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Roma

Roma, Tor Bella Monaca, revocata la licenza al “bar dei pregiudicati”

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ROMA – Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Frascati unitamente alla Polizia Locale di Roma Capitale VI Gruppo Torri hanno notificato al legale rappresentante di un bar di via dell’Archeologia, la revoca della licenza di somministrazione di alimenti e bevande ex art. 19 del d.p.r. 616/1977, con conseguente obbligo di chiusura definitiva, entro un giorno dalla notifica dell’atto, con espressa avvertenza che, in caso di inadempienza, si procederà alla chiusura coatta con l’apposizione dei sigilli nonché con deferimento all’Autorità giudiziaria.

Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti dei Carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca, i quali hanno raccolto tutta una serie di fatti che portano a ritenere l’esercizio commerciale abituale ritrovo di pregiudicati. A titolo di esempio, oltre ai controlli degli avventori che hanno confermato la frequentazione controindicata, sono stati numerosi gli arresti per spaccio di sostanze stupefacenti, eseguiti dai Carabinieri proprio nelle immediate vicinanze, a conferma del convincimento che il locale assurgeva a punto di ritrovo ovvero punto di ristoro per vedette e spacciatori così come emerso nelle attività d’indagine.

Un grave episodio avvenuto nei pressi del locale lo scorso 30 marzo scorso, quando un pregiudicato della zona veniva attinto da due colpi d’arma da fuoco, rimanendone ferito, esplosi da ignoti a bordo di uno scooter. Il locale in passato è già stato oggetto di ben 2 sospensioni della licenza ex art. 100 T.u.l.p.s. proprio per tali problematiche riscontrate nel corso del tempo.

Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, nell’ambito dell’attività di monitoraggio e analisi dei fenomeni di criminalità correlati all’attività di esercizi pubblici, esaminati gli approfondimenti dei Carabinieri, ha proposto all’amministrazione comunale la revoca della licenza all’esercizio pubblico in questione.

Alla proposta, infatti, che si inserisce in un momento di particolare attenzione da parte della Prefettura a territori e ambienti degradati e particolarmente esposti a pericoli per la sicurezza pubblica, ha fatto seguito il provvedimento di revoca del sindaco di Roma che i Carabinieri hanno notificato.

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Castelli Romani

Monte Compatri, cresce la preoccupazione per il “Muro della discordia”: paura per rischio frane

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A Monte Compatri torna l’allarme per la sicurezza del versante dietro il muro di contenimento fatto edificare dall’ex sindaco Fabio D’Acuti. La struttura, costruita per prevenire fenomeni franosi, è ora al centro delle preoccupazioni dei residenti di via Ciaffei, timorosi che il prossimo nubifragio possa mettere in pericolo anche le loro abitazioni.

“Con le prossime piogge torrenziali verranno giù anche le case!” – questo il grido d’allarme in uno dei tanti post sui social, espressione del crescente malcontento tra i cittadini.

Un video, girato dalla nostra redazione ieri mattina proprio in via Ciaffei, mostra lo stato attuale del “Muro della discordia”, il quale avrebbe dovuto risolvere i problemi di dissesto evidenziati già durante la fase progettuale. Tuttavia, le condizioni della scarpata sembrano peggiorate, rafforzando le paure di chi teme una frana verso via Fontana delle Cannetacce, la strada sottostante. La preoccupazione dei residenti, dunque, non appare ingiustificata: il rischio di ulteriori cedimenti, aggravato dalle piogge autunnali, mantiene alta la tensione nel quartiere.

Si tratta del muro costruito dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Fabio D’Acuti che avrebbe dovuto evitare quei “fenomeni franosi” che una rilevazione tecnica aveva evidenziato già agli inizi in fase progettuale.

