SCHIANTO TRENI IN PUGLIA, QUEL TRENO NON DOVEVA PARTIRE…INTANTO TORNA ALLA MENTE CREVALCORE

di Angelo Barraco
 
Bari – L’incidente ferroviario avvenuto in puglia fra un treno proveniente da Andria diretto a Corato e uno partito da Corato e diretto ad Andria ha cagionato la morte di 27 passeggeri e il ferimento di 15. Un numero disastro immane avvenuto a 100-110 kmH tra due mezzi che viaggiavano su un unico binario, al chilometro 51, linea gestita dalla società Ferrotramviaria. Immediatamente si sono avviate le indagini per far chiarezza su quanto accaduto, è stato istituito un pool di magistrati per coordinare le indagini e sono già emersi i primi risultati concreti. Il treno dalla stazione di Andria non doveva partire. Un importante tassello di un grande puzzle tutto da comporre. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo con le ipotesi di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. L’occhio investigativo è puntato sul personale, in particolar modo sui capistazione, di Ferrotramviaria che si trovava in servizio presso le stazioni di Corato e Andria. Il pm ha spiegato “Dobbiamo scandagliare ogni possibilità anche per non fare l'errore di fermarci a quello che è accaduto ieri". Tale affermazione è riferita alle ipotesi al vaglio degli inquirenti, una tra tutte riguarda il segnale per la partenza che è stato dato al treno che era fermo ad Andria. Il treno si è mosso con l’ok del capostazione e con il semaforo che ha dato un ulteriore conferma di poter proseguire la marcia. Gli inquirenti non escludono nessuna pista, anche se quella dell’errore umano sembra la più accreditata, ma se si fosse trattato di un guasto che ha portato all’attivazione del semaforo? Le indagini puntano su coloro che hanno permesso al treno di lasciare la stazione di Andria, si punta l’attenzione sulla sicurezza dei controlli, il raddoppio delle linee. Si punta l’attenzione sui fondi europei stanziati per il raddoppiamento della linea Bari-Barletta e sul ritardo che hanno accumulato i lavori, sulle normative e la sicurezza. I cittadini hanno paura, vogliono e pretendono risposte a seguito di un’immane tragedia che ha strappato alla vita semplici cittadini che svolgevano una normale esistenza. Una tragedia che forse, si poteva evitare. Si punta l’attenzione sui capistazione V.P. e A.P  e relativi collaboratori. Gli inquirenti verificheranno chi ha sbagliato a dare il segnale per la partenza. Sono state recuperate intanto le scatole nere. Il procuratore ha riferito che “Il treno che è partito per secondo non doveva partire”. Il direttore generale di Ferrotramviaria riferisce “L'unica stazione di incrocio è quella di Andria. Quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere”. Una tragedia che riporta alla mente una vicenda analoga, avvenuta a Bolognina di Crevalcore, il 7 gennaio del 2005 alle ore 12:53. Quel giorno vi era molta nebbia e un treno interregionale IR 2255 che proveniva da Verona ed era diretto a Bologna, con 200 passeggeri a bordo, si scontra in modo violento con un treno merci 59308 che proveniva da Roma, che proveniva in senso contrario, in un tratto ferroviario dove vi era binario unico, esattamente come quanto successo a Bari. L’impatto ha cagionato la distruzione della motrice del treno merci, della seconda carrozza, della vettura del pilota. Sono morti 17 passeggeri e numerosi i feriti nel violentissimo impatto.