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Redazione
Altri quattro tra medici e tecnici di laboratorio che sarebbero venuti a contatto, diretto o indiretto, con il virus dell'Ebola durante la degenza del 37enne infermiere e cooperante sassarese rientrato il 6 maggio dalla Sierra Leone, sono stati messi in isolamento. Si tratta di una misura precauzionale per gli stessi operatori sanitari dei quali vengono monitorati, come per gli altri 13, i parametri fisiologici.
I contagiati aumentano. E' polemica. si scatena la polemica sulla gestione dell'emergenza. Dopo il vertice in prefettura a Sassari di tre giorni fa, durante il quale è stato fatto il punto sulla situazione e verificate alcune criticità, come l'assenza della barelle di biocontenimento l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari avrebbe fatto scattare un'inchiesta interna per verificare se siano state seguite alla lettera le procedure ministeriali previste per la gestione di un caso di contagio da virus. A Sassari infatti da ottobre scorso è stato approntato uno dei centri di emergenza per le malattie infettive. L'altro in Sardegna, è a Cagliari. Sono dunque 17 in totale, tra familiari (quelli più a rischio per essere stati molto tempo a contatto con il cooperante), medici, infermieri, tecnici e operatori del 118 che sono in isolamento dopo il ricovero del 37enne allo 'Spallanzanì. Il sindaco di Sassari rigetta polemiche: "Siamo stati protagonisti per la prima volta -dice Nicola Sanna- del primo caso di Ebola registrato sul territorio nazionale ed europeo che è stato gestito professionalmente e senza rischio, attraverso l'adozione dei protocolli necessari da parte delle Unità di crisi regionale e locale. Ritengo sia necessario utilizzare cautela e non scatenare panico su eventuali rischi di contagio perché spesso gli allarmismi fanno più danno del vero pericolo".
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