Oggi la paura dei cittadini di via Ciaffei, e non solo, è quella di ritrovarsi franati nella strada sottostante, via Fontana delle Cannetacce.

nella foto l’ordinanza sindacale che impone il senso unico nel tratto di strada

Ad oggi nella strada insiste un senso unico proprio per scongiurare, come indicato nell’ordinanza sindacale n. 24 del 17 agosto 2022, rischi per “l’incolumità pubblica e privata”.
Nelle foto che abbiamo scattano sono ancora più evidenti i segni del cedimento del manto stradale e le piogge degli ultimi giorni stanno erodendo sempre di più la scarpata che insiste dietro le spalle del muro.

nella foto sono evidente le crepe sull’asfalto e la curvatura in avanti del tratto di pavimentazione

In questi giorni siamo andati proprio alla ricerca delle fasi che hanno poi portato, nei primi mesi del 2021, alla realizzazione di questo progetto che vede la luce dopo una delibera di giunta municipale, la n. 134 del 20 ottobre 2016 (corretta per quanto riguarda il computo metrico con la delibera di giunta municipale n. 15 del 2 febbraio 2017), che, partendo da “un bando per la concessione di finanziamenti regionali a favore dei Comuni per gli interventi di dissesto idrogeologico annualità 2016” e, si legge nella delibera, “PREMESSO che questa Amministrazione intende mettere in sicurezza via Ciaffei, area interessata dal dissesto; che per l’area interessata è stato redatto l’inventario dei fenomeni franosi ( IFFI ) da un geologo abilitato; che è stata redatta dichiarazione sull’esistenza di aree PAI; che è stata redatta altresì la dichiarazione relativa alla proprietà o alla disponibilità dell’area oggetto di richiesta del finanziamento” faceva partire l’iter per la realizzazione di un progetto che ammontava a € 198.207,66 che evitasse quei “fenomeni franosi” citati nella delibera.
La situazione attuale desta molte preoccupazioni evidenziate da alcuni post su fb degli stessi residenti nella vita.
Nei primi mesi del 2021 il muro venne realizzato scatenando le accuse dell’allora consigliere di minoranza, oggi sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri, che lo definiva “… osceno … conferma del pressappochismo dell’amministrazione D’Acuti (nds l’allora sindaco Fabio d’Acuti, oggi consigliere comunale di minoranza)” e concludeva, tuonando nel suo intervento, “vogliamo capire come sono stati spesi i soldi della collettività e in tal senso saremo intransigenti rispetto a tanto pressappochismo. O si è all’altezza delle aspettative dei monticiani o dimissioni immediate”.
L’amministrazione d’Acuti cadde alla fine di maggio 2021 con le dimissioni di 9 consiglieri comunali portando poi il paese alle elezioni dell’ottobre 2021 che videro la vittoria come sindaco di Francesco Ferri.
Da allora non vi è stato più nessun intervento seppure con delibera di Consiglio Comunale numero 11 del 12 aprile 2023 a seguito di una mozione a firma dei consiglieri comunali del gruppo Nuovi Orizzonti per Monte Compatri, Fabio d’Acuti, Adriano di Franco (assessore ai lavori pubblici durante i lavori di costruzione del muro) ed Agnese Mastrofrancesco l’intero consiglio comunale approvava all’unanimità una mozione “recante ad oggetto Mozione per indagine geologica su tratto stradale Via G. Ciaffei”.

Non ci è dato sapere, al momento, se detta indagine sia stata poi posta in essere dall’attuale amministrazione comunale ma quello che poi abbiamo rilevato, passando in rassegna le delibere di consiglio comunale e di giunta municipale, è una delibera di giunta che ha attirato la nostra attenzione.

Si tratta della delibera n. 102 del 22 giugno 2023 avente ad oggetto “RISOLUZIONE CONTROVERSIA COMUNE DI MONTE COMPATRI/SOC. DFC COSTRUZIONI SRL AI SENSI DELL’ART. 1965 C.C.- PROVVEDIMENTI”.
La DFC Costruzioni è la ditta vincitrice dell’appalto per la realizzazione del famoso “Muro di Via Ciaffei” ed entrando nello specifico della delibera si evincono due particolari:

  • un decreto ingiuntivo notificato al comune di Monte Compatri per il pagamento della fattura 6/2021 della ditta per un importo di € 127.000 “oltre interessi come richiesti nel limite del tasso soglia, spese legali di procedura di ingiunzione liquidate in € 2.135,00 per compenso ed € 406,50 per esborsi, oltre oneri come per legge”;
  • due note degli uffici comunali in relazione “all’opportunità di proporre o meno opposizione” a detto decreto.

