Saints Row, Volition torna alle origini con il reboot della saga

Saints Row è divenuta nel corso degli anni una serie fatta sempre più di ironia, di iperbolici eccessi e di follia allo stato puro. Fina dal suo debutto sulle piattaforme da gaming, nel lontano 2006, la serie si è presentata in principio come action open world molto sopra le righe, dove il realismo non era chiaramente di casa nel raccontare un’epopea criminale. Peccato che, pur avendo delle ottime carte da giocare in termini di personaggi memorabili e costruzione del mondo di gioco, in quegli anni c’era già la serie di GTA a dominare il genere in maniera assoluta. Proprio questo livello di competizione fuori scala ha costretto Volition a considerare diverse strade per cavalcare il successo senza sembrare il fratello minore del capolavoro di Rockstar, fino a trovare un nuovo compromesso: portare gli eccessi a un livello ancora più alto, tanto da sfociare nel puro delirio. Qualunque cosa potesse, e possa se non conoscete la serie, venirvi in mente non era comunque abbastanza. Saints Row andava oltre ma, nonostante il discreto successo, la strategia non si rivelò, con il tempo, troppo fruttuosa. Non a caso, lo spin-off Agents of Mayhem è stata la battuta d’arresto per la serie, ormai troppo distante dalle proprie radici e senza l’apparente volontà di evolversi, pur essendo coinvolgente e divertente nella sua sfacciata e tremendamente assoluta cafonaggine, arricchita da una generosa dose di politicamente scorretto. Il nuovo Saints Row, disponibile dal 23 agosto su Pc, Xbox e PlayStation, è un gioco che sceglie di moderare un po’ i propri eccessi senza tuttavia perdere il gusto per le esplosioni e le situazioni sopra le righe. Non bisogna quindi attendersi finezze narrative o cambi di rotta bruschi, perché l’anima è sempre quella. In questo nuovo capitolo, però, si cerca di stare un po’ di più con i piedi per terra o quasi, diciamo, perché nelle trenta ore di gioco necessarie per completarlo al 100% ne accadono davvero di tutti i colori. Diciamo che la maggior parte delle cose che vedrete o giocherete non potrebbero accadere, quanto meno, senza rimetterci le ossa, la credibilità e nella stragrande maggioranza dei casi la vita. Diciamo che questa volta non ci sono gli alieni, e si rimane ancorati al caro vecchio pianeta Terra. Addio poteri speciali, quindi, addio risvolti di trama da film sci-fi di serie B: è tempo di tornare alle origini, alle radici della serie, alla guerra territoriale tra gang che tentano di impossessarsi di un’intera città a suon di piombo, rapine e intimidazioni. Solo che la città non è più quella che ricorderanno i fan più accaniti della saga e anche gli stessi Saints non sono più quelli di prima. Ma andiamo un passo per volta. Come ormai già noto, il nuovo capitolo di Saints Row è un vero e proprio reboot della serie che, come più volte affermato dagli sviluppatori, vuole accantonare i toni troppo “sopra le righe” delle ultime incarnazioni del brand per tornare a raccontare una storia di rivalsa sociale, di un gruppo di ragazzi giovani ma intraprendenti intenzionati a scalare fino ai vertici della società criminale di “Santo Ileso”, la nuova area di gioco teatro di questa nuova avventura.

