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A cura della dott.ssa Daniela Domanico Dirigente Medico Chirurgo Università "Sapienza" di Roma Polo Pontino
Roma – Si è fatto un gran parlare di "lucciole" per qualche settimana e poi più nulla, distratti con l'attenzione spostata su altro, come se tutto scorre, tutto passa e nulla alla fine giunge a soluzione.
Si assiste inermi a spettacoli di tutti i tipi in troppi angoli di strada, in ogni città senza esclusioni, con seggiole, postazioni fisse e mille varie "posizioni" che poco o nulla lasciano alla fantasia.
Il problema vero però non è se tornare alle case chiuse o provare le moderne vetrine dei paesi nordici, piuttosto quello sanitario collettivo. Finché si continuerà a pensare che dalle lucciole vadano gli altri, gli uomini delle altre, uomini soli, ragazzi insoddisfatti in cerca di qualcosa di diverso, lavoratori buttati per giorni sulle strade e che questi non abbiano contatti con il resto della società, si continuerà a sottovalutare il vero problema: quello sanitario. L'uomo "insoddisfatto" potrebbe essere chiunque (anche vicino a noi) e troppo spesso si dà per scontato che sia sempre qualcosa degli altri ma potrebbe non essere così.
Riflettiamo su ciò che il sesso occasionale può e trasmette (perché ormai lo dicono statistiche epidemiologiche accurate): dal papilloma virus alla gonorrea, dalla sifilide fino all'HIV a cui quasi più nessuno pensa.
E non si creda che il preservativo scongiuri queste infezioni poiché già dai preliminari lo scambio di liquidi comporta il passaggio di infezioni; già il semplice contatto può dar luogo ad escrescenze papillomatose tumorali a rapidissima crescita .
Ma il dato ultimo più allarmante è il forte ritorno della sifilide (che ricordavamo ai tempi di D'Annunzio) ed in consulenze mediche negli ultimi tre anni ne sono stati osservati addirittura casi al quarto stadio. Troppi pazienti seguiti in vari dipartimenti di malattie infettive stentano a guarire definitivamente con varie sequele anche a livello riproduttivo femminile. E qui non si parla di lucciole bensì di madri, fidanzatine, donne inermi allo scuro di tutto, perché gli uomini delle lucciole diffondono i frutti delle loro "esperienze" ed il circolo vizioso giunge sino a casa, in famiglia.
Ai tempi delle case chiuse vi erano numerosi e cadenzati controlli medici, profilassi e sostegno sanitario.
Non si parla infatti dell'aspetto fiscale delle donne di strada (se debbano o meno pagare le tasse, che poi le renderebbe sanate anche a livello pensionistico) ma della "difesa sanitaria" di tutti noi cittadini. Ci si chiede poi perché non combattere così, anche in questo caso, la corruzione ed il malaffare che del mestiere più antico del mondo ne ha fatto un fiore all'occhiello. Allora cosa di più sano e sensato se non regolamentare qualcosa di cui tutti sanno, che tutti noi viviamo in modo più o meno diretto sulla nostra pelle, malattie che colpiscono sempre più i nostri giovani, che oltre al pericolo di carcinomi e sterilità comportano una spesa sanitaria gravosa. Senza dimenticare che la gravità sanitaria "del sesso di strada" rimane e si trasforma sempre più in una bomba ad orologeria in maniera esponenziale.
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