Connect with us

Cronaca

Salvatore Parolisi degradato da caporal maggiore: intervista all'avvocato della famiglia di Melania Rea

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti Il legale "Era inconcepibile che lui mantenesse uno stato in qualità di condannato con una detenzione diversa da quella dei cittadini normali"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

di Angelo Barraco
 
PERUGIA – Salvatore Parolisi è stato degradato da caporal maggiore dell’Esercito. La Corte di Appello di Perugia ha accolto la richiesta della Procura generale in merito all’applicazione della pena accessoria prevista dalla sentenza definitiva di condanna per l’omicidio della moglie Melania Rea, per il quale l’uomo  sta scontando 20 anni di reclusione. E’ stato inoltre trasferito dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere a quello di Bollate e si apprende inoltre che consequenzialmente al provvedimento perderà lo status di militare e verrà interdetto dai pubblici uffici. Salvatore Parolisi aveva annunciato che il 3 ottobre avrebbe presenziato in Tribunale dei minori a Napoli per un’udienza che riguardava un’istanza attraverso il quale chiedeva di poter vedere la figlia Vittoria. Una vicenda giudiziaria complessa quella di Salvatore Parolisi poiché la divisa da lui indossata con orgoglio e che rappresentava il nostro paese, la nostra sicurezza e la nostra patria, si è sporcata dell’indelebile sangue di una giovane vita spezzata per sempre, il sangue di Melania Rea. Moglie dell’ex caporalmaggiore, di 29 anni scomparsa misteriosamente il 18 aprile del 2011 e rinvenuta cadavere in data 20 aprile dello stesso anno nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, a seguito di una telefonata anonima intorno alle 14.40/15.00 che informa le forze dell’ordine della presenza del corpo della donna. Un corpo martoriato da ferite da arma da taglio e una siringa  infilzata per fare emergere uno scenario legato al mondo della droga e una probabile rapina finita male. In realtà la donna è stata aggredita alle spalle e colpita con 35 coltellate. Le manette ai polsi del marito si chiusero il 19 luglio del 2011. La Cassazione ha respinto un nuovo ricorso della difesa per la concessione delle attenuanti generiche ed è stata confermata la condanna a 20 anni per l’ex caporalmaggiore. I giudici hanno stabilito che la donna è stata uccisa in un impeto d’ira ed è stata escluso l’aggravante della crudeltà. Era stata chiesta una pena di 30 anni, il 27 maggio scorso il collegio di Perugia ha ridotto la condanna a 20 anni senza riconoscere le attenuanti generiche. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato in esclusiva l’Avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia Rea che ha parlato con noi delle ultime novità che riguardano Salvatore Parolisi.
 
-E’ stato avviato su Parolisi un provvedimento che lo porterà alla perdita del suo status di militare: come avete reagito a questa notizia?
Noi abbiamo scritto al Ministro per provocare questa cosa. Diciamo che era inconcepibile che lui mantenesse uno stato in qualità di condannato con una detenzione diversa da quella dei cittadini normali quindi abbiamo sollecitato questa cosa.
 
– Come reputate la pena inflitta a Parolisi?
Noi ritenevamo che l’aggravante della crudeltà ci fosse, la Cassazione ha ritenuto di no e questo sposta ovviamente il reato nei termini di pena in cui sono stati inflitti non tanto per il fatto delle coltellate ovviamente per le quali effettivamente ci vuole la finalità al di là dell’omicidio ma la crudeltà determinata dalla consapevolezza in capo alla madre della presenza sul luogo della figlia quindi anche la crudeltà di ordine morale non solo fisica. Però la Cassazione così ha deciso. 
 
– La famiglia Rea come vive questa situazione?
Questo dovreste chiederlo a loro, cioè non saprei rispondere a questa domanda, nel senso che non so perché io sto qui ad Ascoli. Hanno la bambina a casa, hanno questa impegnativa che richiede un impegno costante sotto mille punti di vista insomma non è facile.
 
– Parolisi si è sempre professato innocente, ha sempre detto di essere innocente. Come reputa questa sua esposizione mediatica?
Sono scelte di posizioni che non ci riguardano, che non mi riguardano. Ciò che ha scelto di fare lo ha scelto quando lo ha fatto, anche mi pare prima dell’intervento degli avvocati, quindi insomma è un problema odierno difficile da affrontare con due parole d’intervista l’esposizione mediatica dei procedimenti penali e dei delitti. Sicuramente quelle cose che ha dichiarate sono state utilizzate.
 
– Quindi hanno avuto un peso…
Bhè certo, le dichiarazioni che gli imputati rendono anche al di fuori del processo prima sono tutte utilizzabili. Non è che vengono costretti, sono escluse che dichiarazioni che l’imputato rende se poi diventa imputato davanti ai Carabinieri, davanti alla Polizia Giudiziaria cioè in luoghi nei quali ci può essere l’idea che qualcuno possa indurlo a dire cose che non vuole, ma la regola non vale per chi va in televisione spontaneamente e va a raccontare una modalità di un fatto senza che qualcuno lo abbia costretto ad andarci. Quindi in questo caso per esempio sono state utilizzate le sue dichiarazioni, le sue ricostruzioni, anche quelle fatte nelle varie sedi televisive e nelle varie sedi giornalistiche.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

Continua a leggere

Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti