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Redazione
Roma – Nella mattinata di giovedì, in videoconferenza da Rebibbia Nuovo Complesso con l’Università di Roma Tor Vergata, ha conseguito la Laurea Magistrale in legge il primodetenuto del reparto di Alta Sicurezza iscritto al progetto "Università in Carcere con Teledidattica”.
Il nuovo dottore in Legge è Silvano Giacomo, 42 anni, che ha discusso una tesi sull’Articolo 27 della Costituzione e gli aspetti problematici delle sanzioni penali laureandosi con 110/110.
La scorsa estate avevano conseguito la laurea triennale i primi 4 detenuti del progetto “Teleuniversità in carcere”, uno dei quali in collegamento via skype dal carcere di Tirana. Giacomo è, invece, il primo a conseguire una laurea magistrale, avendo optato per un percorso di studi unico.
«Quella di Silvano è una storia unica – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – perché ha trascorso buona parte della sua vita in una cella ed ha creduto nello studio come occasione di riscatto sociale e per non abbandonarsi alla disperazione. E’ entrato in carcere con la V elementare ed è arrivato alla laurea. Una bellissima risposta a chi, in questi giorni, cerca di fare di tutta l’erba un fascio. A scanso di equivoci, chi ha sbagliato deve essere punito severamente, ma la sacrosanta richiesta di giustizia non può travolgere una straordinaria esperienza di solidarietà che, attraverso lo studio e il lavoro, ha restituito dignità ed una nuova vita a migliaia di persone»
Il progetto “Teleuniversità in carcere” è stato ideato nel 2006 dal Garante dei detenuti e dall’Università di Tor Vergata con Laziodisu e la direzione del carcere. Gli studenti-detenuti iscritti nelle facoltà che aderiscono al progetto (Economia, Giurisprudenza e Lettere e Filosofia) sono circa 40 ed hanno la possibilità di seguire i corsi a distanza: le lezioni vengono registrate e riversate su una rete dedicata. Gli esami sono svolti in presenza, grazie ai docenti che si recano in carcere. In presenza viene svolta anche una costante attività di tutorato, grazie alla quale gli studenti sono seguiti nella programmazione degli esami e nello studio. Il progetto è stato indicato quale best practices dal Ministero della Giustizia, che ha previsto che i reclusi di Alta Sicurezza, in tutta Italia, possano essere trasferiti a Rebibbia N.C. se decidono di iscriversi all’Università.
«Abbiamo investito molto sui percorsi di istruzione in carceri – ha aggiunto il Garante –. La Teledidattica è un ambito importante del Sistema Universitario Penitenziario (S.U.P.), un modello da noi ideato costituito da una rete istituzionale che mette insieme la Conferenza dei Rettori delle Università del Lazio, Laziodisu, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, le carceri, il DAP, la Regione Lazio e le Università Roma Tre, Tor Vergata, Cassino, La Tuscia e La Sapienza. Grazie a questo Modello, oggi sono 120 i detenuti che, nel Lazio, frequentano l’Università. Nel 2005, i detenuti universitari nel Lazio erano appena 17».
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