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Cronaca

Sarah Scazzi: quel silenzio d'agosto che ha ucciso Avetrana

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Tempo di lettura 13 minutiAvvocato Gentile: "Sabrina: Il provvedimento della Corte lo dice chiaramente che fino al settembre 2017 il termine non perde efficacia"

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di Angelo Barraco

Avetrana – Era il 26 agosto del 2010, il sole batteva a picco sui tetti delle case e sulle auto parcheggiate ai bordi delle strade asfaltate, il silenzio veniva spesso interrotto dal frinire delle cicale che trasformavano l’atarassia di quelle calde giornate in un concerto che la natura omaggiava generosamente e senza pretendere nulla in cambio. Siamo ad Avetrana, un Comune della Provincia di Taranto, in Puglia. Sarah Scazzi, una ragazza di 15 anni che vive con la sua famiglia in quelle strade silenziose del sud Italia, è una ragazza allegra, spensierata e alle 14.30 circa si incammina verso casa della cugina Sabrina Misseri con la quale aveva intenzione di recarsi al mare. Ma il breve tragitto che separa la casa della famiglia Scazzi dalla casa della famiglia Misseri sembra improvvisamente dilatarsi a dismisura poiché la 15enne non arriva a casa della cugina e quest’ultima, non vedendola, fa uno squillo ma a vuoto, il tentativo successivo da irraggiungibile. La macchina investigativa parte immediatamente e le forze dell’ordine, con l’ausilio di unità cinofile, perlustrano casolari, canali e pozzi alla ricerca della ragazza ma le ricerche danno esito negativo. Vengono ascoltate diverse persone presso la caserma di Manduria con il tentativo di ricostruire gli ultimi momenti della giovane, viene ascoltata la cugina Sabrina. Viene esclusa sin da subito l’ipotesi dell’allontanamento volontario  e in un primo momento viene ritenuta attendibile, da parte degli investigatori, l’ipotesi del sequestro di persona e si pensa che Sarah, uscita da casa, sarebbe stata affiancata e costretta a salire all’interno di un’autovettura. Si azzarda l’ipotesi di un possibile collegamento tra la scomparsa della giovane e quella del 39enne Antonio Sammarco, avvenuta a Manduria, che dista esattamente 10 km da Avetrana ma gli inquirenti escludono sin da subito ogni possibile collegamento tra i due casi. Le ricerche vengono intensificate e il Viminale rende noto che il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse ha provveduto nell’attivare i canali necessari affinché venga ritrovata Sarah. Spunta intanto un testimone, che dichiara gli inquirenti di aver visto Sarah Scazzi ad Avetrana prima della sua scomparsa nel tratto di strada tra Via Raffaello Sanzio fino a Via Grazia Deledda, vicino casa della famiglia Misseri, dove c’era Sabrina che l’aspettava per andare al mare. L’uomo rende testimonianza agli inquirenti qualche giorno dopo, poiché apprende la notizia della scomparsa della giovane sfogliando il giornale e ricorda quel momento, la sua testimonianza viene comunque ritenuta attendibile e da nuovi spunti alle indagini. Il 14 settembre del 2010 i Carabinieri di Avetrava e il pm titolare dell’inchiesta decidono di ascoltare Concetta Serrano Spagnolo, madre della giovane scomparsa, per avere maggiori delucidazioni in merito ad alcune frasi pronunciate nel corso della trasmissione Rai “Pomeriggio sul 2” in cui la donna si era espressa con questi toni: “Io posso escludere tutti e accusare tutti. Investigassero su familiari che sapevano che Sarah quel giorno doveva andare al mare”. Il 29 settembre del 2010 avviene una svolta sul piano investigativo poiché viene rinvenuto il cellulare di Sarah in contrada “Tumani” a sette chilometri da Avetrana. Parzialmente bruciato, senza batteria e sim è stato rinvenuto in mezzo ad un cumulo di cenere vicino al ciglio della strada. A trovare il telefonino è stato Michele Misseri, zio della giovane nonché padre di Sabrina e Valentina che ha ricostruito il momento topico raccontando di aver dimenticato un cacciavite nell’uliveto dove aveva lavorato il giorno precedente con un amico e dopo aver visto il cellulare, che ha riconosciuto grazie ad un lucchetto, ha chiamato la figlia Valentina ed è tornato a casa. Ha riferito agli inquirenti quanto accaduto conducendoli sul luogo del ritrovamento e alla domanda in merito al fatto se avesse visto Sarah il 26 agosto lui ha risposto di no, riferendo che si trovava in cantina perché il trattore non partiva.
 
