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Samurai Warriors 5, si torna a combattere nel Giappone feudale

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Samurai Warriors 5, pubblicato a cinque anni di distanza da Spirit of Sanada, riesce a far suoi i principali punti di forza del genere musou, addossandosi il non facile compito di condurre verso nuove vette la saga dedicata ai più famosi condottieri che si diedero battaglia nell’epoca Sengoku del Giappone. Prima di esaminare il titolo, però, ci teniamo a ricordare che il gioco è disponibile su PC, Nintendo Switch, Xbox Series X/S e PlayStation 5, nonché su Xbox One e Ps4. Considerato dal producer Hisashi Koinuma come un nuovo punto di ripartenza per il franchise, sul piano della narrazione il titolo è letteralmente tornato alle origini, al fine di raccontare al pubblico una porzione di storia più vasta e in buona parte inedita. Infatti, mentre gli episodi precedenti del brand hanno abituato il pubblico a vedere Oda Nobunaga come il “Re Demone”, ossia il generale implacabile solitamente utilizzato come antagonista principale, la campagna di Samurai Warriors 5 ha inizio diversi anni prima dei fatti raccontati nel primissimo Samurai Warriors. Mettendo del tutto da parte Yukimura Sanada che per anni e anni ha rappresentato il volto della serie. Questa volta, infatti, la vicenda è raccontata dal punto di vista dello stesso Nobunaga e del suo alleato Mitsuhide Akechi. Da tutti ricordato come l’uomo che quasi unificò il Giappone feudale, il primo è infatti protagonista di una lunga sequenza di missioni che, prima ancora di dipingerne la sanguinosa ascesa al potere e l’altrettanto sconvolgente caduta, spiegano cosa spinse l’ostinato condottiero a conquistare uno dopo l’altro gli stati belligeranti: un viaggio tempestato da diversi tradimenti, doverosi sacrifici e persino qualche cocente sconfitta. Sbloccabile solo dopo aver completato i vari capitoli della Modalità Musou dedicati alla furia del giovane Nobunaga, allo stesso modo il percorso di Mitsuhide approfondisce la caratterizzazione dello stoico vassallo, mostrando gli eventi chiave del racconto da una prospettiva diversa, ma non per questo meno sofferta e affascinante. Concentrandosi principalmente su due personaggi soltanto e utilizzando i comprimari in una serie di battaglie secondarie che alle volte sfociano in scenari alternativi, Omega Force ha insomma costruito un intreccio molto meno frammentato del solito, tant’è che le imprese dei due condottieri risultano scorrevoli e appassionanti dall’inizio alla fine delle storie. Nonostante il racconto tenda ancora oggi a compiere qualche sporadico balzo in avanti, riassumendo in maniera approssimativa o addirittura saltando qualche episodio chiave della vicenda, per la prima volta la stesura dei fatti è finalmente chiara e godibile anche senza conoscenze pregresse riguardo la tumultuosa storia del Giappone feudale. I dialoghi che hanno luogo nel mezzo delle missioni tendono talvolta a perdersi tra i rumori della battaglia, ma se si considera che in passato il canovaccio narrativo non era altro che una scusante o comunque un vero e proprio riempitivo con cui colmare i vuoti tra una quest e la successiva, a questo giro i miglioramenti sono evidenti e come risultato il titolo cattura con strabiliante naturalezza ed efficacia l’attenzione del giocatore.

