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ROMA: PIAZZA TESTACCIO CAMBIA VOLTO

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Tempo di lettura 3 minuti Posata l'ultima pietra della fontana. Panchine-salotto, luci a led e percorsi hi tech per non vedenti: così cambia la storica piazza

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Redazione
Roma / Testaccio
– Piazza Testaccio cambia volto. Con la posa dell’ultima pietra della “fontana delle anfore” e con il completamento della pavimentazione si è conclusa questa mattina l’ultima fase della riqualificazione della piazza dello storico rione. L’intervento, coordinato dall’assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana e dal Dipartimento SIMU in sinergia con la Sovrintendenza e il Municipio I, è frutto di un percorso partecipato con le associazioni dei cittadini per trasformare l’area in cui sorgeva il mercato di Testaccio recuperando e innovando il disegno originale. Due i cardini del progetto: la ricollocazione nella sua sede storica della grande fontana disegnata nel 1926 da Pietro Lombardi, e la riqualificazione dello spazio pubblico. Con molte novità: dalla pavimentazione in sampietrini alle panchine-salotto, dai lampioni a led alle nuove essenze arboree.

“Roma ha una nuova piazza Testaccio, più bella e vivibile che mai. Merito di un lavoro imponente, completamente partecipato con cittadini e municipio, che mette insieme storia e innovazione” ha detto l’assessore Paolo Masini. “La mappatura laser e il trasferimento degli oltre 300 blocchi della fontana, le nuove pavimentazioni, i percorsi hi-tech per non vedenti, i nuovi angoli per la socialità sono solo una parte di tutto questo. Fin dal nostro insediamento abbiamo messo in campo un forte impegno per reperire le risorse e portare a compimento questa avventura”. E ha concluso: “Come richiesto dalle associazioni  consegneremo a gennaio ai nostri cittadini un nuovo, bellissimo luogo di incontro”. "E' la realizzazione di un impegno per Testaccio voluto dai cittadini che hanno portato le loro idee in questa riqualificazione – dichiara Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio Roma I – l'impegno viene mantenuto nei tempi stabiliti con un'attenzione all'accessibilità che deve essere alla base di tutti i lavori pubblici della città".

La storia. Poco dopo il suo completamento intorno al 1920, piazza Mastro di Giorgio – attuale piazza Testaccio – divenne la sede di un mercato spontaneo. Nel 1926 fu indetto dall’amministrazione un concorso di progettazione per adornare l’area, vinto dall’architetto Pietro Lombardi con la fontana detta “delle anfore” per i suoi rilievi, ispirati all’oggetto simbolo del rione. Il degrado in cui versava la fontana già pochi anni dopo la sua realizzazione a causa della presenza del mercato, spinse il Governatorato nel 1935 a trasferirla nella vicina piazza dell’Emporio. Negli anni ’60 il mercato fu dotato di una struttura coperta. Con il recente spostamento del mercato nella nuova sede di via Galvani, Roma Capitale ha avviato il percorso partecipato per la riqualificazione della piazza e la ricollocazione della fontana.

Il progetto. I lavori sono partiti a maggio 2013, dopo la demolizione delle strutture del vecchio mercato. In seguito si è proceduto alla sostituzione della pavimentazione, con l’impiego di pietra lavica molto resistente per l’area più esterna e dei sampietrini per il riquadro attorno alla fontana. Le panchine, progettate appositamente in ferro zincato e legno iroko, sono pensate per ripercorrere l’antico uso delle sedie che dopo le ore di mercato prendevano il posto di ombrelloni e carretti, trasformando la piazza nel “salotto” del rione, luogo della convivialità. I platani sono circondati da una pavimentazione di griglie in corten, decorate con foglie di platano, che permettono agli alberi di ricevere acqua ed evitano il sollevamento della pavimentazione. Otto nuovi platani e quattro jacaranda, alberi dai fiori blu cobalto, completano la dotazione arborea della piazza. La nuova piazza dispone anche di un percorso per non vedenti innovativo, impiegato per la prima volta a Roma e frutto di una progettazione partecipata assieme alle associazioni. Lungo il camminamento sono installati rilievi differenti in base al servizio (ad es., la panchina) o all’ostacolo che si incontra. Sotto la pavimentazione, appositi sensori consentono ai bastoni elettronici di ricevere informazioni aggiuntive. Il progetto di riqualificazione è stato redatto e diretto dall’arch. Valentina Cocco del Dipartimento SIMU, quello di restauro coordinato dalla dott.ssa Anna Maria Cerioni della Sovrintendenza Capitolina.

La fontana. All’inizio di settembre, a seguito del finanziamento delle opere mancanti, i 350 elementi che componevano la fontana delle anfore – il più pesante di 28 quintali – sono stati via via numerati e smontati in piazza dell’Emporio, e a titolo cautelativo,  mappati con un sistema laser-scan, allo scopo di consentire la riproduzione di ciascuno dei pezzi in caso di necessità. I singoli “tasselli”, i gradini del basamento, i quattro vasconi e le vaschette,  il corpo monumentale decorato con 45 anfore, sono stati poi via via trasferiti in piazza Testaccio e rimontati. Ad eseguire i lavori l’impresa specializzata “il Cenacolo” di Marco Pouchain con la consulenza di Giorgio Mori. I restauratori sono ora all’opera per concludere la pulitura e l’equilibratura cromatica. L’intervento si concluderà con la messa in funzione di tutto il sistema idraulico.
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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