La macchina investigativa si muove senza sosta e vengono ascoltate quattro persone come informate sui fatti, tra cui Sabrina Misseri e Mariangela, amica che con l’auto sarebbe dovuta andare al mare con entrambe. Il 6 ottobre 2010 è una giornata decisiva per l’inchiesta poiché Michele Misseri, a seguito di un incessante interrogatorio, confessa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio della nipote Sarah. Riferisce agli inquirenti di aver strangolato la nipote nel garage della sua casa e di aver occultato il cadavere il giorno stesso della scomparsa. Il corpo di Sarah Scazzi viene rinvenuto dagli inquirenti dopo che Michele Misseri da precise indicazioni in merito al luogo dell’occultamento. Concetta Serrano è in collegamento diretto con il programma “Chi l’ha visto?” proprio nella casa della famiglia Misseri quando apprende la notizia che gli investigatori stanno cercando il corpo. La donna ha appreso la tragica notizia qualche ora dopo. Il comandante dei Carabinieri di Taranto ha dichiarato che Sarah Scazzi “non ha subito violenza sessuale prima di morire” e in merito a Michele Misseri il Procuratore di Tarando ha riferito: “ha confermato di aver ucciso la povera fanciulla e ha indicato il posto dove il cadavere era stato da lui nascosto; ci ha portati sul posto e, quindi, ci ha consentito di fare i dovuti accertamenti”. Il gip convalida a Michele Misseri il fermo a seguito dell’interrogatorio di garanzia. Vengono a lui contestati i seguenti reati: sequestro di persona, omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere. Aveva inoltre confessato agli inquirenti che aveva già tentato avances sessuali con la nipote che l’avrebbe uccisa mediante strangolamento a seguito di un respingimento. Le tv e i giornali conoscono Avetrana e “Lo zio Michele”, intitolando pagine giornaliere con esperti del settore che propongono interviste esclusive a vicini, parenti ai fini di individuare la verità all’interno di una matassa tutta da sbrogliare. Zio Michele ha tenuto nascosto il cellulare della nipote dopo il delitto, in un’occasione avrebbe tentato di farlo ritrovare abbandonandolo per circa un’ora in un supermercato poco distante da una caserma dei Carabinieri ma nessuno lo ha prelevato e allora lo ha nuovamente ripreso. Dalle indagini scientifiche svolte sul telefonino di Sarah sono emerse impronte digitali di diverso tipo, intanto zio Michele diventa un fiume in piena che muta le sue dichiarazioni aggiungendo sfumature e/o cambiandole, cadendo in contraddittorio e talvolta risultando anche poco credibile. Viene ascoltata Sabrina Misseri e dopo sei ore d’interrogatorio presso la caserma di Manduria viene fermata con l’accusa di concorso in omicidio, accusata inoltre di sequestro di persona, omicidio volontario in concorso ma la giovane respinge le accuse. Sul finire di ottobre del 2010 il gip convalida il fermo per Sabrina Misseri e nelle pagine dell’ordinanza del Gip di Taranto si apprende che i motivi cautelativi riguardano il pericolo di inquinamento delle prove e pericolo di fuga inoltre si legge che Sarah è stata uccisa “nella cantina del garage con una corda: un reato che si è compiuto ''in tre momenti''. Secondo il Gip c’è stata “la volontà di realizzare l'evento delittuoso, la consapevolezza di tutti i concorrenti e la coscienza e la volontà di contribuire al verificarsi del reato”. Si legge in alcune dichiarazioni del medico legale riportate sui quotidiani dell’epoca che “le lesioni riscontrate sul collo della vittima sono compatibili anche con l'azione di una persona di sesso femminile, non particolarmente gracile”. Il 20 ottobre gli inquirenti ascoltano il testimone Ivano Russo, un amico di Sarah e di Sabrina. Nel novembre 2010 Michele Misseri si autoproclama unico responsabile del delitto, gli inquirenti intanto analizzano il traffico telefonico si Sabrina Misseri per ricostruire il delitto, principalmente nella fascia oraria che va dalle 14.20 alle 14.39 del 26 agosto 2010 e secondo tale ricostruzione e gli sms intercorsi, il delitto sarebbe avvenuto in un arco temporale di 7 e 4 minuti. Ma gli indizi di colpevolezza su Sabrina sono tanti e la decisione è una sola: deve restare in carcere. Il mistero rimane l’arma del delitto poiché si parla inizialmente di una corda e successivamente di una cintura: Misseri, nel corso dell’interrogatorio del 5 novembre, riferisce che l’arma del delitto è una cintura. Il 6 novembre gli inquirenti si recano nella villetta in Via Deledda  e sequestrano 49 cinture. I Carabinieri del Ris di Roma individuano su alcune di esse macchie ematiche, una di esse viene indicata dallo stesso Michele Misseri come arma del delitto nel corso dell’interrogatorio del 5 novembre. Nel gennaio del 2011 Zio Michele, rinchiuso nel carcere di Taranto, cambia versione e discolpa Sabrina che lui stesso aveva accusato. L’uomo, attraverso un epistolario, riferisce di aver subito un ricatto e di essere stato “costretto” a fare altri nomi ma non spiega chi lo avrebbe ricattato.
 
