Connect with us

Roma

Roma, TPL Capodanno: l’accordo c’è ma non piace ai lavoratori di Atac

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Lo avevamo detto in tempi non sospetti, lasciatecelo dire con un pizzico d’orgoglio; avevamo detto che nulla era scontato e che il Campidoglio & company si erano sbilanciati un po’ troppo, e venduti la pelle dell’orso prima di catturarlo – a Roma si dice diversamente, meglio lasciare perdere, non vogliamo toccare la sensibilità di nessuno – E, infatti, quando la mattina del 20 dicembre, i sindacati Confederali hanno sottoscritto, o meglio ratificato (le parole hanno un senso) quanto già deciso (e annunciato una ventina di giorni fa) da Atac, in merito alla programmazione dei trasporti per notte di San Silvestro, ecco esplodere il maleodorante bubbone.

Un malumore misto a rabbia si è subito elevato tra gli intarsi e le volute del web, alimentato non solo dagli iscritti delle sigle autonome, che si sono guardate bene dal firmare l’accordo – tuonando: “non siamo mica il preservativo dei Confederali!” o roba del genere – ma anche, e soprattutto, dai tesserati proprio della CGIL, CISL e UIL. Che, se potessero, brucerebbero quel documento nelle pubbliche piazze romane, avvolte dalla soave diossina del TBM del salario, o davanti ai cancelli della municipalizzata oppure, meglio ancora, al cospetto delle rispettive sedi sindacali.

Un risentimento tale che potrebbe riservare, comunque, il condizionale è d’obbligo, sorprese nefaste, scossoni tellurici capaci di far andare di traverso il cenone (pentastellato e non) ai ranghi elevati del Campidoglio e dell’Azienda, convinti come sono di aver appiano le cose coi lavoratori. Specie coi macchinisti delle metropolitane e delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Viterbo (tratta urbana) che, al contrario, sentendosi strangolati e presi per i fondelli, giurano vendetta. Una cruente vendetta, da consumare a fuoco tiepido.

Ma saranno attivi i servizi a Capodanno fino alle 3.30? Ribadiamo: attenzione, le incognite sono dietro l’angolo. Lo diciamo con cognizione di causa, come sempre, fiutando, se così si può dire, gli umori dei dipendenti della divisione superficie e di quella metroferroviaria. Certo, le truppe cammellate delle segretarie firmatarie si sarebbero messe all’opera per reperire più persone possibili, tra i propri iscritti e simpatizzanti, e dal cilindro qualcosa sarebbe uscito per Capodanno. Secondo le indiscrezioni, infatti, sarebbero stati coperti i turni – quali turni poi?–, quelli oltre la mezzanotte, della Linea A e della Lido. Per la Linea B, la Viterbo e la Superficie, dove si stanno riscontrando i problemi maggiori, bisogna ancora attendere.

Cos’è che i lavoratori recriminano? Il modus operandi di Atac, che avrebbe, furbescamente e in modo unilaterale, allungato i turni, trasformando, di fatto, in ordinario ciò che invece era da considerare una prestazione straordinaria. Corrispondendo, inoltre, una retribuzione, specie ai macchinisti, decisamente inferiore ai maggiori carichi di lavoro richiesti. Quei 170 euro lordi destinati ai nottambuli, sventolati in bella vista, sono “omnicomprensivi”, così recita l’accordo, e di conseguenza, stando ai rumors, sono poca cosa, al netto delle tasse e delle altre indennità già previste ai dipendenti. Insomma, il lavoro è aumentato e i soldi sarebbero diminuiti. “È un accordo in pejus”, ci tengono a dire, “anche se in una prima battuta sembra il contrario. E non è solo una questione di trattamento economico, non tiene conto del riposo psicofisico e non garantisce la sicurezza durante l’esercizio”. Che, durante i festeggiamenti dell’anno nuovo, dovrebbe essere un tema prioritario. Come dargli torto?

Staremo a vedere chi la spunta. La sensazione che si ha è pessima, ragionando a mente fredda, sembra evidente che questo accordo abbia trovato le sue basi nelle divisioni della categoria degli autoferrotranvieri, e per meri ragionamenti di bottega. Quanta tristezza, ci vorrebbe un sussulto di dignità.

David Nicodemi

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

Continua a leggere

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti