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Redazione
Roma – È partita venerdì mattina da Piazza Sempione a Roma “La Lunga Marcia per l’Aquila”, l'iniziativa organizzata per il secondo anno dall'associazione Movimento Tellurico in collaborazione tra gli altri con Legambiente e Federtrek, per ricordare il grave sisma che ha colpito l'Aquila quattro anni fa, puntare l'attenzione su una ricostruzione ancora debole che costringe molti cittadini lontano dalle proprie case, sull'importanza della manutenzione continua del territorio per l'intero Paese.
Dopo l'esperienza dello scorso anno questa edizione della Marcia prevede due eventi simultanei in partenza da Roma e Novi di Modena. Sono 162 i chilometri che verranno percorsi da Roma a l'Aquila per una lunga camminata che in 8 giorni attraverserà luoghi affascinanti e porterà i marciatori al capoluogo abruzzese il 22 giugno. Lì potranno riunirsi alla Lunga Marcia da Nord, partita il 25 Maggio, e alla transumanza a pedali organizzata dai Tetes de Bois. Evento conclusivo in piazza Duomo alle 21,30 con il palco a pedali e lo spettacolo del gruppo con il Banco di Mutuo soccorso.
Il percorso dalla Capitale è iniziato venerdì mattina col minitrekking al Parco dell'Aniene fino a Ponte Mammolo e poi trasferimento a San Vittorino con i mezzi per raggiungere Tivoli. Da qui una bellissima passeggiata fra i ruderi e le rovine di epoca romana alle spalle di Villa Adriana. Da Vicovaro a Tagliacozzo, da Avezzano a Rocca di Mezzo, sarà l'occasione per conoscere posti meravigliosi e stare insieme.
“Vogliamo portare a L’Aquila la nostra solidarietà e quella delle comunità che incontreremo -affermano gli organizzatori-, ma strada facendo vogliamo anche coinvolgere i cittadini, le istituzioni e soprattutto le scuole in un vasto dibattito sulla prevenzione dei danni provocati dai terremoti, promuovendo incontri sulle tecniche più avanzate di prevenzione antisismica, ascoltando le storie di chi ha vissuto il terremoto sulla propria pelle e raccogliendo firme per una legge che preveda l’integrale deducibilità dall’imposizione fiscale delle spese sostenute per la messa in sicurezza degli edifici. È ora di dire basta alla fatalistica attesa di un nuovo sisma o di una nuova alluvione, con i lutti e le distruzioni che ne conseguono. Occorre promuovere un grande progetto nazionale per la messa in sicurezza del territorio dai rischi del dissesto idrogeologico e per una seria prevenzione antisismica: sono queste le uniche, vere “grandi opere” da realizzare subito.”
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