Le indagini proseguono serrate e gli inquirenti sono alla ricerca di un’autovettura bordeaux-amaranto che sarebbe passata davanti casa Misseri ben due volte il 26 agosto alle ore 14.45. Ma la posizione di Sabrina Misseri resta invariata nei primi mesi del 2011 poiché viene rigettato il ricorso presentato dai difensori contro l’ordinanza con la quale il gip aveva respinto la scarcerazione, successivamente viene anche rigettata dal Gip del Tribunale di Taranto la richiesta di incidente probatorio in merito a due lettere inviate da Michele Misseri alle figlie dove la scagionava. Il 23 febbraio del 2011 i Carabinieri arrestano Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Michele Misseri. I due vengono accusati di concorso in soppressione di cadavere. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, il giorno del delitto il corpo di Sarah Scazzi viene trasportato dal garage di Via Deledda nelle campagne per essere poi nascosto nel pozzo. Dalle indagini emergono due telefonate di Misseri al fratello Carmine e al nipote che sarebbero, secondo gli inquirenti, indicative del tentativo dell’uomo di coprire i due che lo avrebbero aiutato nella soppressione del cadavere. Quindi secondo gli inquirenti i due avrebbero aiutato Michele a disfarsi del corpo e dai tabulati telefonici relativi al 26 agosto 2010 emerge un’interazione tra i fratelli Misseri di cinque telefonate. I difensori presentano ricorso e i due uomini tornano in libertà che nel marzo del 2011 sono indagati a piede libero. La madre di Cosma, nel corso di un’intervista datata 8  marzo, aveva dichiarato: “Perché non arrestano a Cosima Serrano? Che sa tutto. E perché non é indagata? E' lei l'autrice di tutto, lei sa tutto”. Il 23 marzo 2011 i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto scrivono nelle motivazioni relative alla scarcerazione di Carmine Misseri e Cosimo Cosma che non andavano arrestati il 23 febbraio scorso, malgrado vi fossero a loro carico indizi di colpevolezza in ordine al reato di concorso in soppressione di cadavere. Le indagini proseguono senza sosta e gli inquirenti sequestrano due compressori dal garage di casa Misseri, l’uomo inoltre aveva fatto menzione di un compressore in riferimento alla caduta di Sarah che avrebbe battuto la testa dopo lo strangolamento. Su uno degli oggetti appartenuti a Sarah viene rinvenuto del dna e nel mese di aprile vengono convocate quattro persone e viene chiesto loro di poter prelevare il Dna. Una di esse è Cosima Serrano, Carmine Misseri, Cosimo Cosma,  c’è poi Ivano Russo. Cosima però si rifiuta perché non era stata avvertita e non vi era il suo avvocato. Tale richiesta da parte della Procura nasce a seguito del ritrovamento di un Dna diverso rispetto a quello delle