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ROMA, VIA GIULIA, REALACCI GREEN ECONOMY: "STOP A SPECULAZIONE EDILIZIA E SUI PREZIOSI RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI"

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Tempo di lettura 2 minutiI deputati Pd Realacci, Gentiloni, Giachetti e Bonaccorsi presentano un’interrogazione scritta al Presidente del Consiglio e al ministro per i Beni e le Attività Culturali

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Redazione

Roma – “Con il pretesto di risolvere l’emergenza traffico di Roma Capitale, il Comune di Roma sta barattando l’integrità e la tutela di veri e propri gioielli di famiglia, come la centralissima e rinascimentale via Giulia, con parcheggi privati, negozi, alberghi e appartamenti di lusso. Sembra incredibile, ma è proprio quello che sta accadendo nel cuore di Roma, già Patrimonio Unesco, dove la società Cam, concessionaria del Comune per la costruzione di parcheggi, ha progettato la costruzione di un urban center di quasi 2 mila metri quadri e quattro piani di altezza sullo spazio lasciato libero dagli sventramenti di epoca fascista. Per fare luce sulla questione ed evitare un probabile ennesimo scempio e una nuova specualazione ho presentato, insieme ai deputati Pd Gentiloni, Giachetti e Bonaccorsi, un’interrogazione scritta al Presidente del Consiglio e al ministro per i Beni e le Attività Culturali chiedendo se siano a conoscenza della vicenda e se ritengano il progetto della Cam S.rl. compatibile con tutti i criteri di tutela dei beni artistici e archeologici previsti dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del pd, depositando un’interrogazione parlamentare scritta sul caso Via Giulia.

“Inizialmente il progetto prevedeva la sola  realizzazione di parcheggi previsti dal PUP – programma urbano parcheggi, ma – spiega Realacci –, in seguito ai ritrovamenti archeologici scoperti con gli scavi preventivi e al conseguente obbligo di mantenimento e musealizzazione dei reperti, la Cam ha aggiornato il proprio progetto riducendo i parcheggi, ora previsti come privati,  e aggiungendo, oltre all’area espositiva, anche negozi, appartamenti di lusso, un albergo e un ristorante. Una revisione che comporta l’edificazione ‘fuori terra’ e la copertura di un vuoto storico che insisteva in via Giulia dallo sventramento fascista e che tuttora permette una bellissima vista sul Garibaldi del Gianicolo e su Villa Lante, sede dell'Istituto Romano di Finalndia . Tutto senza che  si abbia notizia di uno studio che giustifichi la pubblica utilità dell'operazione che se così rimanesse, a giudizio dell’interrogante, andrebbe a svilire i preziosi ritrovamenti archeologici, con la inevitabile compressione delle strutture archeologiche tra i pilastri per le fondazioni dell’hotel e dei previsti appartamenti di lusso e box auto che non avranno alcuna finalità di utilizzo pubblico”.

“Contro questo progetto che non pare rispondere all'emergenza mobilità e traffico di Roma, per cui a suo tempo è nato – prosegue Realacci – si sono per altro pubblicamente schierati intellettuali ed artisti, come De Lucia, Verdone, Bevilacqua e Strinati, cittadini e importanti associazioni come Legambiente Lazio e il Coordinamento per la tutela di via Giulia. Tra le questioni sottoposte ai ministri interrogati anche l’impatto ambientale ed artistico dell’operazione, chiedendo se le volumetrie esterne e le distanze indicate nel progetto siano compatibili con i vincoli di tutela paesaggistica e conservativi della quasi totalità dei palazzi adiacenti e costituenti il rettilineo di Via Giulia, già ai sensi della legge n. 1089 del 1939. Ai ministri interrogati chiediamo, infine, se ritengano possibile proseguire con la progettazione degli spazi nell’area di via Giulia stante il fatto che non risulta all’interrogante che vi sia stata una proroga, successiva al 31 dicembre 2012, del già scaduto Decreto del Presidente del Consiglio sull’emergenza mobilità nella città di Roma, atto da cui trae legittimità il sopradescritto progetto di via Giulia".

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