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Redazione
Roma – Dopo avere effettuato un regolare massaggio offrivano un altro particolare tipo di "servizio", richiedendo al cliente una maggiorazione sulla tariffa.
È avvenuto quattro giorni fa a Roma il blitz degli agenti del commissariato San Paolo che ha portato all'individuazione e all'immediata chiusura di tre vere e proprie case d'appuntamento, celate dietro la fittizia attività di "centri massaggi".
L'indagine degli investigatori – coordinati dal dott. Filiberto Mastrapasqua – è partita dall'aver constatato un frequente, quanto insolito, "andirivieni" di persone in uno stabile di via Francesco Grimaldi, in zona Marconi.
Da controlli sul web e su alcuni quotidiani, i poliziotti hanno trovato la pubblicità di un centro massaggi riferito proprio all'indirizzo in questione.
Alcuni dei clienti usciti dopo il "massaggio", ascoltati dagli agenti, hanno riferito quanto accadesse all'interno di quell'appartamento: al termine del massaggio ordinario, le ragazze – tutte cinesi – offrivano una prestazione sessuale dietro il pagamento di un surplus.
Tariffe che variavano; in una circostanza ad un cliente è stato dato un biglietto che gli dava l'opportunità di usufruire di una prestazione gratis ogni dieci effettuate.
Due agenti, fingendosi clienti, hanno dato il via al blitz.
Anche a loro, presentatisi come normali clienti, le massaggiatrici, nel proporre il massaggio, hanno offerto prestazioni supplementari in cambio di una maggiorazione del prezzo pattuito, mimando addirittura inequivocabilmente la prestazione offerta.
A quel punto gli agenti si sono qualificati ed è iniziato il controllo.
All'interno della struttura veniva fatto intervenire personale della ASL – Servizio di igiene e sanità, che hanno rilevato diverse violazioni alla normativa vigente.
Nessuna delle massaggiatrici presenti, inoltre, era in possesso dei requisiti tecnici per effettuare l'attività di massaggiatrice.
Proseguendo le indagini, è emerso che su alcuni siti internet dove era pubblicizzato il centro in argomento, erano presenti inserzioni pubblicitarie del tutto simili, e relative ad un secondo centro massaggi, presente sempre in zona.
È scattato pertanto un secondo blitz, con le medesime modalità.
Anche in tal caso, infatti, gli agenti si sono finti clienti e a loro sono state effettuate dalle massaggiatrici, presenti le stesse offerte: sesso in cambio di un extra sul prezzo del semplice massaggio.
D'altra parte, già solo osservando i locali si poteva chiaramente intuire come l'attività apparentemente lecita, anche se priva di molti requisiti, nascondesse in realtà una casa di prostituzione, a cominciare dalle luci soffuse e dalle dipendenti con abiti succinti, che si rivolgevano ai clienti in maniera inequivocabile.
L'ulteriore passo è stato quello di individuare i titolari dei due centri.
Dall'esame della documentazione rinvenuta i poliziotti sono riusciti a identificarli: un 33enne italiano e una 40enne cinese.
Una volta individuati, gli agenti hanno perquisito la loro abitazione. Anche lì erano stati ricavati due piccoli vani dove si svolgeva un'attività di massaggi, con tanto di massaggiatrice cinese, peraltro clandestina, in attesa di clienti. La donna, al termine, è stata accompagnata presso l'Ufficio immigrazione.
Tutte le donne trovate nei centri sono state ascoltate dagli investigatori, ai quali hanno fornito delle versioni contrastanti e palesemente non veritiere sull'attività svolta rispetto a quanto dichiarato dai clienti e da quanto accertato dagli stessi agenti, dichiarazioni a volte contrastanti tra di loro.
Ultimati gli accertamenti, i due titolari dell'attività sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per rispondere, in concorso tra loro, di sfruttamento e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di sfruttamento della prostituzione, mentre 5 donne, tutte di nazionalità cinese, sono state denunciate per false attestazioni a pubblico ufficiale.
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