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Cronaca

Roma: morto Padre Amorth, l'esorcista per antonomasia

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Tempo di lettura 2 minuti Oltre 50.000 interventi di esorcismo alcuni dei quali conclusi in pochi minuti mentre altri più difficili risolti in più ore

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di Paolino Canzoneri

 

ROMA – E' scomparso dopo alcune di settimane di ricovero presso l'Ospedale della Fondazione Santa Lucia il sacerdote paolino modenese don Gabriele Amorth, esorcista per antonomasia e autorità assoluta nella lotta contro il demonio.

 

A strapparlo dalla vita una complicanza polmonare. Animatore spirituale, giornalista e scrittore, padre Amorth con un passato pure da partigiano emiliano nella Brigata Italia negli anni difficili della Resistenza, era nato a Modena il primo maggio del lontano 1925 da famiglia cattolica. Laureato in Giurisprudenza a soli 22 anni, il 24 gennaio del 1947, era entrato nella Casa Madre della Congregazione Società San Paolo ad Alba, ordinato presbitero nel 1954 pubblicò primi tabella per la rivista cattolica Famiglia Cristiana. Ppochi anni dopo venne consacrato sacerdote da monsignore Ilari Roatta, erano trascorsi appena cinque anni dall'importante incontro con il fondatore della congregazione il beato don Giacomo Alberione. Tappe fondamentali di una vita destinata alla preghiera, agli studi e al rigore sacerdotale che lo portò nel 1985 ad essere nominato esorcista dalla diocesi di Roma dal Cardinale Ugo Poletti che gli conferì un ruolo che lo avrebbe reso famoso nel mondo per il resto della sua vita.

 

50.000 interventi di esorcismo Fra i più grandi meriti di padre Amorth senza dubbio spicca quello d'esser riuscito a dare una concretezza al fenomeno dell'esorcismo poichè sparsi nel mondo, in 30 paesi, ben 250 sacerdoti professavano l'esorcismo senza un riconoscimento ufficiale da parte del Vaticano, riconoscimento ufficializzato con la creazione di una Associazione grazie alla costanza e alla dedizione di padre Amorth che in una intervista ad un giornale britannico disse  di aver portato a termine oltre 50.000 interventi di esorcismo alcuni dei quali conclusi in pochi minuti mentre altri più difficili risolti in più ore. Stimando una media che partirebbe dal 6 giugno 1986 giorno in cui il sacerdote afferma d'aver inziato gli esorcisimi, fino al giorno dell'intervista sembra che il sacerdote sia stato capace di effettuare poco meno di una decina di esorcismi giornalieri. Possessioni che a detta del sacerdote stesso, in più occasioni lo avevano coinvolto personalmente ma da cui, per sua forza, era riuscito sempre ad uscirsene vincendo egli stesso il conflitto con il maligno dimostrando d'esser una persona impossibile da possedere e con cui il diavolo deve stare alla larga. Un sacerdote e un uomo che dette prova di grande preparazione culturale e impegno nella divulgazione dottrinale dei frutti delle sue esperienze in campo con la pubblicazione di numerosi preziosi libri tra cui "Dio è più bello del diavolo" che rappresenta un suo vero testamento umano e spirituale dove il sacerdote argomenta in modo eccelso temi complessi del Bene e del Male, speranza, felicità fino a trattare argomenti oltremodo spigolosi e delicati come i poteri dei media, delle sette religiose, Massoneria e molto altro. Don Amorth operò positivamente sopratutto in Italia dove ritenne fondamentale arricchire le conoscenze e lo scambio di esperienze tra esorcisti italiani partecipando ad un importante convegno organizzato dai teologi francesi Laurentin e Chenessau e vedendone i frutti, organizzò egli stesso incontri a periodicità biennale ad Ariccia dove oltre ad essere eletto presidenze della struttura organizzativa, venne redatta una bozza di statuto ufficiale di una associazione a livello internazionale, la AIE. La Santa Sede dopo 20 anni  riconobbe e approvò l'associazione. Nelle sue frenetiche attività trovava pure il tempo di condurre una trasmissione radiofonica per l'emittente Radio Maria dove ogni secondo mercoledi del mese rispondeva agli ascoltatori offrendo saggezza, consigli e indottrinamento su temi complessi sui misteri dell'uomo e sulle insidie che lo possono turbare.  

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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