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di Maurizio Costa
Il governo è pronto a discutere la nuova riforma della scuola durante il Consiglio dei Ministri che si svolgerà mercoledì 3 settembre. Le linee guida sono state decise ma adesso la battaglia si combatterà anche con i sindacati, contrari ad alcuni punti del Piano.
Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha dichiarato che “è arrivato il momento di discutere contenuti e strumenti della riforma. Questo è un lavoro che portiamo avanti da mesi.” Anche Matteo Renzi è ottimista: “Non ci sono assolutamente problemi. È tutto pronto, le coperture ci sono.”
Lo scopo della riforma Giannini è quello di eliminare le supplenze, assumere 100mila nuovi professori e aumentare la meritocrazia all’interno del sistema scolastico. Il governo ha pronti 1,5 miliardi di euro per coprire il Piano e per dare più soldi in busta paga a chi merita di più.
Supplenze – Il capitolo supplenti è quello che sta più a cuore all’esecutivo di Renzi. Il costo delle supplenze ammonta a 3,5 miliardi di euro l’anno e il governo vuole cercare di risolvere la situazione. I supplenti sono sinonimo di precariato e la riforma prevede una sorta di ‘cambio di ruolo’. L’esecutivo vorrebbe inglobare questi supplenti e farli diventare dei ‘sostituti’, svincolati da cattedre ma legati con contratti triennali a singole scuole, in modo da subentrare in caso di necessità.
100mila assunzioni – Il governo vorrebbe assumere 100mila professori nell’arco di un quinquennio. Questi docenti verrebbero selezionati tra i vincitori delle Graduatorie ad esaurimento. Gli sviluppi sarebbero enormi ma, in questo caso, le coperture contano molto e il governo dovrà rimediarle in qualche modo.
Meritocrazia – La sfida ‘impossibile’ del governo è quella di premiare gli insegnanti più bravi. Dato che è difficile trovare criteri oggettivi di valutazione, il premier pensa di dare più soldi in busta paga ai professori che lavorano più ore.
L’esecutivo, inoltre, vuole aumentare le ore di geografia e storia dell’arte, due materie che negli ultimi anni sono state prese un po’ sotto gamba.
Non è una sfida impossibile. La riforma della scuola è il primo passo verso una società migliore. Inoltre, se si riescono a creare nuovi posti di lavoro, la situazione migliorerebbe ancor di più.
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