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di Maurizio Costa
Roma – Matteo Renzi ha la chiave per far ripartire il Paese: dal primo luglio prenderà il via lo "Sblocca-Italia", un provvedimento massiccio che farà riattivare i cantieri fermi da anni per problemi finanziari e burocratici in tutta Italia. La prima mossa sarà quella di riformare dalle basi l'edilizia scolastica italiana, che versa in condizioni disastrose. Il Governo stanzierà più di un miliardo di euro: una cifra importante che abbellirà e metterà in sicurezza più di 21mila plessi scolastici sparsi per la penisola.
Questo provvedimento, però, costerà caro alle casse dello Stato. Renzi ha pensato bene di rimediare i fondi dalla Cassa Depositi e Prestiti, una società per azioni per l'80,1% di proprietà del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che utilizza depositi postali (buoni fruttiferi e libretti di risparmio) per finanziare progetti degli Enti Locali e dello Stato. Per risanare le scuole serviranno esattamente un miliardo e 94 milioni di euro, cifra che la CDP elargirà al Governo.
I numeri – Lo "Sblocca-Italia" andrà a intaccare più del 50% degli edifici scolastici, con 21.269 interventi divisi in tre categorie: operazioni di abbellimento, di messa in sicurezza e di costruzione ex novo. I primi riguarderanno 18mila istituti: queste scuole verranno ripristinate funzionalmente e subiranno interventi di piccola manutenzione. Il prezzo di queste operazioni sarà di 450 milioni di euro. Altri 3mila istituti verranno messi in sicurezza, con rimozioni dell'amianto e delle barriere architettoniche, con un costo di 400 milioni. Infine, saranno sbloccati i cantieri di 389 nuove scuole che nasceranno sul nostro territorio, soprattutto al Nord.
Le parole di Renzi – Il Premier non nasconde la soddisfazione per aver dato il via ad un piano di interventi così maestoso: "Effetto immediato dello "Sblocca Italia" è che sia possibile operare sul singolo bene, nel rispetto delle norme, e sbloccare gli interventi fermi da 30 o 40 anni. Questo può dare un valore di fiducia e speranza al Paese."
Tanta fiducia e pochi dubbi. Le uniche incognite riguardano i finanziamenti: i soldi verranno presi dai depositi postali degli italiani, indebitando ancora di più le Poste, che comunque dovranno garantire ai proprietari dei depositi l'accesso ai propri fondi. La Cassa Depositi e Prestiti, dal canto suo, ha una disponibilità liquida che si aggira attorno ai 147mila milioni di euro, una cifra elevatissima che aiuterà il Paese ad allinearsi con il resto d'Europa.
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