Sempre leggendo la delibera appare una situazione che ci ha sorpresi in quanto dapprima si autorizza il sindaco, Francesco Ferri, a proporre opposizione, in nome e per conto del Comune, avverso il decreto ingiuntivo n. 437/2022 del 24/02/2022 emesso dal Tribunale di Velletri per il pagamento a favore della Soc. D.F.C. Costruzioni s.r.l., entro il termine di quaranta giorni dalla notifica dello stesso ricorso, della somma di € 127.000,00 nominando un legale con conseguente pagamento delle spese (€ 9322,82 come si evince nella delibera di giunta comunale n. 46 del 17 marzo 2022) e poi si effettua una risoluzione in quanto, prosegue la delibera di giunta, “appare opportuno e conveniente per il Comune addivenire alla definizione transattiva della vicenda nei termini suggeriti dal legale difensore, al fine di porre fine ad una controversia in essere”.

In ragione di quanto sopra indicato la giunta comunale di Monte Compatri delibera “congrua la somma omnicomprensiva di € 100.000,00, a tacitazione di ogni pretesa economica avanzata da D.F.C. Costruzioni s.r.l.”.

Questa, ad oggi, una prima cronistoria “fugace” relativa alle vicissitudini che hanno portato dalla valutazione di un rischio concreto e tangibile, i succitati “fenomeni franosi” di cui alla delibera di giunta n. 134/2016, alla realizzazione di un opera che, stando alle molte voci non è conclusa, alla perdita del finanziamento iniziale della Regione Lazio, in quanto l’opera non venne terminata, ad un decreto ingiuntivo al quale dapprima il comune si è opposto, con un esborso per spese legali di circa diecimila euro e poi all’esborso di centomila euro per un opera che, apparentemente, di sicurezza ne offre ben poca.

Nei prossimi giorni proveremo ad incontrare l’allora sindaco, l’avvocato Fabio d’Acuti, e l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Adriano di Franco per avere un quadro ancora più dettagliato dei passaggi che hanno portato poi alla realizzazione del muro.
Ovviamente sarà nostra premura contattare sia gli uffici che hanno rilasciato dapprima un parere favorevole all’opposizione al decreto ingiuntivo e successivamente, invece, a convergere sulla posizione di “tacitazione omnicomprensiva” e in ultimo capire gli obiettivi dell’attuale amministrazione monticiana in merito alla risoluzione di questo annoso problema.

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Metropoli

Tivoli, uccisa sulle strisce: preso il pirata della strada

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Identificato e arrestato un 26enne grazie alle immagini acquisite da 19 telecamere

Un drammatico caso di omicidio stradale ha scosso la comunità di Tivoli lo scorso 9 settembre, quando Daniela Circelli, imprenditrice e madre di due figli, è stata tragicamente investita e uccisa mentre attraversava la via Tiburtina. Dopo giorni di intense indagini, i carabinieri e la Procura di Tivoli hanno finalmente fatto luce su questo terribile episodio, smantellando l’ipotesi iniziale di una corsa clandestina e rivelando una verità ancora più scioccante.

Il principale sospettato, un cittadino egiziano di 26 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia. L’uomo era alla guida di una Volkswagen Golf quando ha compiuto un sorpasso fatale che è costato la vita a Daniela Circelli.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Tivoli, hanno beneficiato dell’acquisizione di immagini da 19 telecamere di sorveglianza disseminate lungo la via Tiburtina. Questi occhi elettronici, insieme a numerosi accertamenti tecnici e testimonianze raccolte, hanno permesso di ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente.

Secondo quanto emerso, il 26enne, a bordo della Golf e in compagnia di un amico, procedeva a velocità sostenuta su via Tiburtina. In prossimità delle strisce pedonali, un’auto si era fermata per consentire l’attraversamento di Daniela Circelli. Il giovane egiziano, invece di rallentare, ha effettuato un sorpasso azzardato, complice anche l’asfalto bagnato. L’impatto con la donna è stato violentissimo, tanto da scaraventarla per ben 40 metri.

Dopo l’incidente, il conducente non si è fermato a prestare soccorso, dandosi alla fuga. Un dettaglio cruciale per le indagini è stato il ritrovamento dello stemma frontale della Golf, perso nell’impatto e rinvenuto sul luogo dell’incidente. L’auto è stata localizzata il giorno successivo dai carabinieri.

Ma le azioni del giovane egiziano non si sono limitate alla fuga. Quando i carabinieri lo hanno rintracciato, hanno scoperto che aveva già preparato una borsa, pronto a lasciare il paese. In un disperato tentativo di eludere le proprie responsabilità, ha persino cercato di accusare l’amico che era con lui in auto al momento dell’incidente.

