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Cronaca

Milano, scuola: al via anno scolastico per 350mila ragazzi

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Tempo di lettura 2 minutiA Cormano una classe non entra a scuola per protesta: cambiato 8 insegnanti in 4 anni

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MILANO – Marco Bussetti, dirigente dell’Ufficio Scolastico Ambito Territoriale di Milano e della Città Metropolitana, ha inaugurato il nuovo anno scolastico con i ragazzi della 3A e 3B dell’ istituto Comprensivo Statale di “Via della Spiga”, in pieno centro a Milano. Sono circa oltre un milione gli studenti che tornano sui banchi (dalla primaria alle superiori) in Lombardia, di cui oltre 350mila nel capoluogo lombardo e provincia. Agli alunni dell’istituto, che affronteranno l’ultimo anno prima del salto verso le scuole superiori, ha ricordato l’importanza dello studio, “fondamentale per ottenere qualsiasi risultato : nella vita non regala niente nessuno senza impegno”, ha detto ai ragazzi, ricordandogli di non sottovalutare lo “spirito di gruppo” e di concentrarsi sullo studio delle lingue, oltre che di tutte le altre materie, perché sono “due le cittadinanze che avete: una italiana e una europea”.
Un invito anche ai genitori e al dialogo con i professori : “che ascoltino gli insegnanti, gli insegnanti dialoghino con i genitori, genitori e insegnanti dialoghino con i ragazzi” scrive Bussetti nella lettera inviata a tutti i dirigenti e il personale – “così si può svolgere un’azione preventiva rispetto ai disagi eventuali (il dialogo è anche prevenzione al bullismo)”.
Infine, un messaggio rivolto ai docenti, che “svolgono un lavoro determinante: vivete la relazione umana con i più giovani e li aiutate ad affrontare il futuro, mettendo quotidianamente nella vostra attività una grande attenzione per ogni studente”. A Cormano l’anno si è aperto con la protesta degli alunni di una quinta, rimasti fuori dalle aule. Dopo il cambio di otto insegnanti in quattro anni, infatti, alla scuola primaria I Maggio, è scattata l’iniziativa di protesta.

VACCINI, LORENZIN: NON C’E’ NESSUN CAOS, PROCEDURE CHIARE – Intanto resta aperto il tema dei vaccini obbligatori per gli studenti, con la scadenza di ieri per presentare autocertificazione e documentazione nei nidi e nelle scuole materne, mentre per i bambini più grandi ci sarà tempo fino al 31 ottobre. Il ministro Beatrice Lorenzin ha parlato dell’obbligo vaccinale a Radio Montecarlo: “Vorrei dirlo molto chiaramente: non c’è alcun caos, il caos esiste solo in quei casi in cui non si vuole applicare la norma. Le procedure sono state chiarite, chi vuole mettere in regola i propri figli può farlo in qualsiasi maniera e c’è la volontà dell’amministrazione di venirgli incontro”, ha detto. “A chi dice che si poteva fare qualcosa prima faccio notare che il piano nazionale vaccini dello scorso gennaio nasce da un lavoro durato tre anni, molte regioni hanno già cercato di rendere obbligatorie le vaccinazioni proprio perché con le campagne di comunicazione non si riusciva a raggiungere le famiglie e oggi, a fronte dell’urgenza, abbiamo deciso di intervenire tornando con l’obbligo della vaccinazione al passato ma con mezzi moderni”, secondo il ministro. Riguardo alla possibilità di affidare da subito a scuole e aziende sanitarie lo scambio delle informazioni sulla condizione vaccinale dei bambini. Lorenzin afferma: “Sul piano anagrafico e informatico non tutte le regioni sono allineate ma il Ministero ha subito recepito l’invito della conferenza Stato-Regioni di permettere un dialogo informatico a partire dall’anno 2019: ovviamente questo dipende dalla tempistica e dalla prontezza delle amministrazioni locali”. “Questa vicenda sia stata molto esasperata dalle strumentalizzazioni politiche e questo mi spiace davvero molto anche per il ruolo che le istituzioni dovrebbero avere”, ha detto ancora Lorenzin che sulle posizioni ‘no vax’, contrarie all’obbligatorietà delle vaccinazioni commenta: “Non c’è nessuna volontà di censura: non stiamo lavorando sulla rimozione dei contenuti ‘no-wax’ presenti in rete, noi stiamo cercando di capire con la polizia postale come intervenire in caso di fake news, di notizie evidentemente false che provochino allarme sociale”.