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di Cinzia Marchegiani
Una sanità sempre più lontana dai diritti alla salute sembrerebbe delinearsi dai tagli sanciti nell’intesa Stato Regioni. Così mentre per l'Aifa si prevede un incremento del personale dalle attuali 389 unità a 630 da qui al 2018 con lo scopo di adeguare l'assetto organizzativo e il numero di personale dipendente dell'Aifa ai compiti istituzionali in continuo aumento, ecco che arrivano fendenti sempre più precisi con le proposte emendative del governo al decreto legge "Enti che recepiscono i tagli alla sanità" sanciti nell’intesa Stato Regioni dello scorso 2 luglio e che stanno facendo accapponare la pelle, non solo ai malati, ma anche agli stessi lavoratori e medici professionisti che operano nel sistema nazionale sanitario.
Gli tabella da 9-bis a 9-octies, in particolare, sono attuativi del punto E) dell’Intesa sancita dalla Conferenza Stato Regioni, all’interno della quale vengono previste le misure urgenti di razionalizzazione ed efficientamento della spesa del Ssn, al fine di conseguire ulteriori risparmi che dovranno, comunque, lasciare impregiudicata la qualità delle prestazioni assistenziali erogate. Governo e Regioni sono convinti che si possa incidere su prestazioni specialistiche e riabilitative non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici. Sarà un decreto ministeriale ad individuare, entro 30 giorni dall’intesa, – quindi entro il prossimo 2 agosto – le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropriata delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ad alto rischio di inappropriatezza. Così, al di fuori delle condizioni di erogabilità le prestazioni saranno poste a totale carico dell’assistito.
Per garantire il rispetto delle condizioni prescrittive da parte dei medici, la norma prevede che in caso di comportamenti prescrittivi non conformi alle condizioni e alle indicazioni di cui al decreto ministeriale, si applichino penalizzazioni su alcune componenti retributive del trattamento economico spettante ai medici. Il risparmio complessivo per questa manovra ammonta a circa 106 milioni di euro, a fronte di una riduzione complessiva di prestazioni stimate nel settore pubblico e privato per un valore tariffario di 192 milioni di euro.
Anaoo, denuncia: ennesimo taglio delle prestazioni per i cittadini, un nuovo attacco alle prerogative dei medici. L’Associazione Medici Dirigenti del SSN in merito a questo emendamento voluto dal Governo al Dl Enti Locali all'esame del Senato che prevede penalizzazioni economiche, per i medici, dipendenti e convenzionati, che effettuino prescrizioni inappropriate per visite specialistiche ambulatoriali ribatte con un comunicato senza alcun velo: “A parte il fatto che non si vede chi e come stilerà il nomenclatore delle prestazioni inappropriate – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise – i cittadini sappiano che attraverso l’intimidazione dei medici si mira ad un taglio delle prestazioni erogate, del valore di circa 100 milioni. Alla faccia di quanti assicurano che il sistema sanitario ed il diritto alla salute dei cittadini non sono in grado di sopportare ulteriori riduzioni”.
Il comunicato denuncia una incapacità di reclutare le intelligenze e le competenze professionali alla necessità di garantire una ri-lettura delle prestazioni alla luce della necessaria appropriatezza clinica ed organizzativa: “governo e Regioni, che litigano di giorno per accordarsi di notte sulla riduzione progressiva del perimetro dell’intervento pubblico in sanità, pensano a linee guida o protocolli di stato che limitino in maniera pervasiva l’autonomia responsabile dei medici nella diagnosi e nella prescrizione scaricando sulle tasche dei cittadini il costo delle prestazioni. Un super ticket mascherato che prescinde dalle capacità reddituali dei singoli ed alimenta il grande business della sanità privata”. L’associazione definisce questa scelta, un nuovo strumento di controllo dei comportamenti professionali e delle strategie di difesa da parte dei cittadini del bene salute, figlio di una idea della sanità italiana come grande mercato in cui l’iperconsumismo, che pure c’è, è alimentato non da decisioni governative, ma da comportamenti negligenti quando non fraudolenti dei medici. L’Anaoo anticipa quella che definiscono come "nuovo attacco alla sanità italiana" spiegando: “Sarà l’ennesima grida manzoniana, il buco nell’acqua di un artificio contabile la cui sorte è annunciata, la ricorrente illusione tecnocratica ed aziendalista che vede nella sanità solo un modello industriale. Per i cittadini, più tagli e più tickets e più costi privati, per i medici l’ennesimo segnale di negazione del valore della loro professionalità, per la sanità pubblica un nuovo arretramento ed impoverimento”.
Quale sanità sta ridisegnando la ministra Lorenzin? E’ stato siglato l’accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi al termine della conferenza Stato-Regioni tenutasi al Ministero per gli Affari Regionali il 2 luglio 2015 , dove solo il Veneto, Lombardia e Liguria non hanno firmato. Una sanità privata sempre più incentivata da scelte a monte del governo. Solo chi può permetterselo può fare prevenzione e accertamenti? A sentire e leggere gli esperti del settore sembrerebbe proprio di si. Ma soprattutto sembrerebbe delinearsi un attacco senza eguali alla libertà deontologica di un medico… dove andremo a finire?
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