Cronaca
SALVATORE COLLETTA: LO STRAZIANTE APPELLO DEI GENITORI
Tempo di lettura 6 minutiOggi vorremmo essere tutta la famiglia a festeggiare, ad aprire i regali e a spegnere le candeline della torta con lui, ma non è possibile perché quel 31 marzo 1992 ha spezzato i nostri cuori
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9 anni faon
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di Angelo Barraco
Palermo – La scomparsa di Salvatore Colletta e Mariano Farina, avvenuta a Casteldaccia (Palermo) la mattina del 31 marzo del 1992, è ancora avvolta da una fitta cortina di mistero. Quella mattina i due 15enni decidono di non andare a scuola e preferiscono invece andare al mare che si trova a 2 km dal paese e fare un pic-nic, davanti dalle villette che sono chiuse perché, essendo fuori stagione, i villeggianti si trovano in città. Salvatore e Mariano comprano delle vivande e si fanno accompagnare da un amico in motorino e prima di salutarsi con l’amico, Mariano gli dice che hanno voglia di fare un giro per vedere com’è la vita. Da quel momento i due ragazzini sembrano essere stati inghiottiti nel vuoto. Oggi i genitori di Salvatore Colletta lanciano un appello che i genitori lanciano attraverso AdnKronos.
“Siamo i genitori di Salvatore Colletta, il ragazzo scomparso da Casteldaccia il 31 marzo 1992 assieme a Mariano Farina. Ricordiamo e viviamo sempre con maggiore angoscia quel giorno come se fosse ieri, perché due genitori non possono e non potranno mai dimenticare ili proprio figlio. Io e mio marito non smetteremo mai di lottare per ritrovare Salvatore. In questi lunghi 23 anni abbiamo vissuto ogni giorno con dolore ma allo stesso tempo con un infinita speranza – dicono – oggi più che mai che è il giorno in cui Salvatore compie 39 anni. Oggi vorremmo essere tutta la famiglia a festeggiare, ad aprire i regali e a spegnere le candeline della torta con lui, ma non è possibile perché quel 31 marzo 1992 ha spezzato i nostri cuori togliendoci il motivo per cui ogni giorno valeva la pena sorridere. E per noi quello era Salvatore, a casa abbiamo altri 6 figli a parte lui e 3 nipotini che non lo conoscono, andiamo avanti perché è giusto così, non abbiamo mai fatto mancare affetto o nulla agli altri nostri figli, ma c' è sempre una ferita aperta che non riesce a chiudersi, c' è sempre un pensiero fisso prima di andare a letto ogni sera, sempre gli stessi punti di domanda – dicono ancora i genitori di Salvatore che non si sono mai arresi – Sorridiamo sempre per metà. E' come se da quel giorno la nostra vita si fosse fermata. Ricordiamo ancora il giorno della sua nascita, un giorno molto atteso visto che per i primi sei anni di matrimonio io e mio marito non riuscivamo ad avere figli e poi, finalmente, arrivò Salvatore, il più grande di tutti gli altri 6 miei figli. Eravamo talmente felici perché ormai credevamo di non poterne mai avere e invece arriva questo meraviglioso bambino con tanti capelli e un carattere che portava allegria e felicità in casa. Quella stessa felicità che oggi non abbiamo più, tutti in famiglia si chiedono se Salvatore sia vivo e stia bene: Ciro che all'epoca aveva qualche anno in meno di Salvatore e passava molto tempo con lui a giocare a pallone perché era la passione di entrambi, Maurizio che allora aveva circa 10 anni ha un ricordo molto nitido di Salvatore, Massimo che ne aveva 8, a cui Giovanni Montalto (il ragazzo che il giorno della scomparsa diede un passaggio in Contrada Gelso a Salvatore e Mariano) disse che i due ragazzi stavano scappando di casa, Alessandro, che era ancora molto più piccolo di Massimo, Katia che aveva 2 anni e non ricorda molto bene Salvatore e infine Mariagrazia che è nata dopo 2 anni dalla scomparsa e non lo ha nemmeno conosciuto. Oggi, in una giornata così importante per noi vorrei ricordare e soprattutto sollecitare le forze dell'ordine a non tralasciare più nessuna pista anche la meno possibile perché in passato tante e troppe cose sono state lasciate al caso. Negli anni tante segnalazioni sia in Sicilia (al mercato di Bagheria, in compagnia dei nomadi a Termini Imerese, a Trappeto in un bar, a Roma a chiedere l' elemosina in una piazza ecc) certo, non sono mai mancati gli sciacalli ma la maggior parte delle segnalazioni provenivano anche da persone che conoscevano molto bene i ragazzini. Per questo io sono convinta che fossero reali e veritiere, ma oggi che a me manca un figlio, non ho qui un figlio da abbracciare e fargli gli auguri il giorno del compleanno, io provo rabbia perché non è mai stato fatto tutto il possibile perché se i primi giorni si mettevano dei posti di blocco in Sicilia i ragazzi si potevano trovare. Quindi, io mi domando se è quanto ancora dobbiamo aspettare per sapere cosa è successo a nostro figlio, quanti compleanni e anni dobbiamo passare ancora senza di lui e soprattutto sapere se ci sia qualcuno dietro che sa e non parla. Mi rivolgo a chi potrebbe sapere qualcosa: mettetevi al mio posto, al posto di una mamma che spera sempre e che vuole sapere fino a che punto sperare, che vuole semplicemente la verità nel bene o nel male, liberatevi da questo fardello che vi portate dentro da 23 anni e fate si che il giorno che Dio mi chiamerà e chiuderò gli occhi me ne andrò sapendo ciò che è successo a mio figlio, ve lo chiedo con il cuore in mano. Perché non è possibile che nessuno non ha visto nulla e che due ragazzi sono scomparsi per andare a fare un picnic in spiaggia, i giorni seguenti vengono visti sempre con i nomadi e nessuno riesce a prenderli – lamentano ancora i genitori di Salvatore – come non è più possibile non avere nulla a cui aggrapparsi. Infine, mi rivolgo a te Salvatore, se sei ancora vita ricorda che hai una famiglia che ti aspetta e vive con la speranza di poterti abbracciare e di festeggiare con te tutti i compleanni persi in questi anni, auguri Salvatore per i tuoi 39 anni! Se stai leggendo queste righe, visto che so del tuo carattere timido e timoroso dei giudizi altrui voglio dirti di non avere paura di tornare a casa perché è ciò che desideriamo più al mondo perché nella vita si sbaglia ma gli errori vengono commessi in modo che ci siano dei rimedi sempre e comunque. Ti aspettiamo e ti pensiamo sempre”.
