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5 anni agoon
RONCIGLIONE (VT) – È da circa un mese che a Ronciglione, ridente cittadina in provincia di Viterbo, si verificano furti in appartamenti e ville. La tecnica di intrusione è semplice: una porta o una finestra scardinata, un vetro rotto, una recinzione scavalcata, e la banda – almeno tre o quattro malviventi – sono in casa tua; di notte alle 3, di giorno alle 17, di mattina alle cinque, mentre tutta la famiglia gode l’ultimo sonno, comodamente a letto.
Abbiamo contato quattro ingressi in quarantottore, davvero degli stakanovisti: due in villa, a Villaggio 91, più uno, sempre in villa, nelle adiacenze di Villaggio 91, in via di Poggio cavaliere. Il quarto addirittura in un quartierino abbastanza nuovo, dietro la caserma dei Carabinieri!
Dicevamo che la tecnica di intrusione è quella che già abbiamo visto, da queste parti, e anche le vie di avvicinamento sono consuete:
Per esempio, nel caso di Villaggio 91, il noccioleto di Tedeschi che sta alle spalle del complesso. Sono evidentemente persone che conoscono bene i luoghi e gli abitanti. Vien da pensare alla banda di giostrai arrestata qualche anno fa dalla squadra guidata dal maresciallo Longobardi, allora comandante di stazione e ora in pensione.
L’azione fu coordinata, a quanto si ricorda, insieme ad altri carabinieri, di Capranica ed altre stazioni.
Le persone arrestate furono otto, e possiamo legittimamente pensare che siano state associate alle patrie galere. Se la banda, come sembra, è la stessa, certamente la pena inflitta a ciascuno di loro non è stata congrua, visto che a breve distanza sono già in libertà: oppure in permesso premio, come piace oggi fare ad alcuni magistrati che vivono nelle nuvole. Secondo noi, la pena deve servire a punire, e non solo al ‘recupero’ dei banditi; i quali, ben lungi dal farsi ‘recuperare’, adottano tutti i sistemi per uscire prima del dovuto, non ultimo la ‘buona condotta’, che permette uno sconto di pena del 25%: cioè in pratica di un quarto della ormai inefficace ‘pena’.
Nel concedere tali benefici bisognerebbe tener conto – ma pare che, dalla cronache, questo non si faccia – delle recididive specifiche. Se uno è un delinquente incallito, dovrebbe essere tenuto lontano dalla gente onesta e civile quanto più possibile, e le pene, in caso di nuovo arresto, dovrebbero consentire una pena tale da sconsigliarlo, per tarda età, di continuare a delinquere.
Abbiamo seguito, più d’una volta, casi in cui un cittadino per bene, svegliato nel cuore della notte, e trovandosi di fronte a tre/quattro individui magari anche mascherati, abbia avuto la triste sorte d’esser massacrato di botte. L’alternativa è stata quella di armarsi e uccidere l’intruso, o gli intrusi, con conseguenze più pesanti per chi si è difeso, spaventato, nel suo diritto, che per i complici. Questa è una stortura della nostra Italia. Troppo spesso i furti in appartamento vengono considerati reati minori, mentre sono quelli che rivestono una maggior pericolosità sociale, come anche i furti d’auto, le rapine a farmacie e supermercati, e gli scippi: tutti reati che incidono negativamente sulla qualità della vita delle persone oneste, e che andrebbero sanzionati con molta più severità. È necessario un maggior controllo del territorio, tale da prevenire e scoraggiare le intrusioni domestiche, notturne o diurne, con abitanti o senza. Certamente è necessario che le nostre forze dell’ordine vengano riportate all’organico che consentiva loro, una volta, di controllare efficacemente città e campagne: parliamo di Carabinieri, ma anche di Polizia di Stato. Per esempio, i Carabinieri di Ronciglione devono controllare una zona molto vasta, che arriva addirittura a Monte Romano: di questo si avvalgono i malintenzionati. Se sono da una parte, non possono essere dall’altra. Il rischio che tutti corriamo è quello di avallare una svolta autoritaria delle istituzioni: questo ci garantirebbe più sicurezza, pene più giuste, niente permessi premio, nessuna indulgenza per chi dimostra di non saper vivere in un contesto sociale sano e civile. Quindi vediamo bene quale sia la pericolosità sociale del sottovalutare – o depenalizzare addirittura – reati come quelli di cui parliamo.
Creazione di ronde di cittadini, rischio di giustizia sommaria, rischio che il cittadino per bene, subendone le conseguenze anche civili nei confronti degli aggressori, si difenda oltre il limite consentito da una legge che, seppur riformata, non corrisponde – dovendo passare sotto le forche caudine discrezionali della nostra magistratura – a quello che sarebbe una difesa reale ed efficace: e che comunque si dovrebbe considerare come eccezionale.
Siamo un paese che non ha la fortuna di avere un governo efficace e competente. La nostra salute, fisica e psicologica, è l’ultimo dei pensieri dei nostri ministri, tutti tesi come sono a soddisfare le lobby che versano ricchi contributi nelle loro ‘fondazioni’, e ad accontentare quelle clientele che porteranno loro voti alle prossime elezioni: oltre ad insultare ed incolpare chicchessia – specialmente la vecchia gestione, senza tener conto che di quella facevano parte anche loro – delle loro incapacità. Morale della favola: muniamoci di allarmi, di sensori meglio se esterni, di telecamere che possano registrare le intrusioni e permettere di identificare i malviventi, tanto ormai sono conosciuti.
E confidiamo nelle nostre poche forze dell’ordine, che anche di notte sono disponibili all’intervento, a qualsiasi ora, e di questo sono testimone. Soprattutto non confidiamo nell’intelligenza di chi queste forze dell’ordine dovrebbe meglio gestire, perché è un valore molto labile – se esiste.
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