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Red. Cronache
Roma – Medico e paziente, un’alleanza possibile? Proposte per una buona riforma”. Questo il titolo del convegno che si è tenuto giovedì 11 febbraio 2016 all’Ordine dei Medici di Roma per discutere sul ddl Gelli, attualmente all’esame del Senato, che riformerà la responsabilità professionale degli operatori sanitari.
Non è accompagnato dal clamore del ddl Cirinnà ma è comunque un testo di legge molto atteso, da almeno un decennio, il cui scopo è garantire la sicurezza delle cure come parte costitutiva del diritto alla salute, attraverso maggiori garanzie e tutele per i professionisti in campo sanitario da un lato, e maggiore certezza e celerità nei risarcimenti dei danni subiti dai pazienti dall’altro.
L'attuale quadro normativo spinge gli operatori sanitari a prescrivere accertamenti nella sola prospettiva di evitare il “rischio-giudice” oppure comporta la fuga da settori professionali come chirurgia e ginecologia. Il danno che segue a tale fenomeno, ormai noto come medicina difensiva, è molteplice: per l'operatore sanitario, inibito nello svolgimento delle sue funzioni, per il paziente, sottoposto ad accertamenti invasivi anche se evitabili, per il contribuente, perché la medicina difensiva pesa sulla collettività in termini di costi. Questa riforma, colmando un vuoto legislativo, si propone di contemperare l’esigenza della tutela della salute con quelle del diritto alla cura e della libertà di coscienza di medici e professionisti.
“La riforma approvata alla Camera rappresenta un risultato molto atteso da tutti gli operatori delle professioni sanitarie, che punta sulla prevenzione dell’errore sanitario, aumenta le garanzie per i pazienti e restituisce dignità ai professionisti del settore” così Federico Gelli, relatore della Legge in Parlamento.
Il convegno è stato organizzato dall’Associazione culturale Alternativa Europea presieduta da Olimpia Troili che ha sottolineato: “Lo Stato Italiano spende 13 miliardi l'anno per esami inutili. Una somma molto consistente se pensiamo che la clausola d'emergenza sui migranti, inserita in legge di stabilità, in sede di contrattazione con la Commissione Europea vale 3,1 miliardi di flessibilità. La grande scommessa di questa riforma è creare un chiaro quadro normativo di riferimento capace di scoraggiare il ricorso, molto costoso, alla medicina difensiva”.
E’ intervenuto anche il consigliere regionale Michele Baldi, Capogruppo della Lista Zingaretti, che ha sottolineato le ricadute regionali dell’assenza di un testo organico sulla materia: “Le Regioni attualmente sono quelle che sostengono la spesa sanitaria. Contrastare la medicina difensiva significa ridurre la spesa inutile e dannosa per i pazienti e, contemporaneamente, migliorare il servizio alleviando il costo per i contribuenti”. Sono intervenuti anche i sottosegretari Vito de Filippo e Cosimo Ferri, i giuristi Guido Alpa e Domenico Pittella e il Dott. Roberto Lala, Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma.
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