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di Chiara Rai
Angelino ha deciso di ammaliare Renzi con una chiacchiera democristiana. Anche se non ama definirsi un moderato fine a se stesso, parla del giovane segretario Pd come di una persona sincera scevra dai retaggi della vecchia politica ma in realtà dietro a queste parole si nasconde la consapevolezza delle aderenze del toscanaccio, una rete di consensi che neppure gli scandali sollevati dal suo stesso partito in merito a spese pazze, riescono a forare per liquidare in quattro e quattr’otto la sua carriera politica. C’è chi all’interno del Pd vede già passare i sottotitoli: “Hai osato troppo”. Ma il ragazzetto Matteo, nato a Firenze l’11 gennaio del 1975 si muove bene perché ha iniziato presto ha imparare la dialettica della scuola della balena bianca, infatti prima di diventare sindaco era già consigliere comunale di Rignano sull'Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana. Ora, se Angelino parla come un oracolo a corto di seguaci è perché teme che Renzi e Berlusconi possano dialogare alle sue spalle su una possibile convergenza in tema di modelli elettorali e allora il rischio è che potrebbe ballargli la poltrona prima del 2015. Ma poi, stringe i denti e punta sulla morale propinando avvertimenti con i guanti bianchi all’alleato Matteo, tanto il linguaggio adoperato dai due è lo stesso: "Renzi e' un giovane politico, ha tutto l'interesse a dire una cosa e farla perché non mantenere le cose dette e' tipico dei vecchi leader, lui ha detto pubblicamente che non vuole far cadere il governo e io ho deciso di fidarmi di lui. Ci fidiamo – ha aggiunto Alfano – e siamo convinti che Renzi non usera' l'approvazione rapida della legge elettorale per tornare al voto". Intanto la legge elettorale approderà in Aula alla Camera il prossimo 27 gennaio. Lo ha stabilito la conferenza dei Capigruppo. A buon intenditor poche parole.
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