persone accusate. Il 26 maggio 2011 la svolta, Cosima Serrano e Sabrina Misseri sono accusate in concorso, sequestro di persona, omicidio premeditato e soppressione di cadavere di Sarah Scazzi. L’accusa contro Cosima nasce da un racconto fatto da un fioraio che riferisce di aver visto la donna far entrare Sarah in macchina con forza, due giorni dopo ha ritrattato dicendo però che si trattava di un sogno. Per entrambe è stata notificata la custodia cautelare in carcere. Dalle ricostruzioni dagli inquirenti è emerso un dato che cambia notevolmente la prospettiva della vicenda poiché il delitto non sarebbe avvenuto in garage ma in casa. Franco Sebastio, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, ha riferito all’Ansa: “Abbiamo continuato a lavorare raccogliendo una notevole quantita' di nuovi elementi. Continuiamo a lavorare per completare il mosaico di questa vicenda. Ricordo che c'e' sempre la presunzione d'innocenza”. Nell’ordinanza di custodia cautelare per Cosima e Sabrina si legge: “Sarah Scazzi è stata strangolata all'interno dell'abitazione della famiglia Misseri, circa tra le 14 e le 14 e 20. A quell'ora, in quell'edificio (comprensivo, in tal definizione, sia dell'abitazione in senso proprio che del garage), c'erano Michele Misseri, sua moglie Cosima Serrano, e la loro figlia Sabrina: tra costoro, quindi, bisogna cercare l'assassino, o gli assassini, della ragazzina” continua “per uccidere qualcuno tanto più se si tratta di un'adolescente di 15 anni e di una persona di famiglia, nonché di un'azione lesiva non esauritasi 'uno momento' bensì protrattasi – come hanno convenuto, almeno su questo punto, tutti i consulenti medici delle parti – per non meno di un paio di minuti, occorre avere un motivo ed anche piuttosto cogente. E Sabrina Misseri lo aveva, lo ha taciuto ed ha tentato, con ogni mezzo, di tenerlo nascosto agli inquirenti: la sua gelosia per Ivano Russo, del quale era innamorata ma non completamente ricambiata, e che temeva le venisse soffiato dalla più avvenente cugina, ormai non più bambina”. Per il gip, Cosima Serrano ha avuto “un nitido e decisivo concorso morale nel delitto, sotto il profilo del rafforzamento del proposito omicidiario della figlia Sabrina”. Il Gip prosegue inoltre che Cosima Serrano: “ha offerto alla figlia un contributo, quantomeno agevolatore, nella realizzazione dell'omicidio, e va perciò ritenuta concorrente in tale reato”. Il cadavere sarebbe stato soppresso da Sabrina Misseri, Cosima Serrano e Michele Misseri. Su richiesta della Procura di Taranto, il 30 maggio 2011 il gip del Tribunale di Taranto dispone la scarcerazione per Michele Misseri. La Procura ha ritenuto che siano attuate le misure cautelari in merito al capo d’imputazione contestato.
 
