. Particolari che nella miriade di propalazioni che Amara e Calafiore avevano fatto in più verbali non erano mai emersi. Solo ora, dopo che, a partire dall’aprile 2020, sono state depositate le chat di Palamara e sono usciti articoli e libri, sono finite nell’informativa che regge le accuse più gravi, quelle di corruzione. Ma quello che sembrava il testimone a sorpresa, Vincenzo Barbaro, ora pg di Messina e all’epoca procuratore della Repubblica facente funzioni, che nei nuovi atti giudiziari depositati appare come una delle pietre angolari sulle quali poggiano le accuse, in realtà sembra non colpire lo stratega delle nomine. La comunicazione riservata firmata da Barbaro, anzi, appare più come un atto a discolpa. La ricostruzione del magistrato ripercorre un classico presunto complotto in pieno stile siciliano che avrebbe dovuto danneggiare il capo della Procura di Siracusa Francesco Paolo Giordano, ottenendone il trasferimento. 

A questo punto, nella ricostruzione, compare Palamara, in quel momento consigliere del Csm. «In un primo momento», scrisse il procuratore generale, «non davo alcun rilievo alla notizia (contro Giordano , ndr), che sapevo essere totalmente infondata, ma a distanza di qualche giorno ricordavo che affermazioni di analogo tenore, limitatamente all’intendimento di usare il procedimento per gettare discredito sull’operato di Giordano, erano state oggetto di una intercettazione ambientale captata nel febbraio 2017 nell’ufficio di uno degli indagati, il pm di Siracusa Longo ». Si tratta dell’ex pm Giancarlo Longo, finito al centro dell’inchiesta sul Sistema Siracusa, che in uno dei procedimenti ha patteggiato 5 anni e in un altro è stato condannato a 4 mesi di reclusione. Ma è anche il grande accusatore di Palamara. A quel punto Barbaro avrebbe deciso di incontrare Palamara, «al fine di accertare se anche costui fosse a conoscenza delle menzionate infamanti esternazioni». E infatti «il consigliere Palamara nel suo ufficio del Csm», annota Barbaro, «mi confermava che il collegamento prospettato era inesistente, che si trattava di dicerie a suo avviso palesemente infondate (…). In ogni caso Giordano, per ragioni che non venivano esplicitate, a dire di Palamara , non sarebbe mai stato proposto quale dirigente di un ufficio giudiziario messinese». 

Nel 2018, anticipando la decisione della Prima commissione, Giordano chiese e ottenne il trasferimento «in prevenzione» alla Procura generale di Catania, con il ruolo di sostituto. Il Sistema, come direbbe Palamara , anche quella volta l’aveva spuntata. Nella sua nota, a questo punto Barbaro scrive in grassetto maiuscolo: «Palamara mi faceva chiaramente comprendere di essere a conoscenza di circostanze relative al procedimento penale in questione, nel quale era rimasto coinvolto anche un suo amico, e mi riferiva i nominativi dei magistrati titolari e del gip». Amara , però, davanti ai pm ha sostenuto che Barbaro avrebbe riferito a Palamara che a proprio carico, di Calafiore e di Centofanti «non c’era nulla». «Tutta fuffa», per usare il virgolettato attribuito da Amara a Barbaro. Non è chiaro chi dia notizie a chi. I particolari riferiti dai testimoni sulle fughe di notizie, leggendo la relazione di Barbaro, che lunedì si è fiondato a dichiarare che agirà penalmente, diventano contraddittori e il capitolo sulle notizie che circolavano non appare chiarito. Ritorna negli atti depositati il nome di Roberto Pignatone. Era stato L o n go a tirarlo in ballo. Ma se da una parte le sue dichiarazioni hanno giustificato perquisizioni e atti d’indagine, dall’altra sono state prese come un tentativo di infangare il nome dell’ex procuratore capo di Roma.

Infatti, tra gli ultimi atti depositati, c’è un verbale firmato da Longo il 13 febbraio scorso, nel quale, riferendosi ad Amara e a Calafiore, dice che «potevano interloquire con Pignatone e De Lucia». A Messina, Longo aveva riferito all’incirca le stesse cose, aggiungendo: «Sia Amara che Calafiore avevano un rapporto diretto col fratello di Pignatone».

Per queste dichiarazioni Longo, nel 2018, è stato accusato di calunnia e poi prosciolto. In pratica l’ex pm sarebbe una specie di kamikaze: mentre ammetteva i reati a lui contestati alla ricerca del patteggiamento, avrebbe deciso di infangare il nome del più potente procuratore d’Italia, non si sa bene con quale fine. E sulle fughe di notizie la sua condotta da testimone è questa: prima non accusa Palamara , ma tira dentro il fratello di Pignatone, poi, nell’ultimo verbale, precisa «di non aver ricevuto utilità o benefici da Palamara » e che «tutto quello» che ha dichiarato sul conto di Palamara gli è stato riferito «da Calafiore ».

Il 9 febbraio, invece, è stato sentito di nuovo l’avvocato di Longo, Bonaventura Candido. In un passaggio ha ribadito: «A Longo, Amara e Calafiore fecero capire di avere possibilità di ottenere informazioni attraverso il fratello del procuratore Pignatone». Alla domanda se Barbaro gli avesse mai confidato che Palamara gli chiedeva informazioni sulle indagini in corso ha aggiunto: «No. Barbaro mi ha sempre riferito che i rapporti con Palamara erano trasparenti». In questa storia comprendere chi ha mentito non è semplice. Spettava alla Procura non trascurare nulla. Soprattutto dopo l’ultima rivelazione dell’avvocato Candido: «So che avevano avuto rapporti con ufficiali della Guardia di finanza, posto che io, come ho già riferito, ho visto delle informative della Gdf di Roma. Erano file non sottoscritti e non vi erano nomi di appartenenti alla polizia giudiziaria». La caccia non si è diretta in quella direzione.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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