L’analisi meticolosa dei filmati delle telecamere ha permesso agli investigatori di identificare con certezza il 26enne come il conducente dell’auto investitrice. Questi elementi, uniti alle altre prove raccolte, hanno portato il giudice a emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il giovane è stato quindi arrestato e trasferito nel carcere di Rebibbia, considerato il concreto pericolo di fuga. Le accuse a suo carico sono gravissime: omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia.

Questa tragedia ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita dei due figli di Daniela Circelli e ha scosso profondamente la comunità locale. L’arresto del responsabile, se da un lato non può cancellare il dolore per la perdita di una vita, dall’altro rappresenta un importante passo verso la giustizia.

Il caso solleva ancora una volta l’importanza del rispetto delle norme stradali e della prudenza alla guida. La tecnologia, in questo caso le telecamere di sorveglianza, si è rivelata fondamentale per ricostruire la verità e assicurare alla giustizia il responsabile di un atto così grave.

Mentre la comunità piange la perdita di Daniela Circelli, ci si augura che questa tragedia possa servire da monito per prevenire futuri incidenti e per sottolineare l’importanza della responsabilità alla guida.

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Castelli Romani

Tragedia ad Ariccia: operaio della raccolta rifiuti perde la vita

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Grave incidente sul lavoro: dinamiche ancora da chiarire, indagini in corso

Morto l’operatore ecologico di 32 anni travolto ad Ariccia dall’autocarro per la raccolta differenziata della carta, mentre lavorava alla raccolta dei rifiuti. Il mezzo si è improvvisamente sfrenato, travolgendo l’uomo e schiacciandolo contro un muro.

L’incidente ha anche causato la rottura di una tubatura del gas, ma un tecnico presente ha immediatamente disattivato l’erogazione, evitando una tragedia. Sul posto sono intervenuti i soccorsi e la polizia locale, che ha avviato le indagini per chiarire la dinamica.

La nota dell’Organizzazione Sindacale Cobas Igiene Ambientale: “È un massacro senza fine quello che è in atto nel settore della Igiene Urbana”

Durissima la reazione con una nota da parte dell’Organizzazione Sindacale Cobas Igiene Ambientale. Da tempo Cobas Igiene Ambientale denuncia senza sosta i moltissimi casi in cui sono coinvolti i lavoratori del settore. “L’incidente ai danni di un nostro collega netturbino che ha poi ha portato alla sua morte, prosegue il comunicato, è l’ennesima controprova che nella Igiene Urbana le attività lavorative, per ciò che concerne la salute e la sicurezza, sono ad alto rischio e che le misure in materia di prevenzione degli infortuni sono assai carenti”.

Abbiamo, dalle pagine del nostro giornale, evidenziato tante volte tali situazioni che presentano, purtroppo, un leitmotiv, un filo rosso, collegato alla poca sicurezza che, stando a quanto dicono le organizzazioni sindacali, parrebbe non attuata dai gestori di tale servizio e il compito delle amministrazioni comunali, gli enti appaltanti appunto, dovrebbe essere, sempre a quanto dicono i sindacati, indirizzato ad un maggiore controllo, ad una maggiore presenza al fianco dei lavoratori.

Situazione questa che viene puntualizzata con enfasi dal testo del comunicato: “La responsabilità diretta di tutto ciò non può non essere delle aziende in appalto, che pur di trarre maggiori profitti abbattono i costi della sicurezza col sostegno legislativo dei peggiori governi nazionali ma anche delle peggiori politiche europee in tema di lavoro e appalti. La responsabilità, tuttavia, è anche degli Enti appaltanti perché hanno il dovere di controllare la regolarità delle attività lavorative in concessione, mentre nella maggior parte dei casi questi controlli non vengono effettuati. Ci adopereremo in ogni sede per fare luce su questa tragica notizie che ci sconvolge come lavoratori e come sindacato al fine di tutelare tutte le persone che lavorano in questo comparto“.

Un tragico epilogo che mette per l’ennesima volta in luce le troppe lacune nel sistema sicurezza nel mondo del lavoro.

“Giunga, chiude la nota stampa, alla famiglia del nostro collega scomparso la nostra vicinanza ed il nostro pensiero”

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