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di Maurizio Costa
Roma – L'accordo si è concluso: il Sindaco Ignazio Marino ha stretto la mano al principe Sultan Bin Salman Bin Abdulaziz, il presidente della Commissione per il turismo e le antichità dell'Arabia Saudita, per sancire l'arrivo di nuovi soldi dal Medio Oriente, che serviranno per restaurare il patrimonio archeologico e artistico di Roma. Già nei mesi scorsi il ministro arabo si era recato in visita a Roma dal Sindaco Ignazio Marino per visionare l'elenco delle opere da restaurare che il primo cittadino gli aveva mostrato. Il principe arabo ci ha pensato un po' e adesso la decisione e arrivata.
Ignazio Marino si è recato a Riyadh sabato scorso e ha dato la stretta finale. I principi arabi provvederanno a costituire un fondo di capitali privati che serviranno a restaurare il patrimonio archeologico della Capitale; in cambio, l'Amministrazione comunale capitolina dovrà organizzare delle mostre in territorio arabo per far conoscere il proprio patrimonio artistico. Queste manifestazioni culturali in Arabia, con i nostri tesori artistici, saranno temporanee. Si vocifera che l'accordo preveda cifre da record: 1,3 milioni di euro per restaurare la facciata del Palazzo delle Esposizioni, fino ai 6 milioni per rimettere in sesto un'antica cisterna romana che riforniva le Terme di Traiano.
Le cifre sono altissime e lo scotto che richiede l'Arabia non sembra essere così alto. Ignazio Marino in questi giorni sta cercando in tutti i modi di restaurare la città senza mettere mano al portafogli. Sono molti, infatti, i casi di restauri nella Capitale ad opera di investitori stranieri o privati: l'imprenditore giapponese Yuzo Yagi ha investito per il rinnovo della Piramide Cestia; a ottobre, l'Azerbaigian ha pagato 100.000 euro per riportare in buono stato la Sala dei Filosofi ai Musei Capitolini, senza contare il patron di Tod's, Della Valle, che ha investito molti milioni di euro per ripulire il Colosseo. Da una parte soldi freschi, dall'altra l'incapacità di curare una città con i soldi propri. Roma avrà anche il patrimonio culturale più grande del mondo ma Marino potrebbe anche trattarlo meglio, senza il bisogno di chiedere soldi a destra e a manca.
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