Questa nuova location, ispirata alle geografie del midwest statunigtense, si discosta dallo stile più metropolitano di Stilwater per offrire maggiore eterogeneità in termini di biomi e panorami naturalistici che riescono, in alcuni frangenti, a restituire un colpo d’occhio davvero niente male. Ovviamente c’è anche un’ampia zona urbanizzata, tanti chilometri di strade da percorrere e diverse aree industriali che tradiscono la collocazione temporale moderna anche di questo nuovo capitolo di Saints Row ma abbiamo apprezzato che Volition si sia voluta impegnare anche nella creazione di un’estesa superficie incontaminata , capace di garantire una certa credibilità alla contea in cui si trova Santo Ileso. L’area metropolitana di Saints Row è viva, densamente popolata e piena di negozi in cui fare acquisti (armi e vestiti), mentre andando verso la periferia è possibile perdersi tra strade sterrate e distese desertiche, spesso lambite dalle spettacolari luci del tramonto. Ci sono anche tantissimi punti di interesse da visitare, come monumenti, insediamenti appartenuti ad un remoto passato, punti di riferimento naturali e tante altre sorprese. Insomma, Santo Ileso convinve in positivo grazie anche alle sue dimensioni generose ma non dispersive, che consentono di avere sempre un’idea sommaria di quale distretto si sta visitando. Un lavoro di buona fattura, sotto questo punto di vista. Peccato per i protagonisti che, al contrario, non sono riusciti a convincerci nemmeno dopo aver passato ore e ore al loro fianco tra inseguimenti, esplosioni e sparatorie di ogni sorta. Dopo aver personalizzato il Boss, l’unico personaggio controllabile dal giocatore, attraverso un editor invero abbastanza completo e ricco di opzioni, si fa ben presto la conoscenza di Neenah, Kev e Eli, gli altri tre membri fondatori dell’organizzazione che presto sarà conosciuta come “Saints”. I tre, provenienti da altrettante gang criminali che si contendono il dominio sulla città, soffrono ahinoi di un evidente problema di caratterizzazione che stona un po con il resto della produzione. I quattro Saints appaiono personaggi bidimensionali e stereotipati che si prodigano in battute che a volte possono risultare divertenti ma quasi sempre fini a sé stesse, mentre il loro comportamento finisce per essere a tratti inspiegabile e del tutto privo di un approfondimento psicologico. Sappiamo anche che, storicamente, la trama non è di certo mai stata la punta di diamante dell’esperienza offerta da Saints Row ma laddove i vecchi episodi potevano essere giustificati per la loro natura assolutamente folle e goliardica, questo reboot con i suoi toni più seriosi e “realistici” mette in mostra una netta dissonanza tra le motivazioni dei protagonisti, le loro storie e quello che è l’ambiente circostante.

La struttura ludica di questo nuovo Saints Row, infatti, rimane del tutto simiole a quella già vista nelle due precedenti edizioni, ossia un open-world liberamente esplorabile sia a piedi che a bordo dei veicoli, arricchito da un sistema di combattimento da third person shooter puro, spogliato di tutte le “esagerazioni” viste nel terzo e quarto capitolo della saga. Esempio lampante di quanto detto è dato dell’arsenale di armi a disposizione del giocatore, che appare molto più tradizionale e spazia dalle pistole ai fucili d’assalto, passando per i fucili a pompa, da cecchino e per una selezione di mitragliette, tutte personalizzabili nell’aspetto e potenziabili tramite le armerie disseminate sul territorio. Non c’è più traccia degli strumenti fuori di testa come la dubstep gun o del cannone da braccio poligonale di Saints Row: The Third, né dell’Inflato-Ray o della Thumpgun visti nel quarto capitolo. Volition ha voluto mantenersi sul classico rinunciando, forse in maniera troppo repentina, a gran parte della personalità che avevano assunto le precedenti uscite della serie. Ciò che rimane è un buon third perso shooter che rientra perfettamente nei canoni del genere ma senza particolari guizzi e quasi del tutto privo di trovate memorabili o di una brillantezza che possano lasciare un segno nella mente dei giocatori. Per quanto riguarda l’acquisizione di nuove missioni e la progressione nella trama, queste vengono gestite dal comodo smartphone, richiamabile premendo l’apposito tasto, che consente di accedere alla mappa della città e all’elenco delle quest da completare, oltre che ad altre utili app come quella che consente di modificare l’aspetto del proprio alter-ego virtuale, quella che permette di trasferire sul proprio conto in-game tutti i profitti relativi alle attività illecite affiliate alla gang o quella per i cacciatori di taglie, che fornisce agli utenti una pletora di obiettivi da eliminare in cambio di premi in denaro e punti esperienza. Questi ultimi, naturalmente, possono essere accumulati per salire di livello e sbloccare nuove abilità attive che, usate durante gli scontri a fuoco, aprono la strada a un ventaglio di possibilità in più per seminare il caos tra le strade di Santo Ileso senza, però, rappresentare una valida alternativa alle armi comuni che rimangono sempre più efficaci in qualsiasi situazione di conflitto. Ci sono anche dei Vantaggi, ossia dei perk acquisibili completando le decine di sfide che il gioco offre per ottenere delle modifiche passive ai parametri del Boss o alle sue prestazioni in combattimento, come la possibilità di correre più veloce quando la salute raggiunge i livelli più bassi o mirare in modo più preciso quando ci si abbassa. Sempre attraverso l’uso della mappa è possibile individuare una serie di attività secondarie utili per ottenere denaro extra o anche per conquistare nuove porzioni di territorio su cui costruire il proprio impero criminale. La novità più importante di questa nuova incarnazione di Saints Row, infatti, è l’introduzione della possibilità di investire il proprio capitale nella costruzione di edifici e attività commerciali da asservire al nome dei Saints, in modo da espandere la propria influenza in tutta la città e incrementare il patrimonio economico e immobiliare. L’unico problema è che, una volta comprate le armi più potenti e l’abbigliamento all’ultimo grido, non c’è molto altro da fare ed è facile ritrovarsi con un conto in banca milionario senza avere modo di investire tutti quei soldi. Per quello che concerne il driving system, da sempre uno degli storici talloni d’Achille della serie, Volition l’ha fortunatamente rivisto e corretto. Ora guidare tra le strade di Santo Ileso è piacevole e ciascuna delle vetture incluse nel gioco possiede delle caratteristiche uniche in termini di accelerazione, manovrabilità e adattabilità alla guida fuori strada. È stata introdotta anche la facoltà di salire sul tettuccio dell’auto in corsa per sparare ai veicoli in inseguimento anche se, dobbiamo dirlo, i tallonamenti con la polizia o con le altre gang finiscono ben presto per diventare tediose a causa di un’IA programmata unicamente per speronare il giocatore ed esplodere dopo poche sportellate in corsa.

