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Editoriali

Schiavi delle banche e dell’Unione Europea, forse basta così

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Molti Italiani emigrano, e molti emigrerebbero volentieri, se solo la loro pensione glie lo permettesse: sono infatti ben il 70% le pensioni erogate dall’INPS che si fermano sotto la soglia dei 1000 euro. I problemi sono intuibili, quando ogni mese si deve lesinare il centesimo per approdare all’erogazione successiva. Ma per chi ha voglia di emigrare e trovarsi in un altro paese, senza allontanarsi da casa, basta accendere la TV e guardare il Tiggì della RAI. Crisi superata, ripresa in atto, mercati in rialzo, centinaia di migliaia di posti di lavoro nuovi, disoccupazione in ribasso.

Sbarchi di migranti diminuiti in maniera esponenziale, aggressioni a polizia e carabinieri solo nella fantasia malata di alcuni fake-news makers (nonostante i filmati amatoriali), sparite le rapine in villa, i furti, gli stupri – tranne casi da ‘Chi l’ha visto’ – . Insomma, un paese idilliaco. Viene il dubbio che tutti i cartelli ‘VENDESI’ al di fuori soprattutto di seconde case e ‘AFFITTASI’ sulle vetrine di locali vuoti – che il giorno prima ospitavano un negozio – siano un parto della nostra fantasia. Com’è possibile, se il servizio pubblico ci dice il contrario? Chi mente?

Di contro, tutti criticano – e il termine è un eufemismo – il tentativo di Salvini e Di Maio di formare un governo secondo la volontà espressa dagli Italiani con il voto del 4 di marzo. Tutti i quotidiani, anche quelli che fino a qualche mese fa mettevano alla berlina – e peggio – il Piddì, responsabile di una situazione catastrofica, oggi stranamente si rivoltano contro chi quella situazione si sta adoperando per ribaltare, secondo ciò che è emerso dalla urne. È vergognoso poi ascoltare ciò che, al di là di ogni correttezza non solo politica, ha da dire il ‘reggente’ Martina (se c’è un reggente, aspetta ritorno del re, cioè di Renzi) sul tentativo di accordo di governo.

Menzogne destinate ad orientare la coscienza dell’uomo della strada, solitamente molto superficiale e che giudica ‘ad orecchio’, secondo l’antico principio che ‘se lo dice la tv, sarà senz’altro vero’. Nessuno infatti riflette sul fatto che le cariche in RAI sono politiche, e che gli ultimi arrivati sono lì per mano di quel Renzi che più della metà degli Italiani ha voluto mandare a casa. Gentiloni ogni giorno tuona da qualsiasi pulpito, intimando a chicchessia di non abbandonare la direzione europea seguita fino ad oggi, dimenticando che proprio quella Costituzione che lui e i suoi compagni nominano sempre dichiara che il popolo è sovrano. Ma già, sotto il tallone europeo i ‘sovranisti’ sono diventati una razza da cancellare. Eppure proprio e soltanto recuperando la nostra sovranità monetaria e nazionale potremo svincolarci da questi lacci e pastoie di una UE che vuole comandare in casa nostra – e in effetti lo fa. Grazie a Prodi, che con un commento-truffa dichiarò che con l’euro avremmo lavorato meno e guadagnato di più, e che ci fece quel bel regalo del calcolo a circa 2000 lire – contro 1 marco, 1 euro, 800 lire. La Germania pare che, a governo varato, abbia calcolato una rivenienza attiva di 100 miliardi di euro: indovinate perché? I commissari europei non fanno altro che quotidianamente censurare un governo italiano che ancora non c’è, solo sulla scorta di notizie di corridoio che tante volte si rivelano fasulle. Le Borse hanno incominciato il giochetto dello spread, come con Berlusconi. La realtà è che finchè saremo dipendenti dell’UE, saremo facile preda delle banche, che comanderanno anche la nostra politica interna, facendo salire o scendere lo spread e ricattandoci – con sistemi da usura – sul debito pubblico. Debito che andrebbe azzerato,- secondo slcuni economisti – visto che solo con il pagamento di interessi abbiamo già superato il suo ammontare complessivo. La Germania in questo è maestra. In realtà, fra i debiti di guerra della guerra 15/18, e successivi, la Germania è andata per ben tre volte in default. Ma, per consentire alla Germania di potersi risollevare, l’esposizione debitoria fu ridotta considerevolmente, nell’ordine del 50% complessivo. Inoltre la durata del pagamento del debito fu estesa fino a raggiungere i 30 anni.

