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Roma, TPL Capodanno: l’accordo c’è ma non piace ai lavoratori di Atac

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Lo avevamo detto in tempi non sospetti, lasciatecelo dire con un pizzico d’orgoglio; avevamo detto che nulla era scontato e che il Campidoglio & company si erano sbilanciati un po’ troppo, e venduti la pelle dell’orso prima di catturarlo – a Roma si dice diversamente, meglio lasciare perdere, non vogliamo toccare la sensibilità di nessuno – E, infatti, quando la mattina del 20 dicembre, i sindacati Confederali hanno sottoscritto, o meglio ratificato (le parole hanno un senso) quanto già deciso (e annunciato una ventina di giorni fa) da Atac, in merito alla programmazione dei trasporti per notte di San Silvestro, ecco esplodere il maleodorante bubbone.

Un malumore misto a rabbia si è subito elevato tra gli intarsi e le volute del web, alimentato non solo dagli iscritti delle sigle autonome, che si sono guardate bene dal firmare l’accordo – tuonando: “non siamo mica il preservativo dei Confederali!” o roba del genere – ma anche, e soprattutto, dai tesserati proprio della CGIL, CISL e UIL. Che, se potessero, brucerebbero quel documento nelle pubbliche piazze romane, avvolte dalla soave diossina del TBM del salario, o davanti ai cancelli della municipalizzata oppure, meglio ancora, al cospetto delle rispettive sedi sindacali.

Un risentimento tale che potrebbe riservare, comunque, il condizionale è d’obbligo, sorprese nefaste, scossoni tellurici capaci di far andare di traverso il cenone (pentastellato e non) ai ranghi elevati del Campidoglio e dell’Azienda, convinti come sono di aver appiano le cose coi lavoratori. Specie coi macchinisti delle metropolitane e delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Viterbo (tratta urbana) che, al contrario, sentendosi strangolati e presi per i fondelli, giurano vendetta. Una cruente vendetta, da consumare a fuoco tiepido.

Ma saranno attivi i servizi a Capodanno fino alle 3.30? Ribadiamo: attenzione, le incognite sono dietro l’angolo. Lo diciamo con cognizione di causa, come sempre, fiutando, se così si può dire, gli umori dei dipendenti della divisione superficie e di quella metroferroviaria. Certo, le truppe cammellate delle segretarie firmatarie si sarebbero messe all’opera per reperire più persone possibili, tra i propri iscritti e simpatizzanti, e dal cilindro qualcosa sarebbe uscito per Capodanno. Secondo le indiscrezioni, infatti, sarebbero stati coperti i turni – quali turni poi?–, quelli oltre la mezzanotte, della Linea A e della Lido. Per la Linea B, la Viterbo e la Superficie, dove si stanno riscontrando i problemi maggiori, bisogna ancora attendere.

Cos’è che i lavoratori recriminano? Il modus operandi di Atac, che avrebbe, furbescamente e in modo unilaterale, allungato i turni, trasformando, di fatto, in ordinario ciò che invece era da considerare una prestazione straordinaria. Corrispondendo, inoltre, una retribuzione, specie ai macchinisti, decisamente inferiore ai maggiori carichi di lavoro richiesti. Quei 170 euro lordi destinati ai nottambuli, sventolati in bella vista, sono “omnicomprensivi”, così recita l’accordo, e di conseguenza, stando ai rumors, sono poca cosa, al netto delle tasse e delle altre indennità già previste ai dipendenti. Insomma, il lavoro è aumentato e i soldi sarebbero diminuiti. “È un accordo in pejus”, ci tengono a dire, “anche se in una prima battuta sembra il contrario. E non è solo una questione di trattamento economico, non tiene conto del riposo psicofisico e non garantisce la sicurezza durante l’esercizio”. Che, durante i festeggiamenti dell’anno nuovo, dovrebbe essere un tema prioritario. Come dargli torto?

Staremo a vedere chi la spunta. La sensazione che si ha è pessima, ragionando a mente fredda, sembra evidente che questo accordo abbia trovato le sue basi nelle divisioni della categoria degli autoferrotranvieri, e per meri ragionamenti di bottega. Quanta tristezza, ci vorrebbe un sussulto di dignità.

David Nicodemi