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SCAVI DI POMPEI CHIUSI E TURISTI IN FILA AL SOLE. ECCO COSA E' ACCADUTO

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Tempo di lettura 2 minutiDario Franceschini scrive su Twitter “Altra assemblea a sorpresa a Pompei e turisti in fila al sole. Così si fa del male ai sindacati,ai diritti dei lavoratori e al proprio Paese”

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di Angelo Barraco
 
 
Pompei – Armati di cappellino, infradito e zainetto molti turisti stamane si sono recati, sotto il sole cocente, verso gli Scavi di Pompei, per ammirare la storia e l’arte ma qual è stata la sorpresa? Cancelli chiusi a causa di un’assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp, Unsa che si è riunita alle ore 9, un orario in cui i turisti non vedono l’ora di ammirare gli scorci illuminati dal sole e riempire i grandi spazi. La chiusura di un luogo così amato, così visitato e soprattutto in un periodo in cui il turismo è in forte crescita esponenziale, crea disagi al sistema economico che stamane hanno dovuto fare i conti anche i tour operator che non sono stati avvisati. I cancelli sono stati aperti soltanto alle 10.30, quando il disagio e il nervosismo dei turisti in attesa era arrivato alle stelle. La riunione che ha fatto attendere tanto i turisti e ha cagionato un danno ad uno scorcio d’Italia si è conclusa con la seguente decisione: i lavoratori della Sopraintendenza speciale di Pompei, Ercolano e Stabia lavoreranno a costi inferiori rispetto alle maestanze della Scabec, a cui sarebbero state affidate le aperture notturne.
 
 
Intanto la chiusura di stamane ha fatto battere i pugni sul tavolo a Dario Franceschini che prima ha scritto su Twitter “Altra assemblea a sorpresa a Pompei e turisti in fila al sole. Così si fa del male ai sindacati,ai diritti dei lavoratori e al proprio Paese” lamentando così il danno arrecato a turisti e al paese e poi ha esclamato che “Non e' possibile organizzare assemblee a sorpresa per impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione, con il risultato di lasciare centinaia di turisti in fila sotto il sole. Chi fa cosi' fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa de male al proprio paese”. Viviamo in un paese di arte, di cultura, in cui di turismo si potrebbe vivere e potrebbe essere l’unica risorsa per sorreggerlo a livello economico, ma il nostro paese non è in grado di valorizzare l’arte, di farne tesoro, di offrire tali beni ai turisti come fanno altrove. Perché? Perché l’italiano medio pensa alle proprie tasche e ignora la collettività ed il benessere comune.