Per quello che concerne l’aspetto tecnico la situazione, purtroppo, non fa gridare al miracolo. I modelli dei personaggi, a metà tra il serio e il faceto, tra il realismo e il “cartoonesco”, possono essere gradevoli per qualcuno e spezzare definitivamente l’immersione per qualcun altro ma le animazioni risultano fin troppo ingessate e legnose per un gioco che esce a prezzo intero nel cuore del 2022. Ci sono anche problemi nella fisica di gioco che si traducono in una registrazione errata delle collisioni con conseguenti auto che vengono scaraventate via al minimo tocco. Ci è capitato, inoltre, che alcune missioni risultassero impossibili da portare a termine a causa di vistosi bug nelle routine comportamentali degli avversari che finivano incastrati in porzioni dello scenario irraggiungibili e che costringevano a ripetere l’intera missione dall’inizio, nella speranza di aggirare l’ostacolo. Come se non bastasse, durante la navigazione degli scenari è facile assistere a fastidiosi fenomeni di pop-in anche a brevissima distanza. Insomma, il nuovo Saints Row necessiterebbe di un’operazione di pulizia maggiore, se non altro. Buoni invece gli effetti visivi e l’illuminazione ambientale, mentre il comparto sonoro soffre di alti e bassi. Il doppiaggio in Inglese è realizzato con una certa cura ma i dialoghi appaiono spesso banali e poco adatti al tipo di situazioni in cui vengono inseriti. Tirando le somme, Saints Row è un piacevolissimo ritorno sulle scene della storica serie di Volition. Privo degli eccessi passati, torna più con i piedi per terra ma non rinuncia alla sua assurda follia e dona un vero e proprio parco divertimenti in cui far prosperare il proprio impero criminale mentre ci si diverte a creare scompiglio dentro e fuori Santo Ileso. La varietà c’è tutta e sebbene non manchi il senso di ripetitività è soprattutto percepibile se si punta al completismo. La narrazione, che non è il fulcro ma offre semplicemente una base da cui partire, ben si lega al gameplay i cui numerosi aspetti sono interconnessi tra loro senza però imporsi al punto da direzionare l’esperienza. Non fosse purtroppo carico di un po’ troppi bug e sbavature, avrebbe potuto puntare ancora più in alto. Questo non significa che non sia in grado di farvi divertire, anzi: l’esplosiva follia dei Saints è tutta qui. Se siete disposti a chiudere un occhio su bug, la grafica non proprio all’avanguardia e alla totale mancanza di una componente folle e l’assenza di superpoteri, il reboot della saga saprà senza dubbio divertirvi e tenervi incollati allo schermo per una trentina di ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 8

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise