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Redazione Lazio

SE NON VOGLIAMO DIVENTARE UN RIFIUTO GETTIAMO CHI CI INCENERISCE

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Tempo di lettura 2 minuti Ma chi sarebbe quel pazzo che mentre la voragine siciliana sta fagocitando il nostro Paese, insieme alle atre regioni con i conti in rosso, chiede a un Lombardo di rimanere in Sicilia?

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Chiara Rai

Uno sfogo, ogni tanto, ci vuole. La speranza dello sfogo è che qualcuno che ha potere e maggiore incidenza d’intervento raccolga queste parole e non le getti a mare come un qualsiasi sacchetto di plastica che sta togliendo ossigeno ai fondali e sta definitivamente cambiando assetto agli ecosistemi. La regione Sicilia è sull’orlo del default economico, per dirla d’effetto“ ha fatto il botto”. La lettera di Monti non lascia spazio a dubbi: Palazzo Chigi intima l’uscita di scena del governatore Raffaele Lombardo che, nonostante le gravissime rilevazioni della Corte dei Conti e il volume di residui passivi cresciuti da 5 a 7 miliardi di euro e nonostante quasi tutti i saldi fondamentali di bilancio presentino valori negativi, resta aggrappatissimo alla sua poltrona e non la molla con la scusa che “qualcuno da Roma gli avrebbe chiesto di restare”. Ma chi sarebbe quel pazzo che mentre la voragine siciliana sta fagocitando il nostro Paese, insieme alle atre regioni con i conti in rosso, chiede a un Lombardo di rimanere in Sicilia? O lo stivale si è capovolto, oppure stiamo finendo ammassati come i 58 miliardi di bicchieri di plastica e 200 miliardi di bottiglie di acqua minerale che ogni anno buttiamo in mare, forse senza pensare che le bottigliette di plastica possono rimanere nell'ambiente per mille anni, così come le buste di plastica, le lattine di alluminio e gli oggetti in polistirolo. E per mille anni ci porteremo sul groppone dei mostri che inquinano irreversibilmente il nostro ecosistema. Ma che ci frega, adesso che è estate ci facciamo i giri in barca in superficie e d’inverno lucidiamo i nostri scafi per prendere il largo battendo bandiera panamense, quando l’opportunità ci si presenta davanti. L’estate è bella, ci si scopre, si fa il bagno, ci si abbandona alla spensieratezza. Ma l’estate è anche silente, sinuosa e lascia libere le menti più macchinose e pianificatrici di agire indisturbate. Mentre i rifiuti ci fagocitano, mentre le Regioni succhiano i nostri soldi come aspirapolveri impazzite, mentre si sotterrano e dissotterrano fusti tossici (sport che piace ai politici per cavalcare l’onda dei consensi a discapito dei veri ideali e concrete preoccupazioni che muovono i cittadini), mentre l’idea che gli inceneritori possano sostituirsi a un modus vivendi che purtroppo non ci appartiene (perché altrimenti non saremmo a questo punto), mentre il servizio di raccolta “porta a porta” diventa un lancio mediatico per le amministrazioni locali….si leva uno sfogo che intende dire basta ad una politica riciclona che però adotta gli inceneritori per incapacità amministrativa. Basta all’inerzia fagocitante di quelle che abbiamo ancora il coraggio di chiamare autonomie…decentramenti governati da poche punte di diamante e da tanti corvi che si buttano a capofitto sulla carne umana appena macellata.    

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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