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Cronaca

SERENA MOLLICONE: RIAPERTO IL FASCICOLO SULLA MORTE DEL BRIGADIERE DI ARCE

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Tempo di lettura 2 minutiSantino Tuzi si è suicidato oppure è stato ucciso? La sua pistola, con il quale si sparò al cuore, è stata rinvenuta sul sedile passeggero

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di Angelo Barraco
 
Cassino – E’ stato riaperto il fascicolo sulla misteriosa morte del Brigadiere Santino Tuzi, morto suicida in data 11 aprile del 2008. La riapertura del caso Tuzi è stata fortemente voluta dalla famiglia poiché vi sono elementi poco chiari in merito alla morte del Brigadiere, si sospetta che vi possa essere un collegamento con il caso di Serena Mollicone. Un ulteriore dubbio in merito al caso Tuzi, riguarda al collegamento con il caso Mollicone e i collegamenti con la caserma di Arce dove si recò quella mattina. Santino Tuzi si è suicidato oppure è stato ucciso? La sua pistola, con il quale si sparò al cuore, è stata rinvenuta sul sedile passeggero e tale circostanza sollevò non pochi dubbi. Il giorno della tragica fine era di riposo e all’improvviso ricevette una chiamata, successivamente disse che doveva uscire con urgenza. Chi chiamò Tuzi? Rimane un mistero. Il Brigadiere quel giorno fece un’altra cosa strana, acquistò una nuova scheda telefonica poiché era consapevole che il suo telefono era intercettato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Serena Mollicone, ma quella scheda non fu analizzata, nulla di fatto. Perché? Tali dati ormai risultano impossibili da reperire poiché sono trascorsi i termini di legge, perché non furono analizzati in quel periodo? Tuzi quella mattina chiamò la sua amante  e poi si sparò. 
 
La scomparsa, le indagini. Serena Mollicone, la giovane studentessa di Arce  è morta a 18 anni nel giugno del 2001 e il suo cadavere fu rinvenuto nel bosco dell’Anitrella. Ma come si sono svolte le indagini in questi anni? Le indagini sul caso hanno avuto alti e bassi. Il 24 settembre 2002, la Procura di Cassino iscrisse nel registro degli indagati il carrozziere di Rocca D’Arce, Carmine Belli. Un indizio che inizialmente destò sospetti sull’uomo fu il rinvenimento del nastro adesivo. Il Belli aveva un nastro adesivo simile a quello che teneva mani e piedi di Serena legati, ma la comparazione delle impronte digitali ha portato esito negativo,  nell’ottobre del 2006, la Cassazione ribadì che il carrozziere era estraneo ai fatti. La svolta arriva però nell’aprile 2008, con la morte di Santino Tuzi, brigadiere dei carabinieri che in precedenza era stato ascoltato come persona informata sui fatti e aveva riferito che il giorno della scomparsa di Serena, aveva visto quest’ultima in caserma dai Mottola. Santino Tuzi successivamente però si suicida e tale morte è tutt’ora avvolta da una fitta cortina di mistero, perché Tuzi si uccide? Il 27 giugno 2011 vengono iscritte nel registro degli indagati cinque persone e sono: l’ex Maresciallo dei Carabinieri di Arce Franco Mottola, suo figlio Marco, un altro Carabiniere, Francesco Suprano, il fidanzato di allora di Serena Michele Fioretti e la madre del giovane, Rosina Partigianoni. Poco tempo fa il Procuratore Mario Mercone e gli investigatori del Reparto Operativo Provinciale dei Carabinieri hanno interrogato un uomo, l’uomo in questione non è stato iscritto nel registro degli indagati ma è stato ascoltato come persona informata sui fatti, vi erano inoltre accertamenti sulla busta e si parlava dell’isolamento di un DNA che presto avrebbe portato al nome dell’assassino, poi cos’è successo? Un caso che sembra avere la risposta dietro l’angolo ma ad ogni passo qualcosa non torna e tutto riparte da capo, si azzera e si annulla. Allo stato attuale le cose sono cambiate, gli ingranaggi investigativi si sono mossi seguendo una dinamica da sempre scritta e delineata da chi ha urlato a gran voce giustizia e verità per Serena.