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Italia attraversata dallo sciopero generale indetto dalla CGIL e sostenuto dalla UIL, in aperta protesta contro la legge di bilancio 2025 proposta dal governo Meloni. Il cuore delle critiche sindacali risiede nei tagli ritenuti “insostenibili” per settori strategici, come il fondo per l’automotive e la sanità. Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha dichiarato che la manovra “ignora i problemi reali delle persone” e ha definito alcuni provvedimenti come “un pugno in faccia” per il Paese.
Nonostante il coinvolgimento della UIL, il resto delle sigle sindacali si è dissociato, evidenziando un isolamento della CGIL nella mobilitazione. La CISL, ad esempio, ha preferito il dialogo al conflitto, mentre altre organizzazioni hanno criticato il metodo e la tempistica dello sciopero.
La tensione sociale si è acuita a Torino, dove i manifestanti hanno lanciato uova contro le forze dell’ordine, episodio che ha sollevato preoccupazioni sulla deriva delle proteste.
Critiche e speculazioni politiche
Dall’altra parte, il governo e alcuni osservatori politici hanno insinuato che dietro la mobilitazione ci sia una chiara matrice politica. La premier Giorgia Meloni ha accusato i sindacati di avere “un piccolissimo pregiudizio”, sottolineando che la protesta è stata convocata prima ancora dell’incontro tra governo e parti sociali sulla manovra. Alcuni membri della maggioranza vedono nello sciopero un tentativo di delegittimare il governo, soprattutto in un momento di crescita economica e di tagli al cuneo fiscale che, secondo l’esecutivo, beneficiano i redditi più bassi.
La Premier ha quindi difeso la legge di bilancio, affermando che il governo ha concentrato le risorse su misure per il sostegno ai redditi medio-bassi, la riduzione delle tasse e il rafforzamento della sanità. Ha anche sottolineato che il Superbonus, pur essendo stato un costo ingente, ha rappresentato un investimento necessario, e ha difeso la scelta di privilegiare politiche fiscali a favore dei lavoratori, criticando i sindacati per non aver riconosciuto i benefici della manovra.
Il dibattito rimane acceso anche tra le opposizioni: il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sostengono l’iniziativa sindacale, giudicando la manovra “iniqua e distante dalle esigenze dei lavoratori”. Tuttavia, l’assenza di un fronte unitario nel panorama sindacale e politico evidenzia divisioni profonde, sia sul piano delle strategie di protesta che sulle alternative proposte.
La sfida del consenso e del dialogo
L’evento di oggi segna un nuovo capitolo nella complessa relazione tra sindacati e governo, mettendo in luce la necessità di un dialogo più incisivo per affrontare temi come la precarietà, la riduzione delle disuguaglianze e il rilancio dei settori strategici. Lo sciopero, pur visibile nelle principali città italiane, pone interrogativi sull’efficacia delle mobilitazioni in un panorama politico e sociale sempre più frammentato.
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