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Roma

SAN CESAREO: ALLARME AMIANTO IN VIA DELLA PIDOCCHIOSA

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Tempo di lettura 3 minuti Il sito in questione riveste notevole importanza, essendo valorizzato dai resti di una fontana-ninfeo risalente ai primi anni del IV secolo

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Redazione

San Cesareo (RM) – Il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani e il Comitato Love San Cesareo, facendo tappa proprio a San Cesareo, proseguono il viaggio di denuncia dell’allarmante presenza di discariche abusive sul territorio.Nel mese di settembre 2013, infatti, i Comitati inviavano al Comune di San Cesareo e alla Società Autostrade S.P.A, la segnalazione di una discarica abusiva presso l’area archeologica denominata Fontanile della Pidocchiosa. Il sito in questione riveste notevole importanza, essendo valorizzato dai resti di una fontana-ninfeo risalente ai primi anni del IV secolo e contemporanea alla costruzione della Torraccia di San Cesareo, e da quelli di edifici commerciali (taberne) del III secolo, nonché da ciò che rimane dell’antica via Labicana.

Nello stesso mese Società Autostrade S.P.A. provvedeva a rispondere assicurando il coinvolgimento degli enti istituzionalmente preposti alla tutela del territorio e dell’ambiente. Dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi però, il 16 ottobre gli stessi Comitati rendevano noto ai medesimi soggetti, che la zona retrostante il sito archeologico risultava essere nelle medesime condizioni in cui versava al tempo della prima comunicazione, evidenziando inoltre la presenza di amianto tra gli altri rifiuti di vario genere. Nessun tipo di risposta è mai pervenuta, da parte dell’uno quanto dell’altro soggetto interessato.

Nel costante monitoraggio  condotto fino ad oggi, si deve constatare che nell’area si sono susseguiti rifiuti comprendenti: inerti, elettrodomestici, finestre e vetri rotti, materiale per l’edilizia e soprattutto cumuli di amianto di recente giacenza, oltre a quello segnalato nel mese di ottobre. Abbiamo pertanto provveduto, in data 11/02/2014 ad inviare al comune di San Cesareo, a Società Autostrade S.P.A. e per conoscenza alla ASL di competenza e alla stazione dei carabinieri di San Cesareo, una nuova segnalazione dello stato di degrado e abbandono in cui versa il Fontanile della Pidocchiosa.

Il Comitato di Difesa del Territorio  Colli Prenestini / Castelli Romani e del Comitato Love San Cesareo hanno inoltre richiesto:

l’immediata rimozione dei rifiuti tossici e non;
l’intera bonifica dell’area;
avendo constatato che la zona è considerata da alcuni alla stregua di una discarica a cielo aperto e che i soldi spesi per rimuovere l’amianto sono soldi pubblici, abbiamo chiesto ancora che l’ amministrazione preveda per il futuro l’adozione di strategie valide alla prevenzione del fenomeno, tanto più se si considera che la zona in questione dista pochi metri dalle abitazioni.

Alla Società Autostrade S.P.A., (coinvolta nella vicenda in quanto la Pidocchiosa si estende al di sotto del cavalcavia dell’autostrada A1), sono stati presentati progetti, in particolare dal Comitato Love San Cesareo, volti alla creazione di contest di street art sui pilastri del viadotto, aventi lo scopo di riqualificazione culturale e, nello stesso tempo, di salvaguardia del sito. La Società nella lettera citata si dichiarava spiacente di non poter sostenere il progetto di rivalutazione del territorio, adducendo come motivazione  che la stessa è concessionaria del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la gestione e manutenzione dell’Autostrada, quindi condizionata al rispetto di vincoli convenzionali e pertanto tenuta a riconsegnare, alla scadenza della concessione, l’infrastruttura nel medesimo stato in cui si trovava al momento della presa in carico.

"Ci chiediamo a questo punto se la Società attribuisca alla “monnezza”  un valore culturale e artistico tale da permettere invece lo scempio e il degrado ambientale in cui versa l’intera area. – Commentano dai Comitati –  E ci chiediamo anche quale considerazione abbia il Comune di San Cesareo nei confronti dei beni archeologici, vista la totale assenza di interesse verso le potenzialità del sito. La risposta potrebbe essere lapalissiana se solo si prendesse in considerazione la colata di cemento che sta per essere gettata sopra un altro sito, di ben maggiore levatura, che è il ritrovamento della Villa di Cesare e Massenzio, a poche centinaia di metri dal Fontanile, ma sempre nel territorio comunale". Concludono.

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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