Michele Misseri però continua a dichiararsi responsabile dell’atroce delitto della nipote e nel corso della trasmissione “Matrix” dichiara: “L'ho presa di spalle, lei non ha fatto nessun urlo, niente. Io i miei nervi li ho scaricati tutti su Sarah, tutti”, inoltre ha aggiunto: “Sto malissimo. Perché gli innocenti stanno in carcere e io che sono il colpevole sto fuori". E: "Mia moglie non c'entra. Non mi credono”. Emergono intanto i risultati in riferimento agli accertamenti eseguiti sui compressori e altro materiale sequestrato in casa Misseri ed emerge che la giovane non è stata uccisa nel modo raccontato da Michele Misseri in una delle lettere datate 9 febbraio e inviate al suo Avvocato, in cui scriveva di aver ucciso la nipote con una corda e nel cadere aveva battuto la testa contro il compressore. La Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna a otto anni di reclusione per Michele Misseri, marito di Cosima Serrano e padre di Sabrina, per concorso in soppressione di cadavere. Durante l’inchiesta Michele Misseri si era in un primo momento autoaccusato del delitto.La vicenda che riguarda la morte di Sarah Scazzi è torbida, impregnata di mistero e nebulosa. Anni di processi, accuse reciproche, ritrattazioni e persino autoaccuse che però non hanno sbrogliato la matassa su quei fatti avvenuti il 26 agosto del 2010, ma hanno ulteriormente complicato la vicenda, portando a tanti “se”, tanti “ma” e poche certezza. ATaranto la Corte di assise d’appello si è ritirata in camera di consiglio, per cosa? Per la sentenza di secondo grado sull’omicidio di Sarah Scazzi. Sabrina Misseri e Cosima Serrano invece sono in cella, nella parte opposta della città e sperano che la sentenza si ribalti rispetto al primo grado che non è stato clemente con loro e che le ha condannate all’ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Il 15 giugno c’è stata l’arringa della parte civile e di Michele Misseri e Carmine Misseri. Il primo a parlare in aula è stato l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Scazzi. Nella scorsa udienza, la Procura Generale ha chiesto, dopo oltre otto ore di requisitoria, la condanna in primo grado all’ergastolo per Sabrina Misseri e per la madre Cosima Serrano. Sabrina Misseri ha rilasciato anche delle dichiarazioni spontanee in aula e ha “Non l'ho uccisa, so io quanto sono addolorata”, in seguito a queste parole è scoppiata a piangere. Il sostituto pg Antonella Montanaro ha detto che Sarah Scazzi è stata “ strangolata in casa Misseri con una cintura da Cosima e Sabrina”, quindi il delitto sarebbe stato commesso da due persone, di cui una persona “tratteneva Sarah e l'altra la strangolava”. Un omicidio con “dolo d'impeto, non con premeditazione”. All’udienza per la morte di Sarah Scazzi non ha partecipato Cosima Serrano, ha rinunciato. Il pg ha la conferma delle condanne per gli altri imputati, partendo da colui che ha fatto ritrovare il cadavere della piccola Sarah e colui che negli anni è stato al centro di mille polemiche; Michele Misseri. Per lui è stata chiesta la conferma della condanna ad 8 anni per la soppressione di cadavere. E’ stato chiesto il non luogo a procedere per Cosimo Cosma, che è deceduto un anno fa. Per lui erano stati chiesti sei anni per soppressione di cadavere. Il Pg dice durante l’udienza: “Sarah è una sorella, dire Sabrina. Peccato che Sarah quasi nella stessa giornata dice che 'è una stronza', peccato che Sabrina dicesse che Sarah 'si vende per due coccole'. Sarah non era più la 'cosa' di Sabrina da quando aveva cominciato a frequentare il suo gruppo. Sarah diventa la rivale di Sabrina e nella sua testa vuole prendere il suo posto con Ivano Russo”. Proprio Ivano sarebbe il movente e a tal proposito dice che “Lei lo voleva, lui giocava: è il dramma personale di Sabrina, la sua frustrazione, Sabrina era ossessionata da Ivano, come dimostrano i 4.500 sms scambiati tra i due da gennaio ad agosto 2010”. L’accusa sostiene che il cadavere viene portato in garage, Sabrina intanto rimane in casa per far ritardare l’amica Mariangela Spagnoletti e Michele Misseri e Cosima Serrano trasportano il cadavere portano il cadavere attraverso l’ingresso posteriore della casa. Si parla anche dei depistaggi messi in atto dalla famiglia, dalle dichiarazioni autoaccusatorie che mutavano spesso, tranne l’unica veritiera che riguarda il ritrovamento. Inoltre in auto sono state proiettate le immagini del corpo di Sarah Scazzi, ritrovata la notte che va tra il 6 e il 7 ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la sparizione. Michele Misseri era impassibile a quelle immagini, Sabrina singhiozzava. Dopo il verdetto, esattamente dopo 13 mesi, sono state depositate le motivazioni della sentenza che sono racchiuse in 1277 pagine. Secondo alcune indiscrezioni e voci iniziali, in ritardo nel deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado,  avrebbe potuto portare alla scarcerazione per decorrenza del termine massimi di custodia cautelare per Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo insieme alla madre Cosima Serrano. Il 15 ottobre è scaduto il termine in assenza di sentenza definitiva, ben sei anni dopo: Sabrina può tornare in libertà?
 
