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SARDEGNA UN FLUSSO DI MIGRANTI E DI MILIONI DI EURO PER RESORT SNOBBATI

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di Cinzia Marchegiani

La Regione Sardegna rappresenta un esempio tangibile di quanto l’immigrazione dei flussi provenienti dall’Africa abbia profondamente colpito quest’isola. Gli ultimi dati aggiornati a febbraio 2015 indicano 1.402 immigrati accolti nelle strutture aggiudicate con regolare gara di appalto delle prefetture. La Sardegna partecipa concretamente con il 2% nella distribuzione delle persone assistite in mare o fatti arrivare attraverso voli speciali, nel cuore di questa isola. 

GESTIONE ACCOGLIENZE, POLEMICHE MILIONARIE E RESORT SNOBBATI DAI MIGRANTI
I bandi delle Prefetture della Sardegna che servono ad aggiudicare alle strutture alberghiere e associazioni l’accoglienza degli immigrati, con tanto di erogazione “pocket money” del valore di 2,50 euro pro capite/pro die, fino ad un massimo di 7,50 euro per nucleo familiare (da fornire sotto forma di buoni spendibili in strutture ed esercizi commerciali convenzionati o di denaro contante) e di una tessera/ricarica telefonica di 15 euro all’ingresso nella struttura e l’erogazione per uso personale e per esigenze acclarate da prescrizione medica (di alcuni farmaci di fascia C, compresi quelli per uso pediatrico, quali antipiretici, antidolorifici, creme contro traumi, creme/pomate antiemorroidali, antiscabbia o per dermatiti in generale), nascondono in realtà un flusso di denaro incredibile, si parla di milioni e milioni di euro, che con procedure d’urgenza il Ministero dell’Interno eroga, 35 euro a persona per un totale di 275 giorni all’anno. Strutture che sono alberghi da favola che per un normale vacanziere costano 65/70 euro a persona. Ma non solo, quello che emerge dai fatti avvenuti su quest’isola ha dell’incredibile, oltre a questi appalti di natura milionaria, si celano altri costi legati ai voli di Stato per trasportare le persone che vengono accolte nelle strutture aggiudicatrici, resort da mille e una favola, poiché la Sardegna non ha tante disponibilità che possano soddisfare le condizioni richieste, del vitto, alloggio e assistenza. Ma i resort non sono spesso di gradimento e  vengono snobbati dai richiedenti d’asilo perché location troppo isolate e con un aggravio di spese gli stessi rifugiati chiedono e pretendono di essere spostati in altre città italiane…altri invece, approfittando della mancata sicurezza e vigilanza, sono fuggiti senza lasciare traccia.

DENUNCIA SU GLI ULTIMI SBARCHI 210 IMMIGRATI PRESI DAL CANALE DI SICILIA
Solo pochi giorni fa, una nave mercantile Spagnola ha fatto sbarcare direttamente al Porto di Cagliari 210 immigrati che aveva soccorso nel canale di Sicilia, e poi opportunamente distribuiti dalla Prefettura di Cagliari nelle strutture ricettive dell’isola, un operazione che ha imposto il blocco del traffico nella statale e impegnato centinaia di mezzi e uomini delle forse dell’ordine e volontariato.
“La Sardegna sta diventando come Lampedusa”, sono le preoccupazioni del deputato di Unidos Mauro Pili e Salavatore Deidda di FdI che commentando quest’ultima notizia hanno sollevato i timori che l’isola diventi la frontiera degli sbarchi provenienti da Libia e Nord Africa, vissuta di fatto come una forzatura dello Stato, facendo diventare questi porti come zona franca, alimentando anche le tensioni sociali. Deidda replica:”Non solo a Cagliari, divenuta oramai una zona franca sulle leggi riguardanti i parcheggiatori e venditori abusivi, ma ricordiamo anche Valledoria, Castelsardo, Aritzo. Le Istituzioni, sia quella regionale che le amministrazioni locali – prosegue Deidda – devono chiedere al Governo di attuare un blocco navale ed impedire l'arrivo di altre navi e, come richiesto dalla Regione Valle d'Aosta, rifiutarsi di essere oggetto di trasferimenti di immigrati su decisione del Ministro dell'Interno.”
Una lettura attenta dei bandi della prefettura si può intuire come questi “sbarchi forzati” erano contemplati: “tuttavia la Prefettura si riserva la facoltà di derogare a tale limite (100 posti per struttura) qualora la struttura abbia una capienza superiore, in relazione all’andamento del flusso migratorio ed in caso di indisponibilità di altre strutture idonee. 

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