ROMA – VITERBO: GIORNATA NERA PER LA LINEA FERROVIARIA

di  Silvio Rossi

La giornata odierna può essere considerata una di quelle da segnare sul calendario come “nere”. Molti treni sono stati soppressi, altri hanno subito ritardi anche superiori all’ora, inaccettabili per un servizio di tipo “metropolitano”.

Pere tutta la mattinata i tabelloni delle stazioni interessate dalla linea che serve i quartieri di Monte Mario, Ottavia, La Giustiniana, La Storta e Cesano, e i comuni di Anguillara, Bracciano, Manziana fino a Viterbo, hanno intervallato indicazioni di corse soppresse e di altre in forte ritardo.

Tra i pendolari che utilizzano la linea, i sentimenti più diffusi sono la rabbia e la rassegnazione, da troppo tempo le inadempienze di Trenitalia accompagnano le loro giornate lavorative.

La linea, ammodernata in occasione del giubileo d’inizio millennio, col raddoppio fino a Cesano, e l’elettrificazione fino al capoluogo della Tuscia, avrebbe dovuto vedere un adeguamento strutturale per il tratto extraurbano negli anni immediatamente successivo. Ma in Italia esiste la brutta abitudine che, in assenza di un evento straordinario, le opere comunque importanti per la qualità della vita dei cittadini, non vengono mai portate a termine.

Solo due mesi fa il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha promesso l’investimento di 64 milioni per l’acquisto di nuovi treni, con la promessa di portare la frequenza nel tratto urbano di un treno ogni sette minuti e mezzo. Una promessa che stride con la realtà dei fatti, per cui quasi mai si riesce a rispettare la frequenza di un treno ogni quarto d’ora nel tratto urbano e di un treno ogni mezz’ora nell’hinterland più ristretto.

Per questo motivo era stata accolta con favore la scelta di costruire a Viterbo il terzo scalo della capitale, decisione che avrebbe significato il completamento del raddoppio ferroviario, e il miglioramento delle infrastrutture stradali. Nulla di tutto ciò però (neanche lo scalo aeroportuale) è mai stato realizzato.

Ci ha raccontato una ragazza, studentessa universitaria, che la mattina è costretta a recarsi in ateneo molto prima delle lezioni, preferendo fermarsi a studiare presso la biblioteca della sua facoltà, piuttosto che rischiare di perdere le lezioni per colpa del servizio di trasporto.

Un viaggiatore incontrato alla stazione di La Storta era particolarmente irritato, ci ha detto: “una volta per i furti di rame, una volta gli scioperi, una volta si blocca la linea, una volta per l’animaccia loro, è sempre un calvario”.

Passe-partout, un’associazione di pendolari presente a Bracciano, provò a fare una class action contro Trenitalia, ma il giudice la respinse poiché individuò nella Regione, ente cui spetta il controllo del funzionamento della linea, il soggetto responsabile delle inadempienze.

E alla Regione si rivolgono i sindaci dei comuni del territorio braccianese, che hanno presentato ai loro Consigli Comunali una serie di delibere per contestare i continui malfunzionamenti di Trenitalia, che quasi quotidianamente tra ritardi e cancellazioni di corse mette a dura prova la pazienza dei pendolari del settore nord ovest della Capitale.

Ci ha spiegato il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, “abbiamo fatto quest’azione perché le persone abbiano una risposta adeguata per i problemi che sono in campo, perché la gente che va all’università, che va a scuola, che va a lavorare, poi gli tolgono le ore, o devono fare i recuperi”.

Il sindaco di Anguillara, Francesco Pizzorno, aggiunge “ Abbiamo cercato di coinvolgere i comuni del territorio per fare un’azione comune a favore dei pendolari. Per il momento sono quattro i comuni che si sono già impegnati (NDR gli altri sono Bracciano, Trevignano e Oriolo Romano), ma speriamo che anche gli altri sindaci dei comuni lungo la linea ferroviaria possano far loro la richiesta, e dare maggior voce all’azione che stiamo intraprendendo”