Published
3 anni agoon
ROVELLASCA (CO) – Avviso di garanzia per due amministratori del comune di Rovellasca, in provincia di Como, indagati per i reati di corruzione in concorso e abuso d’ufficio.
Le investigazioni, portate avanti da Carabinieri e Finanzieri del Comando Provinciale di Como sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e denominata convenzionalmente “Terre Fantasma”, hanno fatto emergere altresì elementi a carico dell’allora vice sindaco del comune di Rovellasca, il quale, garantendo l’inerzia dell’amministrazione locale nel perseguire le attività illecite, riceveva in cambio lavori edili consistenti in opere di scavo e riempimento presso la propria abitazione privata; nonché del responsabile dell’ufficio tecnico comunale, il quale, informato delle gravi e ripetute violazioni di legge, ometteva di perseguirle. Per tali motivi, risultano indagati, presso la Procura di Como, in concorso per abuso d’ufficio, mentre il vice-sindaco anche per corruzione.
Questa mattina, inoltre, è stata eseguita un’Ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, nei confronti di 4 cittadini italiani: 2 misure agli arresti domiciliari, un obbligo di dimora ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini, infatti, hanno permesso di delineare i profili essenziali di un disegno criminoso,
finalizzato all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, idoneo a celare lo
svolgimento di una illecita attività di smaltimento e riutilizzo di rifiuti, comprovata da una
attenta azione di monitoraggio ed analisi, operata nell’arco delle indagini dai Carabinieri
appartenenti alla Stazione di Turate, al Gruppo Forestali di Como e dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di Olgiate Comasco.
Le attività, sin dalle prime fasi investigative, che hanno avuto inizio nel novembre 2018, hanno
riguardato un sito di frantumazione rifiuti edili, operante nel Comune di Rovellasca (CO), dove
erano stati sversati, abusivamente, circa 16.500 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi
prodotti presso cantieri edili di diverse province lombarde, che venivano ivi triturati in un
impianto, peraltro sprovvisto di autorizzazione e rivenduti come materiale da costruzione privo delle prescritte certificazioni.
E’ risultato che il materiale così rigenerato, stoccato in Rovellasca (CO), (sito posto in
sequestro e con esso i giacenti rifiuti per complessivi 5000 metri cubi), sia stato peraltro
utilizzato per la realizzazione di opere pubbliche quali il centro sportivo di Cislago (VA) (opera
a carico della autostrada Pedemontana Lombardia S.p.A.) e l’ “adeguamento parco sud ed attestamento linea s13 della k11 – linea Milano Saronno della stazione ferroviaria di Garbagnate Milanese” (commissionato da Ferrovie Nord S.p.A.), nonché per opere private in Ceriano Laghetto (MI), in luogo di materiale certificato.
Le indagini, svolte attraverso numerosi servizi di appostamento e pedinamento, documentati con filmati, escussioni testimoniali, accertamenti documentali e di riscontro, hanno documentato 3.468 episodi di scarico di rifiuti, facendo emergere così un volume di affari assolutamente imponente.
Le operazioni di illecito smaltimento e riutilizzo dei rifiuti speciali venivano poi mascherate
dietro l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, ciò al fine di non tener traccia del
transito, trasporto e riciclo dei rifiuti edili conferiti ed anche per consentire ai soggetti
conferitori di poter evadere le imposte rispetto ai costi sostenuti di illecito smaltimento,
operazione che, diversamente, avrebbero potuto effettuare esclusivamente seguendo i
canali ufficiali per il conferimento del rifiuto. Gli amministratori della società, così, oltre a rendersi responsabili del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti hanno aggravato fortemente il quadro debitorio della società nei confronti dell’erario, esponendola ad un rischio del tutto prevedibile di accertamenti giudiziari oltre che fiscali. L’impresa, oltretutto, versava già in gravose condizioni debitorie nei confronti del fisco, a causa di precedenti frodi fiscali, già contestategli, fino al raggiungimento di un debito nei confronti dello Stato per quasi un milione di euro. Questa la ragione per cui negli ultimi anni, gli amministratori societari avevano provveduto a distrarre gran parte degli asset aziendali verso una neo costituita impresa compiacente, in grado di proseguire l’attività commerciale.
Ciò ha ragionevolmente condotto il Pubblico Ministero inquirente a richiedere ed ottenere il
fallimento della società, avvenuto il 23/03/2021 con sentenza del Tribunale di Como, a seguito
della quale gli amministratori di diritto e di fatto venivano segnalati alla Autorità Giudiziaria
per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, con l’accusa di aver dissipato gran parte dei beni aziendali ed aver posto in essere un articolato e sistemico meccanismo di frode fiscale, propedeutico alla illecita attività di smaltimento rifiuti, cagionandone il dissesto.
In queste ore sono in corso, su gran parte del territorio delle provincie di Como, Varese e Milano oltre 20 attività di perquisizione nei confronti degli ulteriori soggetti indagati, finalizzate alla cristallizzazione delle ipotesi di reato oggetto delle investigazioni, in specie nei confronti degli utilizzatori delle fatture per operazioni inesistenti e presso gli uffici del comune di Rovellasca per accertare ulteriori violazioni in materia di reati contro la pubblica
amministrazione per i quali procede la competente Procura di Como.