La campagna si presenta rispettando i consueti canoni di linearità, offrendo un gameplay rodato e divertente grazie a una solida impalcatura di gioco. Si procede falciando migliaia di nemici, sbloccando nuovi alleati e producendosi in un corposo level up, dove è possibile potenziare qualsiasi elemento di gioco, dalle armi ai guerrieri, arrivando alle fucine per fabbricare armi e i Dojo per allenarsi. In tal modo si dà il via a quel potenziamento compulsivo che da solo rappresenta uno dei punti forti della saga. Esistono diversi modi per aumentare di livello e migliorare armi e abilità. La schermata del castello, è una sorta di “centro gestione affari generali”, dove è possibile equipaggiare item, acquisire armi e oggetti e migliorare ogni elemento di gioco. Una delle prerogative più interessanti di Samurai Warriors 5 sta nella flessibilità di ogni personaggio, che ha uno strumento d’offesa principale ma può comunque specializzarsi nell’uso di altre armi. In tal modo, a cambiare non è solo lo stile, ma pure le mosse finali, delle “finish” da effettuare anche in combo con il proprio alleato. In ogni modalità, difatti, si può portare con sé un solo alleato e prenderne il controllo semplicemente premendo un tasto. Ci sono anche le ultimate skills, equipaggiabili fino a quattro unità, che donano power up momentanei o mosse extra. Parlando di nuove modalità, l’aggiunta della “citadel mode”, oltre ad allungare a dismisura le ore di gioco per i completisti, offre un nuovo approccio in stile tower defence. In questa modalità si tende a gestire gli spazi e fare in modo che le diverse basi non vengano occupate, delineando in modo determinante i rapporti tra i protagonisti ed elargendo una gran quantità di materiali, utili per il potenziamento delle altre strutture. In tal senso si è quasi obbligati a fare qualche puntatina alla modalità cittadella se si desidera potenziare al meglio i propri guerrieri nella campagna principale. A meno di non giocare alle difficoltà più alte, però, il mancato level up non è mai un vero problema. La direzione artistica, che si fregia di un ottimo cel shading, riesce a rendere assai più gradevoli le varie cut scene, oltre a donare un aspetto assai accattivante a tutto il gioco. Non mancano i soliti tentennamenti della telecamera e le strutture poligonali in genere non sono mai troppo complesse. Tuttavia, la marea di nemici a schermo non intaccano praticamente mai i sessanta fotogrammi per secondo, garantendo un’esperienza magari non memorabile, ma comunque sempre reattiva e fluida. Samurai Warriors 5 mescola con sapienza tradizione ed esperienza, richiamando a sé i fan più accaniti, ma strizzando anche l’occhio agli amanti del Giappone, della sua storia e di certi innegabili e peculiari picchi estetici. Purtroppo però è proprio sul versante tecnico che la nuova creatura di Omega Force non ha soddisfatto minimamente le nostre aspettative. Anche volendo sorvolare sui tempi di caricamento non troppo ragionevoli e sul filtro anti-aliasing imbarazzante, ci duole constatare di come la nuova proposta di Omega Force non vada oltre la risoluzione massima di 1080p, persino sulle performanti Xbox One X e Xbox Series X, dove sarebbe stato lecito aspettarsi il supporto al 4K. Sul piano artistico, invece, abbiamo apprezzato non poco il cambio di rotta effettuato dallo sviluppatore, che in occasione del reboot ha scelto di accantonare lo stile realistico degli episodi precedenti in favore di un cel-shading delizioso e ispirato alla tradizionale pittura nipponica. Non solo il nuovo character design strizza l’occhio al sempreverde mondo degli anime, ma per l’occasione ha accordato dei nuovi volti a personaggi già conosciuti, rendendoli indubbiamente più interessanti.

Tirando le somme, Samurai Warriors 5 è a tutti gli effetti un musou ricco di contenuti, artisticamente ispirato che rispetta in pieno la tradizione del genere. Pur senza reinventare il genere, si preoccupa di renderlo divertente e bello da vedere, proponendo una formula collaudata e arricchendola laddove possibile. Dopo un inizio innegabilmente farraginoso, la forza del gioco è destinata a venir fuori lentamente, e quelle che da principio sembrano schermaglie dal ritmo altalenante, sono destinate a diventare un flusso inarrestabile di colpi. Il tutto sta nel collegare con tempismo le ultimate skills, che con i loro vari effetti, tengono alta l’adrenalina e il contatore delle combo. Il fluire dell’estasi combattiva, tradizionalmente catartica e trascinante, trova in Samurai Warriors 5 uno dei suoi esponenti più riusciti. Le abilità dei singoli guerrieri da sbloccare, i rapporti interpersonali da intessere coi compagni d’arme, il level up di armi ed edifici, si fondono in un amalgama di attività quasi ipnotiche. Se gli appassionati del genere possono andare sul sicuro, è difficile dire quanto e come gli elementi proposti in Samurai Warriors 5 possano fare presa sul neofita. Tuttavia, forse per la prima volta, questo avvicinamento è tiepidamente suggerito e la conquista di una nuova fetta di pubblico sarebbe un traguardo degno di Nobunaga per Koei Tecmo e la sua storica saga. Insomma, se volete un titolo interessante, non troppo impegnativo dal punto di vista dei comandi, ma che dia grande soddisfazione e offra un’ambientazione unica ed estremamente interessante, Samurai Warriors 5 è una chicca che non bisogna lasciarsi sfuggire.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

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