Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
di Silvio Rossi
Dopo oltre millecinquecento giorni, la palazzina pericolante che impediva il traffico veicolare su via Enzo Tortora non c’è più. Le ruspe hanno demolito i quattro piani colpiti nell’agosto del 2011 da un incendio doloso, che ha compromesso le strutture in maniera irrimediabile. Un disagio per i residenti del quartiere, ma soprattutto per quanti utilizzavano la strada per districarsi nel traffico mattutino della Flaminia, costretti a percorrere via Carlo Emery, strada che costeggia la linea ferroviaria Roma Nord, a senso unico fino a quando la chiusura di via Enzo Tortora ha costretto l’ufficio mobilità a utilizzarla a doppio senso di circolazione, con un evidente disagio per quanti la percorrevano con le autovetture o l’attraversavano davanti alla stazione “Centro Rai”, come i ragazzi che frequentano il vicino istituto scolastico Pietro Calamandrei.
Una notizia attesa da molto tempo quindi. Troppo, se si considera che le responsabilità dell’evento sono state accertate in breve tempo, e dopo la perizia atta a quantificare i danni subiti dai proprietari, non c’era motivo, se non quello economico, per ritardare la bonifica dell’area. La demolizione della palazzina è solo il primo passo, comunque necessario, per la riapertura della strada. C’è bisogno ancora di qualche settimana di lavoro, per togliere i detriti che si trovano in corrispondenza dell’edificio, e la grande quantità di materiali abbandonati nei pressi delle reti che delimitavano la zona off-limits, compreso un furgone probabilmente rubato e abbandonato a pochi metri dall’area recintata.
Perché in Italia, e particolarmente in alcune latitudini, ovunque si crei una situazione di assenza della circolazione, dove è possibile gettare dell’immondizia di qualsiasi genere, con grandi possibilità di passare inosservati, si riesce a trasformare il luogo in una discarica. La riapertura della strada non rappresenterà quindi un beneficio solamente dal punto di vista della circolazione automobilistica, ma anche per quanto riguarda il decoro urbano, compromesso a causa dell’abbandono della strada interrotta.
Correlati