Un appello, quello della famiglia, scritto con il dolore di chi vive nel limbo e nel dubbio. Nei giorni successivi alla scomparsa sono state diverse le segnalazioni che vedevano i ragazzi a Bagheria, ma anche a Caltanissetta e a Palermo stesso. Si pensava di essere ad un passo dal ritrovamento dei giovani ma poi tutto sfumava. Fu analizzata anche la pista nomadi e a dar credito a questa pista ci sono diversi elementi. Il primo è l’avvistamento dei giovani al mercato di Bagheria a chiedere l’elemosina, il secondo elemento riguarda la testimonianza di una conoscente dei giovani, una bambina di nome Italica che avrebbe incontrato Mariano vicino al campo degli zingari di Termini Imerese, mentre portava un tavolo dentro una roulotte. Italica ha chiesto a Mariano: “cosa ci fai qua? Tutti ti cercano”, lui avrebbe risposto invece “Vattene che poi mi faccio sentire io”, nel frattempo un nomade lo avrebbe preso per le orecchie e gli avrebbe urlato “ti ho detto che non devi parlare con nessuno”. La famiglia di Salvatore ha ricevuto una telefonata da parte di una persona che diceva di essere proprio Salvatore, la chiamata è stata però interrotta. La voce avrebbe detto “Mamma, sono io, Salvatore”, la mamma ha chiesto “Ma dove sei?” e la linea si è interrotta. La chiamata è arrivata due anni dopo la scomparsa e la madre ha riconosciuto il figlio. Un’altra pista messa sotto la lente d’ingrandimento è stata quella mafiosa, poiché una dozzina di ville in contrada Gelso appartenevano a Boss mafiosi. La voce sulla pista mafiosa si è intensificata per anni, ma dagli atti di un’inchiesta riaperta nel 2011 emerge che un pentito, il cui nome rimane a noi ignoto, abbia raccontato che in alcune villette di Casteldaccia si svolgevano summit dove presenziava il sanguinario boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. Il periodo in questione è proprio all’inizio degli anni 90. In quelle ville abitavano boss del calibro di Masino Spadaro, Michele Greco, Filippo Marchese. Li si svolgevano gli incontro tra i capi mafia per stabilire stragi, omicidi. Colui che convocava le riunioni era il boss Ciccio Pastoia, morto suicida in carcere e boss di Belmonte Mezzagno. Se avessero visto il boss Bernardo Provenzano? La mafia è nota per non essere capace di far del male ai bambini, ma il terribile omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo smentisce categoricamente questa leggenda metropolitana. Anni fa una donna, ex moglie di un mafioso, raccontò che nel 92, il suo ex marito fu incaricato di seppellire due corpi. La donna indicò anche il punto esatto del seppellimento, ovvero nelle zone di Bagheria. Gli inquirenti prelevarono del terriccio. Di chi erano quei corpi? Dove sono Salvatore e Mariano? I 1992 fu un anno ricco di omicidi di mafia, nel mese di marzo, proprio qualche giorno prima che sparissero i ragazzi, fu ucciso Salvo Lima il 12 marzo. I sanguinari boss come Riina, Calò, Brusca, Graviano, si sparpagliavano fuori dal territorio poiché la tensione era alta e si rifugiavano altrove. Pochi giorni dopo la scomparsa di Salvatore e Mariano su ucciso dalla mafia Giuliano Guazzelli (4 aprile 1992), che nella sua vita aveva condotto indagini sul clan dei Corleonesi. Il 23 maggio ci fu la Strage di Capaci e il 19 luglio la Strage di Via d’Amelio. A Palermo si viveva un clima di terrore.
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