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Sono peggiorate le condizioni di salute di Sergio Marchionne rendendo così necessaria un’accelerazione della successione alla guida di Fca, Ferrari e Cnh Industrial. Mike Manley – responsabile del brand Jeep – è il nuovo amministratore delegato di Fca: è già al lavoro, il primo appuntamento in agenda è la riunione a Torino, al Lingotto, domani e martedì, del Gec (Group Executive Council), l’organismo decisionale del gruppo, costituito dai responsabili dei settori operativi e da alcuni capi funzione e guidato dall’amministratore delegato.
Le condizioni di Marchionne – spiega il gruppo – sono peggiorate dopo che in settimana sono sopraggiunte complicazioni inattese durante la convalescenza post-operatoria, aggravatesi ulteriormente nelle ultime ore. Il consiglio di amministrazione di Fca – si spiega – ha deciso dunque “di accelerare il processo di transizione per la carica di ceo in atto ormai da mesi e ha nominato Mike Manley amministratore delegato”. Il nuovo amministratore delegato di Fca, Mike Manley, e la squadra di management del gruppo automobilistico “lavoreranno alla realizzazione del piano di sviluppo 2018-2022 presentato a Balocco il primo giugno scorso, che assicurerà a Fiat Chrysler Automobiles un futuro sempre più forte e indipendente”.
Da 14 anni Sergio Marchionne guida Fca. Il suo mandato finisce nell’aprile 2019. Nato a Chieti nel 1952, doppia nazionalità italiana e canadese, due figli, Marchionne diventa amministratore delegato della Fiat nel 2004, alla morte di Umberto Agnelli, al posto di Giuseppe Morchio. L’azienda, allora, è vicina al fallimento, rimasta a galla anche grazie al prestito convertendo concesso da una cordata di banche: il bilancio 2003 presenta un rosso di 2 miliardi e una perdita operativa di 500 milioni. Il manager in pullover blu, arrivato dalla società svizzera Sgs ma un perfetto sconosciuto per la maggior parte degli italiani, trasforma la Fiat in un gruppo globale.
Primi passi sono lo scioglimento della joint venture con Gm e la conversione del prestito bancario, mentre non va in porto il tentativo di rilevare la tedesca Opel. Il grande salto con l’acquisto di Chrysler nel 2009, grazie anche all’ottimo rapporto con Barack Obama, che permette al gruppo di piazzarsi al settimo posto tra i costruttori mondiali di auto. Marchionne porta poi a termine gli spin off di Cnh Industrial e Ferrari, operazioni che spingono la capitalizzazione di Fca vicino ai 56 miliardi. Più recente il piano di rilancio dell’Alfa Romeo, di cui fa parte anche la scelta di portare il Biscione in Formula Uno e la nascita del polo del lusso con Maserati.
Tre lauree e un master in business administration, Marchionne è anche l’uomo della “rottura” nel campo delle relazioni industriali, con la disdetta nell’aprile del 2010 del contratto nazionale e la richiesta ai sindacati di una serie di concessioni per investire a Pomigliano nella produzione della nuova Panda. E’ l’inizio del lungo duello con la Fiom, tra fabbriche e tribunali, mentre a fine 2011 arriva la decisione di Fiat di uscire da Confindustria.
E, intanto, come anticipato da Automotive News Europe, è Louis Carey Camilleri, membro del board Ferrari, il successore di Sergio Marchionne nella carica di amministratore delegato della casa di Maranello. Il presidente sarà John Elkann. Il cambio al vertice – secondo le indiscrezioni – sarà deciso oggi nel cda della Rossa. Louis Carey Camilleri si è formato in Philip Morris International.
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