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di Roberto Ragone
ROMA – Era apparsa come una vicenda dai contorni poco chiari, ma le telecamere di sorveglianza della zona hanno aiutato gli investigatori a dipanare la matassa. La morte di Zhang Yao è stata provocata da un treno di passaggio, che l’ha urtata e l’ha catapultata nel cespuglio in cui è stata trovata, a qualche centinaio di metri di distanza. A rivelare la verità dei fatti una telecamera posta su di un capannone industriale nella zona di via Salviati.
Nel filmato si possono seguire gli ultimi momenti di vita della ragazza, nonché la fuga di tre uomini, che appaiono purtroppo come soltanto tre ombre in movimento, data la scarsa qualità delle immagini. Questo conforta la versione dell’amica di Zhang Yao, che ha riferito che la ragazza la chiamò al cellulare per dirle che stava inseguendo tre rapinatori, dei quali almeno uno di colore; altre versioni riportano che di colore fossero tutti e tre.
Nell’inseguire i tre, la ragazza sarebbe salita sulla massicciata, rimanendo travolta. Si vede infatti la cinese sui binari, un attimo prima d’essere investita, guardarsi intorno confusa. Poi lo schianto. Una vicenda molto triste per i familiari, una vita stroncata in conseguenza dello scippo di tre balordi che evidentemente vivono ai margini della società. Il fatto che siano stati descritti come ‘di colore’, alimenta l’odio razziale che in Italia ha avuto un’impennata in conseguenza delle varie vicende collegate ai migranti e comunque agli stranieri, non ultima quella della famiglia marocchina di Torbellamonaca. I genitori sono in viaggio verso l’Italia per occuparsi della parte più triste, il riconoscimento e il trasporto della salma in patria. Sulla scomparsa di Zhang Yao s’erano fatte le ipotesi più varie e disparate, compreso il sequestro di persona, o un sequestro simulato. Purtroppo la realtà è sempre più cruda di come noi la immaginiamo, e la povera ragazza ha spento i suoi sogni sulla massicciata di una linea ferroviaria. Il macchinista del treno, interrogato, ha dichiarato di aver sentito gridare, ma di non aver dato importanza al fatto. Il PM Pierfilippo Laviani, a cui è stata affidata l’indagine, ha aperto un fascicolo non più per sequestro di persona, ma per rapina. Introvabile il cellulare della ragazza, che potrebbe essere andato smarrito nell’urto: non può infatti, secondo la logica, essere in possesso dei rapinatori, che, nel filmato della telecamera a circuito chiuso, si vedono fuggire. Ultimo atto, i risultati dell’autopsia, che ci daranno maggiori particolari su questa vicenda che ha sconvolto la comunità cinese di Roma. Da trovare ed arrestare i tre balordi: nella borsetta di Zhang Yao, infatti, c’erano 1.500 euro in contanti.
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