Le somme corrisposte annualmente ai creditori, inoltre, furono legate al fatto che la Germania disponesse concretamente delle risorse economiche necessarie. La voce, quindi, del programma di governo che, se confermata, chiederebbe lo storno di 250 miliardi dal nostro debito, è più che giustificata. La clausola di pareggio di bilancio inserita nella nostra Costituzione è illegittima e non rispecchia i canoni economici riconosciuti da economisti non allineati. Pare che il debito pubblico sia ossigeno per l’economia della nazione, e che il pareggio di bilancio inneschi una spirale deflazionistica nociva all’economia. Oltre a sottrarre risorse all’economia della nazione. Se dovremo tenere fede a tutti gli impegni che l’UE ci impone, l’unico strumento per reperire il denaro per pagare i nostri interessi sul debito saranno le tasse e le imposte. Già solo l’aumento dell’IVA, chiesto da una Unione Europea in veste usuraria, – da 22 al 24% – farebbe aumentare esponenzialmente tutti i prezzi, con ricadute sui consumi e perdita di potere d’acquisto delle classi più deboli. I poveri aumenterebbero, ma ai poveri non pensa nessuno, in un paese che si permette il lusso di avere pensioni d’oro che arrivano anche a 91000 euro al mese.

Senza contare gli illegittimi vitalizi erogati a chi non ne ha titolo, non essendo stati coperti da adeguati versamenti. Ricordiamo che le pensioni, lungi dall’essere una benevola elargizione assistenzialistica, sono il frutto dei versamenti che sono stati operati sottraendo cifre anche sensibili dal guadagno di ciascuno. Se la coperta è corta, bisogna provvedere a ricucirvi una giunta. Se la coperta è corta è perché chi ha amministrato, lo ha fatto senza il principio del ‘buon padre di famiglia’, e i fondi dei versamenti hanno preso altre strade, non esclusa quella degli ammortizzatori sociali. Si fa tanto parlare contro il reddito di cittadinanza, millantando il fatto che alcuni potrebbero avere uno stipendio senza lavorare, ma è controinformazione. Nessuno invece si è preoccupato quando la FIAT di Agnelli metteva Mirafiori in cassa integrazione a spese dello Stato, e poi, sempre a spese dello Stato, apriva a Rionero; stabilimento che poi andrà anch’esso in cassa integrazione. E così via. Ma di che stiamo parlando? Siamo fra l’incudine e il martello, e i nostri politici, piuttosto che cercare di difendere l’Italia e gli Italiani dalle rapine europee, si alleano con chi ha voluto e vuole sempre di più sotterrarci. Il voto del 4 di marzo è stato chiaro e rivelatore. Rispettare la volontà degli Italiani è un dovere, superiore a quello di continuare il percorso europeo. Percorso europeo sì, – forse – ma a un patto: che l’Italia e gli Italiani non debbano ridursi ad accattoni peggio della Grecia. Vediamo invece che proprio chi ha il dovere civile, politico e umano di pensare ai milioni di poveri totali – cresciuti enormemente sotto l’UE – gioca sporco, difendendo invece le fantasie europee e, implicitamente, la banche internazionali che ci tengono per gli attributi: alle quali banche siamo, di fatto, schiavi.

Roberto Ragone