Roma, riqualificazione del Tevere. Gargano (Anbi): “Mutuare l’esperienza dei consorzi di bonifica sui navigli a Milano e l’Arno in Toscana”
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“La necessaria manutenzione straordinaria del fiume Tevere, cui va affiancata un’azione di educazione ambientale, mirata a garantire il rispetto quotidiano del corpo idrico, può diventare esempio di un rinnovato rapporto tra il corso d’acqua e le comunità rivierasche, perso nel corso dei secoli dall’Impero Romano ai giorni nostri.”
A proporre la
suggestione è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale
dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio (ANBI), commentando
la pubblicazione del libro “Tevere Nostrum” di Erasmo D’Angelis, Segretario
dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.
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“Nell’epoca
della globalizzazione l’Italia vince, se valorizza le eccellenze, che la fanno
unica nel mondo; per questo – prosegue il DG di ANBI – insistiamo su
un nuovo modello di sviluppo, incentrato sulla promozione del territorio e delle
sue peculiarità, come le risorse idriche. Il Tevere può rappresentare,
sul modello di quanto già realizzato dai Consorzi di bonifica per i Navigli
milanesi o il fiume Arno a Firenze, un asset fondamentale per un diverso
sviluppo turistico ed economico dei territori attraversati. Su questo, il libro
di D’Angelis ha il merito di aprire il dibattito.”
Sul fiume
Tevere, i cui apporti idrici urbani sono oggi depurati al 99% grazie a 4 grandi
depuratori e 28 impianti minori, è stata infatti proposta l’istituzione del 26°
parco nazionale italiano.
“D’altronde –
conclude Gargano – la potenza di Roma è cresciuta e decaduta in simbiosi
con il suo fiume e si può affermare che l’imperatore, Augusto, sia stato la
prima authority pubblica sull’acqua. Oggi c’è bisogno di guardare alla
storia per tornare a dire grazie al fiume, recuperando un positivo, quanto
moderno rapporto con la comunità.”