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Roma

ROMA, PRIMAVALLE: TRAFFICO BLOCCATO PER UNA SOSTA

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Tempo di lettura 2 minutiUna vettura su via Pineta Saccehtti impediva il passaggio del Bus, con ripercussioni a catena

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di Simonetta D'Onofrio

Roma – Quando i cittadini romani si lamentano dei disservizi che puntualmente la loro città non lesina ai propri residenti, sono soliti attribuire la responsabilità di quanto avvenuto al sindaco, agli altri amministratori, ai gestori o lavoratori degli enti che erogano i servizi comunali. Ecco che quindi, uno dopo l’altro, diventano bersaglio degli strali i conducenti dei bus, i vigili urbani, gli addetti dell’Ama, e così via per tutti coloro che, volta per volta, vengono identificati come responsabili delle storture che come cittadini sono abituati a subire. Spesso, però, chi causa i disagi che ricadono sull’intera cittadinanza sono semplici cittadini, persone come noi (mi auguro peggio di noi), che credono il mondo giri intorno a loro, e che nulla possa obbligarli a rispettare le regole.
Accade così che un venerdì pomeriggio, giornata notoriamente difficile per il traffico cittadino, considerando che oltre le vetture normalmente in circolazione per gli spostamenti lavorativi, si aggiungono quanti anticipano il week end, un ignoto automobilista, ha deciso di parcheggiare la sua vettura in divieto di sosta, in prossimità di un incrocio, impedendo in pratica agli autobus di linea di poter entrare in via Francesco Crucitti, traversa di via della Pineta Sacchetti proprio davanti l’ingresso principale dell’Ospedale Agostino Gemelli (Crucitti era un medico che lavorava presso l’ospedale e che divenne famoso per aver operato papa Giovanni Paolo II).

Noncurante del traffico generato, a causa dell’ingombrante mezzo lasciato forzatamente nella trafficata arteria, il proprietario della vettura sarà stato a svolgere tranquillamente le sue pratiche, magari maledicendo sindaco, vigili e mezzo mondo, a causa del traffico congestionato che notava sulla strada.  L’insolito personaggio avrà avuto molto da fare, dato che abbiamo provato ad attenderlo per una ventina di minuti, nella speranza di poter constatare se avesse provato un minimo di vergogna per quanto da lui fatto, ma la nostra pazienza non ha riuscito a eguagliare il suo menefreghismo.

Eppure basterebbe poco per vivere tutti meglio. Un pochino di rispetto reciproco non costa molto, ma è una merce ormai veramente difficile da reperire.