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ROMA: TRA PASSATO E FUTURO LA CAPITALE SI METTE IN MOSTRA

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Tempo di lettura 3 minutiIn pieno centro storico due intensi omaggi alla Roma più bella con due mostre, una di chine e l'altra di fotografia

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Redazione
Roma
– Si inaugura la mostra “Visage en pose”, curata da Francesca Anfosso, con una trentina di opere ad inchiostro di china di Roberto Di Costanzo. Visitabile sino al 10 maggio.

Si trovano a pochi passi l'una dell'altra, e raccontano Roma da due diversissimi punti di vista. L'esposizione "Visage en pose”, nata dall'incontro di Roberto Di Costanzo con Francesca Anfonso della Galleria 28 Piazza di Pietra, si concluderà il 10 maggio e offre allo spettatore un viaggio nella storia dell’arte e nell’architettura capitolina attraverso la ritrattistica e la veduta paesaggistica. Un intenso viaggio tra Roma antica e Parigi del tardo Ottocento attraverso delicate chine, volti messi a nudo e ambientazioni eterne.

Sempre in centro, nella storica via dell'arte indissolubilmente legata a Fellini, un ulteriore viaggio: quello alla scoperta di una Roma inedita, che ispira l’artista ma non viene copiata, riscoperta e ricolorata dall’arte di Gianpaolo Conti che si allontana dalla staticità dell’immagine reale per dar nuova vita al luogo rappresentato. E' visitabile sino al 16 maggio presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte, in via Margutta 118, la mostra “My Eyes on the Road”, a cura di Francesca Barbi Marinetti e organizzata da Tina Vannini.

“VISAGE EN POSE” DI ROBERTO DI COSTANZO – “La mostra “Visage en pose” – afferma l’artista Roberto Di Costanzo – intende raccontare i miei ultimi tre anni di prolisso ed intenso scambio tra la capitale romana e quella francese, l’amore per la figura e il grande interesse che nutro per il racconto di viaggio. Dopo l’incontro a Parigi con il Maestro Pierre Cardin, ho cercato di esportare qui l’accademismo del disegno fiorentino appreso attraverso gli studi con il maestro Piero Tosi, per provare a narrare l’eccellenza dello stile italiano”.

Tra le rovine del tempio di Adriano appaiono così paesaggi di una Roma storica che profuma di Francia, arricchita da una dolce atmosfera fuori dai tempi. Nei suoi incisivi ritratti appare evidente la ricerca dell'espressione interiore e dello studio anatomico, attraverso una rete di segni e virtuosismi grafici. Centinaia di sguardi che accolgono l'osservatore in una calda "mise en scene" su parete, a ricordo di quel vivace collezionismo ottocentesco. Un corteggiamento dal sapore antico rievocato da un'esposizione nostalgica, con un doveroso atto di ossequio alla storia e all’arte che non c’è più.
“Un omaggio doveroso per una location che racconta millenni di storia – spiega la gallerista Francesca Anfosso – La galleria fa parte di Palazzo Ferrini-Cini (1600) e custodisce una porzione rilevante di quella che anticamente era la struttura di fondazione del porticato dell’antico Tempio di Adriano risalente al II secolo d.C., riportate alla luce tramite una sapiente operazione di restauro sovrintesa dalle Belle Arti. La Roma antica e la Roma Barocca si “incontrano” in questo spazio nel cuore di questa meravigliosa città di cui Roberto Di Costanzo restituisce tramite le sue opere immagini caratterizzate da una bellezza senza tempo”.

 “EYES ON THE ROAD” DI GIANPAOLO CONTI – Dal Colosseo quadrato al Gazometro, dal vecchio tram all’Arco di Costantino, dai muri della Città alla tangenziale: Roma entra nel quadro e viene immortalata in movimento, coinvolta in un turbinio di colori e di vita, grazie all’elaborazione propria dell’artista, che della stessa immagine seleziona decine di scatti riassemblandoli in sequenze di forme e cromatismi. L’arte digitale non è, però, una scuola o un movimento artistico d’avanguardia. E’ possibile tracciare connessioni con alcuni precedenti storici del Novecento, come Costruttivismo, Dadaismo, Fluxus, fino all’arte concettuale, a seconda degli artisti in questione, ma si tratta piuttosto di una nuova sensibilità che risponde alla misura estetica del nostro tempo.

“Per la mia tecnica – spiega l’artista GianpaoloConti – che non è solo sovrapposizione di immagini, non mi ispiro a nessuno, non ho maestri. E' una mia ricerca iniziata nel 1975 in camera oscura e proseguita poi in sala di montaggio cinematografica e video. Ho iniziato proiettando diapositive su un muro e fotografando poi soggetti frapposti tra la proiezione e il muro. Oggi il ruolo della fotografia, con l'avvento del digitale prima e degli smartphone e i social networks poi è cambiato radicalmente. Direi che è un ruolo centrale. E’ un mezzo espressivo potentissimo, ormai assunta agli onori dell’arte”.