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Cronaca

Roma, palazzo Borromeo: ricordato il cardinale Achille Silvestrini, fine diplomatico al servizio della Chiesa e della pace

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Si è svolta a Roma nella suggestiva cornice di palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, un interessante convegno dal tema A 45 anni dagli Accordi di Helsinki, il Cardinale Silvestrini e la Östpolitik vaticana”, organizzata dalla stessa ambasciata e dedicato al ricordo del cardinale Achille Silvestrini, scomparso a Roma nel 2019.

Intervenendo dopo una introduzione istituzionale dell’ambasciatore Pietro Sebastiani, per il quale “il Pontefice, Casaroli e Silvestrini capirono pienamente il valore di un’assise in cui si riuniva l’Europa una e cristiana. Ne conseguì una proposta che sarebbe stata poi accolta nell’art.7* della Dichiarazione e che molto contribuì a rovesciare il malcelato disegno sovietico di utilizzare Helsinki per dividere l’Occidente”, il Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, rendendo omaggio al cardinale Silvestrini, grande protagonista della “Ostpolitik vaticana”,  ha ricordato che gli Accordi di Helsinki rappresentarono, negli anni ’70 e seguenti, un strumento fondamentale per la transizione da “una timida distensione” tra Occidente e blocco sovietico ad un vero percorso di dialogo, “arma più importante per arrivare a una pace che non sia solo assenza di conflitto”. Parolin ha sottolineato come al cuore degli Accordi di Helsinki vi fosse la concezione che la pace sia un “concetto morale ancor prima che una questione politica” e che la libertà di culto e religione costituisca “un valore fondamentale dei rapporti tra popoli”. Per Parolin il porporato romagnolo fu “un sottile interprete” della politica di apertura e dialogo verso i Paesi del blocco sovietico durante il pontificato di Paolo VI, ricordando come fosse riuscito a portare avanti il suo lavoro diplomatico con determinazione, nonostante, talvolta, “colloqui dal successo ridotto o addirittura infruttiferi”. A sua volta, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha delineato la figura cardinale Silvestrini e il suo ruolo di “diplomatico, educatore, uomo di chiesa di fede cristallina e studioso interprete dei suoi tempi, anzi dei tempi nuovi“, sottolineando il contributo del porporato per ”fornire una salda base di legittimazione al servizio diplomatico della Santa Sede, altrimenti percepita come un residuo del potere temporale della Chiesa”. AncheConte ha ricordato l’impegno di Silvestrini nelle trattative che condussero, il 1° agosto 1975,  alla sottoscrizione dell’Atto Finale di Helsinki con particolare attenzione al valore dei diritti umani, ” in tempo di rigide contrapposizioni figlie della guerra fredda“. Silvestrini fu fautore del dialogo con i regimi dell’Est “e raccolse anche critiche per questo“, ha ricordato Conte, ma non si fermò davanti agli ostacoli e si batté anche per ”l’affermazione del principio della libertà religiosa”. Per Conte, Silvestrini seguiva “la stella polare della pace universale. Era uomo di pace, una pace che deve trovare il suo fondamento nella giustizia e che non si riduce ad essere un’assenza di guerra, si costruisce giorno per giorno“. Tanto che Silvestrini, ha rimarcato Conte, praticava la “teologia della grazia”.

Silvestrini si avvalse anche della maestria di monsignor Agostino Casaroli, che appose la firma per il Vaticano al documento finale, a proposito del quale Casaroli, il cardinale Giovanni Battista Re, a margine del convegno, ha ricordato che, al ritorno a Roma, questi gli confidò di esser molto soddisfatto per aver potuto inserire nel suo intervento, che era quello conclusivo, la parola “Dio”.

Durante il convegno sono intervenuti con annotazioni e contributi, anche il professor Carlo Felice Casula (Università degli Studi Roma Tre) e il prof. Gennaro Acquaviva (Presidente della Fondazione Socialismo).

L’Atto Finale di Helsinki suggellò la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, CSCE, svoltasi nella capitale finlandese con la saggia guida del Presidente finnico Urho Kekkonen, nel luglio e nell’agosto 1975, documento sottoscritto da 35 Paesi, tra i quali Stati Uniti ed Unione Sovietica, le due potenze del tempo.

*  VII. Rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo..

Gli Stati partecipanti rispettano i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo, per tutti senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione.

In questo contesto gli Stati partecipanti riconoscono e rispettano la libertà dell’individuo di professare e praticare, solo o in comune con altri, una religione o un credo agendo secondo i dettami della propria coscienza.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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