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Chiesto risarcimento negato dall’ospedale e dal vaticano. Ora altre 180 famiglie sono pronte a costituirsi parte civile con l'associazione Codacons
di Cinzia Marchegiani
Roma – Sono state depositate ieri, 6 maggio 2015, dinanzi al Tribunale penale di Roma le prime cinque costituzioni di parte civile nell’ambito del processo per lo scandalo Tubercolosi al Gemelli.
I neonati erano risultati positivi ai test disposti dal Policlinico Gemelli dopo il caso dell'infermiera che si scopri essere affetta da tubercolosi, la stessa fu poi ricoverata allo Spallanzani.
Il Codacons, che rappresenta le famiglie di 5 bambini coinvolti nella nota vicenda sanitaria, ha scelto la strada della costituzione di parte civile allo scopo di far ottenere ai soggetti danneggiati dallo scandalo sanitario il giusto risarcimento, finora negato sia dall’ospedale, che non ha mai offerto un indennizzo alle famiglie nonostante una class action avviata dal Codacons e attualmente pendente in Tribunale, sia dal Vaticano, cui i genitori dei bimbi coinvolti si erano rivolti interpellando direttamente il Pontefice.
Ora altre 180 famiglie i cui bimbi erano risultati positivi ai test sulla Tbc subendo per questo una profilassi pesantissima, attraverso i legali dell’associazione (Avv.ti Antonio Castiello, Alessia Stabile, Nicola Sanitate, Giuliano Leuzzi e Vincenzo Rienzi) potrebbero aggiungersi a coloro che già hanno depositato le costituzioni di parte civile nel processo che vede gli imputati – dirigenti del nosocomio e medici – chiamati a rispondere del reato di lesioni personali colpose e relative aggravanti.
Il giudice della decima sezione del Tribunale penale di Roma si è riservato di decidere nella prossima udienza del 9 luglio 2015.
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