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ROMA “MAFIA CAPITALE”: QUANDO IL CRIMINE DIVENTA AMMINISTRATIVO, DANNO IMMENSO PER I CITTADINI

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Tempo di lettura 2 minuti Giorgia Meloni: le nostre accuse sulla scandalosa gestione delle risorse destinate a immigrati e rom erano vere e concrete.

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Meloni:" Da anni chiediamo di sapere come sia possibile che lo Stato spenda 30 o 40 euro al giorno per l’accoglienza di un immigrato, quando molti italiani devono vivere con meno della metà"

di Cinzia Marchegiani

Roma – Una città in balia di balordi, questa è l’immagine che esce fuori dall’inchiesta Mondo di Mezzo. Un terremoto giudiziario che ha aperto il sistema malavitoso come una scatola di sardine, fatto di corruzione altamente specializzato, una mafia politica che sembra anche i muri conoscessero i volti e i nomi. La politica romana è ancora in assestamento poiché si sta indagando anche le eventuali infiltrazioni in Regione Lazio. Per questo Nicola Zingaretti con un tweet lancia un messaggio senza appello: “In attesa delle verifiche che ho disposto sulle gare della Regione, ho intanto chiesto la sospensione dell’assegnazione delle gare in corso.” Altro che terremoto, uno tsunami che sembra non placarsi. Sarà avviata un’indagine interna su tutti i bandi pubblici fatti dalle società e dagli enti regionali. Per questo Zingaretti in attesa delle verifiche ha chiesto la sospensione dell’assegnazione delle gare in corso:”Siamo dalla parte della trasparenza e della giustizia senza se e senza ma!”

In merito interviene dalla sua pagina Giorgia Meloni su questo intreccio inquietante tra atti amministrativi, posizione politica e interessi con infiltrazioni criminali nella pubblica amministrazione che hanno gestito soldi pubblici e cambiato il decorso delle attività politiche e commerciali e anche delle diverse associazioni:”L’indagine di Mafia Capitale ha dimostrato che le nostre accuse sulla scandalosa gestione delle risorse destinate a immigrati e rom erano vere e concrete. Da anni chiediamo di sapere come sia possibile che lo Stato spenda 30 o 40 euro al giorno per l’accoglienza di un immigrato, quando molti italiani devono vivere con meno della metà. Ora è tutto più chiaro: la miseria, la disperazione, l’emarginazione rendono “più dello spaccio di droga”, e sono un grande business per le strutture che gestiscono i centri di accoglienza. Ora chiediamo che il Governo accenda i riflettori su tutto questo settore e che sia fatta piena chiarezza su come sono spese queste risorse. Perché l’impressione è che in tutta Italia c’è chi si è arricchito con l’assistenza ai bisognosi, e spesso sono gli stessi che sostengono le politiche pro immigrazione.”

Regalie, appalti, assunzioni, giro di vite tra clandestini e migrantii un mix letale di marciume putrido che pone soprattutto i riflettori su questi altisonanti personaggi dediti alla gestione pubblica come una proprietà super privata dove il malaffare era il regno incontrastato dell’impunità e del potere supremo…alla faccia di chi con difficoltà annaspa tutti i giorni per vivere con decoro! L’organizzazione criminale per ora ha in attivo 37 arresti e 40 indagati a piede libero frutto dell’ordinanza del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e sostenuta dal Giudice per le Indagini Preliminari che ha firmato tutti i provvedimenti. Ecco una delle intercettazioni telefoniche che non hanno bisogno di traduzioni e spiegazioni, Salvatore Buzzi al telefono con la sua assistente Piera Chiaravalle: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Eh, il traffico di droga rende meno. Noi quest’anno abbiamo chiuso con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi, gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sulla emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero.”
Chapeau!

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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