Noi de L’Osservatore D’Italia ne abbiamo parlato con l’Avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Scazzi. 
 
– Il 15 ottobre è scaduto il termine di sei anni dall’arresto di Sabrina Misseri: il ritardo del deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado possono comportare la scarcerazione di Sabrina? Perché si era parlato di questa ipotesi…
No, assolutamente no perché gi da più tempo la Corte d’Appello ha sospeso i termini di decorrenza della custodia in carcere che sono stati prorogati almeno con certezza fino a settembre 2017. Fino a settembre 2017 i termini sono stati prorogati già d’ufficio quindi il problema non si pone, è un falso problema.
 
–  Qual è la situazione attuale di Sabrina Misseri e Cosima Serrano?
Sabrina: sotto il profilo della misura cautelare, sicuramente è una misura che non perderà efficacia prima del settembre 2017. Il provvedimento della Corte lo dice chiaramente che fino al settembre  2017 il termine non perde efficacia quindi entro quel periodo va fatto il processo di Cassazione 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato anche con la Dottoressa Rossana Putignano, psicologa clinica, psicoterapeuta psicoanalitica, responsabile divisione di psicodiagnosi e neuropsicologia forense del crime analysts team. 
 
"In una intercettazione ambientale del 10 aprile 2011, avvenuta in carcere tra Michele e Cosima  vi è una sorta di “chiarimento” in merito alla dichiarazione di Michele di aver abusato del cadavere subito dopo il decesso di Sarah, una dichiarazione che all’epoca sconvolse un po’ tutti. Non sarà centrale nella risoluzione del caso ma per lo meno, a mio avviso, spiega , seppur parzialmente, una dinamica familiare in cui Misseri non sembra propriamente essere una vittima di questo sistema."
 
Cosima: “ah, è vero allora?”

Michele: “no, non è vero che l’avevo violentata…”

Cosima: “ma la prima sera perché dicesti che l’hai fatta….”

Michele: “no, siccome che io l’ho fatat trovare nuda, io non sapevo se era vergine o no. Sabrina diceva che si faceva con tutti..si baciava con tutti si sedeva…”

Cosima: “Va bè si abbracciava così…”

Michele: “però una volta che io l’ho fatta trovare nuda, chi mi poteva dire a me che era stata violentata o no….  “
 
Tratto da: (R.Bruzzone," Segreti di famiglia.Il delitto Scazzi", Aracne Editore, 2013)

"Da questa intercettazione traspare un Misseri attivo in questa storia, che si muove con preciso intento di depistare ma su questo punto i criminologi potranno essere molto più esaustivi di me nel mostrare come e perché Misseri avesse fornito agli inquirenti oltre 10 versioni diverse tra loro. Quello che vorrei sottolineare di Misseri, per quello che mi compete nel ruolo di psicologa, è il fatto di aver creduto letteralmente a tutto quello che Sabrina raccontava di Sarah. E’ possibile Sabrina abbia enfatizzato ogni comportamento di Sarah mossa dalla gelosia nei suoi confronti e che Misseri abbia travisato nel tempo tutto quello che ha sentito in famiglia sul conto di Sarah. Ad es. il comportamento di “baciarsi con tutti” di Sarah deve essere stato visto dal Misseri come un comportamento superficiale e segno di una labilità sessuale di Sarah; complici devono essere stati anche l’ingenuità d Misseri e il retroterra culturale paesano al quale appartiene Misseri. Sarah invece era una bambina, dolce, dal viso angelico, pura, che stimolava probabilmente essa stessa a farsi abbracciare e coccolare, ad essere protettivi nei suoi confronti così come probabilmente lo è stato Sabrina finché non ha iniziato a vederla come una vera e propria rivale.  Per quanto riguarda Cosima, sembra che lei non abbia mai dato eccessivo peso a quanto riportato in famiglia da Sabrina, dimostrando una buona aderenza alla realtà o, quanto meno, una certa furbizia; in parole povere, a mio avviso, Cosima non avrebbe mai potuto inventare di sana pianta una affermazione così inverosimile.  La vicenda di Sarah è una storia che si articola nell’ambito familiare e, a mio avviso, non ci si può spostare più di tanto dalla figura di Misseri che si è mosso, sin dal primo momento, al fine di coprire qualcosa; che sia stato un incidente o un omicidio questo non posso dirlo io ma spetta ai periti lavorare affinché si faccia luce una volta per tutte sulla responsabilità di ciascun attore".
 
 

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