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Roma

ROMA, PANTHEON: SEQUESTRATI RISTORANTI DELLA NDRANGHETA

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Tempo di lettura 2 minuti"Il Faciolaro" e "La Rotonda" erano sotto il controllo di Salvatore Lania, legato alla cosca Piromalli

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di Silvio Rossi

Roma – Di nuovo la ristorazione romana nell’occhio del ciclone. Come già accaduto più volte nei mesi passati, le indagini della DIA si concentrano su personaggi che hanno “diversificato” la loro attività criminosa investendo nella ristorazione romana.
In questa occasione, l’indagine ha portato nella giornata di ieri al sequestro di due ristoranti in pieno centro storico, intestati a Salvatore Lania, quarantasettenne calabrese, legato alla famiglia Piromalli. Le attività sequestrate sono “La Rotonda” e “Il Faciolaro”, due tra i locali più noti della zona intorno al Pantheon, uno degli angoli della capitale più frequentati da turisti, presenti nella città eterna tutto l’anno.

Il nome di Lania era già emerso nell’inchiesta che aveva portato alla confisca del “Cafè de Paris”, il famoso bar della dolce vita che è entrato nelle mire della cosca Alvaro. Nell’inchiesta erano emersi i suoi rapporti con alcuni personaggi appartenenti al giro di amicizie della cosca. In particolare sono stati evidenziati gli interessi collegati a un traffico internazionale di merci importate clandestinamente dalla Cina attraverso il porto di Gioia Tauro, e destinate in Repubblica Ceca.
Infatti, oltre ai due ristoranti, è stata oggetto di sequestro un’altra attività collegata al Lania, un negozio di souvenir, sempre nella zona del Pantheon, chiamata «MiΧ».

Questa nuova indagine si innesta in un filone che unisce la ristorazione, non solo a Roma, con la criminalità organizzata. Sempre più spesso vengono alla luce gli investimenti che camorra, mafia e ‘ndrangheta hanno realizzato nel settore del consumo di cibo. Il costante flusso di denaro che un ristorante, specie se in zone turistiche, garantisce, è un ottimo veicolo per “lavare” denari sporchi.
Anche la Coldiretti pone l’accento sull’interessamento del settore da parte della criminalità organizzata: “Sono almeno 5000 i locali della ristorazione nelle mani della 'mafia and company' nel nostro Paese che approfitta della crisi economica per penetrare in modo sempre più massiccio e capillare nell'economia legale”.

L’arresto di Lania si inserisce in un quadro di attività che la DIA sta svolgendo in più regioni, un’inchiesta partita da Gioia Tauro che ha interessato, oltre la capitale, anche Campania e Toscana. In totale sono state sequestrate dodici società, per un valore di oltre duecento milioni di euro. Il valore dei soli due ristoranti supera i dieci milioni di euro.