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Redazione
Roma – Contro la possibilità, oramai è un dato di fatto, che la Regione Lazio voglia alienare il Forlanini, ospedale dismesso per ripianare il deficit e uscire dal commissariamento, si pronuncia il segretario Territoriale di Roma della FSI – Federazione Sindacati Indipendenti Giovanni Ronchi: “Come organizzazione sindacale, non abbiamo nulla in contrario sulle azioni che il presidente Zingaretti vuol mettere in atto per ripianare il deficit e mettere fine a sette anni di gestione commissariale. Ci chiediamo però, se le proposte di alienazione o qualunque altro progetto, considerato che non abbiamo avuto finora il piacere di conoscerne i piani, siano suffragate da una programmazione generale ben definita, considerato soprattutto l’attuale stato confusionale, dal punto di vista della funzionalità organizzativa, in cui versa l’Ospedale San Camillo.
Le evidenti e conosciute problematiche legate al Pronto Soccorso del San Camillo, tempi di attesa lunghissimi per i codici verdi, con centinaia di persone accalcate in uno spazio limitato, personale infermieristico e medico preso a male parole e aggredito fisicamente mentre lavorano tra mille difficoltà, la carenza di posti letto nell’Azienda che non permette un rapido ricovero per coloro che hanno questa necessità e il protrarsi delle lunghe liste d’attesa per gli interventi in elezione, ci fanno capire il momento insostenibile che si vive in quest’ Azienda Sanitaria tra le più importanti e qualificate del Lazio. Senza menzionare le grandi difficoltà che tutto il personale sta vivendo con gli accorpamenti dei reparti, spesso frutto illogico dell’emergenza.
Noi ci domandiamo per quale motivo l’Ospedale Forlanini sia stato dismesso completamente, quando era necessario trovare spazi vitali.
Il Forlanini, – continua Ronchi – collocato nel territorio tra i quartieri Monteverde e Portuense, in una zona nella quale tra i residenti c’è un’alta incidenza di cittadini rappresentanti della terza età, non potrebbe essere utilizzato come RSA, reparti di lungodegenza e/o riabilitazione, addirittura come Casa della Salute, alle cui realizzazioni ora la Regione sta puntando con forza? Siamo convinti che i costi per la ristrutturazione dell’ex ospedale – continua il segretario – colpevolmente abbandonato negli anni dalle istituzioni e lasciato degradare, potrebbero essere ammortizzati col tempo, rescindendo tra le altre cose, i contratti onerosi che, ad esempio, la Asl Roma D ha sottoscritto con i privati e con la stessa Croce rossa provinciale in via Ramazzini per l’affitto di locali destinati ad ambulatori e uffici. Senza considerare poi che, nonostante la farsa della chiusura, con tanto di sbarre nei corridoi della direzione del Forlanini, all’interno dell’edificio ci siano ancora reparti e servizi di rilevante importanza. Si potrebbe inoltre attingere ai fondi reperiti dallo stesso Zingaretti, ex art. 20 legge 67/88 destinati all’edilizia sanitaria, sulla cui ripartizione ha deciso in piena solitudine il presidente con i suoi collaboratori, senza concordare un provvedimento tanto importante con le parti sociali”, conclude il segretario FSI.
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