Roma, murales Zicchieri. Schiuma: “Un gesto di inutile propaganda politica messo in atto dal sindaco”

ROMA – Mario Zicchieri venne ucciso da un commando rosso una mattina di fine ottobre ’75, a soli sedici anni. Gli addetti dell’Ama per il decoro urbano della città di Roma Capitale hanno cancellato la scritta “Mario Vive” dalla facciata del palazzo che ospitava la storica sezione del Movimento Sociale Italiano. “Mario Vive”, due semplici parole a memoria di Mario Zicchieri, la cui morte è rimasta impunita. Alcuni brigatisti “indicati come coinvolti” nell’episodio sono stati infatti assolti in appello. Quello dedicato a Zicchieri murale presente nel quartiere da quasi quarant’anni e che aveva resistito ai tanti tentativi di “sbianchettamento” cancellazione operati da anni di giunte di sinistra. Secondo i dirigenti di Fratelli d’Italia, la responsabilità è tutta del sindaco di Roma Virginia Raggi. Senza l’ approvazione dell’amministrazione comunale la cancellazione non sarebbe stata possibile

“L’ufficio per il Decoro Urbano del Campidoglio è stato mobilitato dopo una segnalazione di una condomina di un palazzo privato, ma la rimozione della scritta ‘Mario vive’ costituirebbe così un uso improprio anche di denaro pubblico, oltre a un gesto di inutile propaganda politica messo in atto dal sindaco”. Lo dichiara il consigliere del Municipio V, Fabio Sabbatani Schiuma di Riva Destra, gia’ candidato alla presidenza del municipio, il quale “ha illustrato ieri in aula una question time urgente sulla cancellazione del murales nel quartiere Prenestino”. “L’ufficio in questione infatti -continua la nota- e’ chiamato a intervenire su aree private in caso di ‘scritte murarie con particolare riferimento a quelle razziste, xenofobe, omofobe, sessiste, che incitano alla violenza, che fanno apologia di fascismo e nazismo; segni e simboli riconducibili a ideologia fascista e nazista’. Ebbene -prosegue la nota- in un murales che ricorda, da piu’ di 40 anni, la memoria di un sedicenne, Mario Zicchieri, trucidato dai fucili a pompa di un commando della sinistra extraparlamentare, dove sono i presupposti per un intervento utilizzando uno strumento pubblico, pagato dai cittadini? Si sarebbe potuto evitare -conclude la nota- di offendere la memoria di un ragazzino ucciso barbaramente e soprattutto l’utilizzo di denaro pubblico per ingraziarsi qualche elettrice, che avrebbe potuto con soldi propri ripulirsi in muro di casa”.