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ROMA: MONSIGNOR LUIGI NOVARESE SARA' BEATIFICATO L'11 MAGGIO A SAN PAOLO FUORI LE MURA

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Tempo di lettura 2 minuti La salma riposa a Roma nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, in via Giulia 59.

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Redazione

Roma – Monsignor Luigi Novarese (1914 – 1984), fondatore dei Silenziosi Operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza, sarà beatificato l’11 maggio prossimo a Roma nella basilica di San Paolo fuori le Mura alle 10.30. Presiederà la solenne celebrazione di fronte a oltre 5mila fedeli il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano.

Luigi Novarese nasce a Casale Monferrato (Alessandria) il 29 luglio 1914. Fondatore dei Silenziosi Operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza, sarà beatificato l’11 maggio prossimo a Roma nella basilica di San Paolo fuori le Mura alle 10.30. Presiederà la solenne celebrazione di fronte a oltre 5mila fedeli il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano.

Papa Giovanni Paolo II lo definisce “l’apostolo degli malati”. Novarese, infatti, pur lavorando nella Segreteria di Stato della Santa Sede – dal 1942 al 1970 – e poi in Conferenza Episcopale Italiana – dal 1970 al 1977 -, impegna tutto se stesso nella lotta contro l’emarginazione dei disabili, che toglie dai ghetti in cui sono confinati e integra nella società. Insegna loro un mestiere con l’obiettivo, nei limiti delle possibilità di ognuno, di renderli autonomi anche dal punto di vista economico. Dialoga senza complessi con la medicina, dimostrando l’efficacia terapeutica della motivazione spirituale nella cura del malato. Fonda case di cura, centri di assistenza, corsi professionali per disabili e infermi, insegnando loro a pensare e a vivere in modo nuovo la malattia.

Il 7 ottobre 1957 monsignor Novarese riesce a stupire le gerarchie ecclesiastiche, organizzando il più grande raduno di infermi, mai realizzato prima di allora, all’interno della Santa Sede, portando 7mila malati in udienza da papa Pio XII nel Cortile del Belvedere. Settemila fedeli in barella e in carrozzella provenienti da tutta l’Italia e dal Canton Ticino, in un’adunata che commuove profondamente Papa Pacelli.

La sua vita terrena si conclude il 20 luglio 1984 a Rocca Priora, località vicino a Roma, dove si trova per un tempo di convalescenza. La salma riposa a Roma nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, in via Giulia 59.

Dopo la celebrazione si potranno intervistare alcuni testimoni dell’opera e del pensiero del Beato Luigi Novarese: Graziella Paderno, che ha ricevuto la grazia per intercessione di monsignor Luigi Novarese; don Armando Aufiero, postulatore della causa di beatificazione e Paolo Marchiori, da 7 anni malato di SLA, testimone del miracolo interiore quotidiano che sperimenta grazie alle opere lasciate da monsignor Novarese, potranno illustrare il potere terapeutico dello spirito nel percorso di guarigione del sofferente. La dottoressa Mara Strazzacappa e il dottor Alberto Cavanna saranno a disposizione per approfondire il dialogo che Novarese ha sempre tenuto aperto tra spiritualità e medicina. Saranno inoltre presenti e disponibili ad eventuali domande il biografo Mauro Anselmo autore del libro “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo”, don Giovanni Torre eletto per due volte di seguito moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce e don Janusz Malski attuale moderatore generale.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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