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di Maurizio Costa
Roma
– Le continue manifestazioni davanti all'ospedale "Cristo Re" di Roma hanno portato solamente ad un rinvio. La dirigenza del plesso ha promesso che, entro 48 ore, cercherà di risolvere la situazione. Circa 500 lavoratori sono senza stipendio dal 7 febbraio e il Sindacato NURSIND Roma, che assiste sul luogo di lavoro gli infermieri di tutta Italia, si sta muovendo per cercare di informare i piani alti dell'ospedale della condizione critica di molti lavoratori che non ricevono lo stipendio da quasi due mesi.
Ne abbiamo parlato con il Segretario Amministrativo Provinciale del Sindacato, Stefano Barone, che sta cercando di convincere la dirigenza a pagare le retribuzioni pregresse. Barone è stato chiaro: "I lavoratori del "Cristo Re" non riescono ad andare avanti. Ci sono molte famiglie che si trovano in gravi difficoltà. La dirigenza" – ha continuato il Segretario – "non fa altro che parlare di fondi e di passaggi di proprietà, argomenti che non interessano ai dipendenti, che vogliono solamente ricevere gli stipendi arretrati." Sono circa 500 i lavoratori che esigono un riallineamento retributivo: "Il 7 febbraio" – ha dichiarato Barone – "i dipendenti hanno ricevuto una parte dello stipendio. Da quella data in poi nulla. Staremo a vedere il 7 aprile se la dirigenza retribuirà completamente gli arretrati."
Il mancato pagamento degli stipendi non riguarda solamente gli infermieri: "Anche medici, dottori e portantini non hanno percepito le ultime retribuzioni." – ha continuato il Segretario del NURSIND – "Noi siamo un Sindacato degli infermieri, ma naturalmente siamo vicini a tutte le categorie di lavoratori." Inoltre, dal 18 marzo, G.G., dipendente del "Cristo Re", ha cominciato uno sciopero della fame che non terminera finché la dirigenza non pagherà gli stipendi e gli arretrati.
Entro 48 ore l'ospedale dovrà prendere una decisione importante, guardando soprattutto al bene delle famiglie dei lavoratori. I dipendenti non riescono a tirare avanti; l'ospedale, oltre che curare i malati, dovrebbe interessarsi anche del bene di tutte quelle persone che permettono, ogni giorno, il corretto funzionamento del plesso ospedaliero.
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